Episoder
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Come diventa una città quando ospita una Convention? Siamo andati a Chicago per scoprirlo.
Negli Stati Uniti abbiamo seguito la grande kermesse politica dei democratici che ad agosto ha incoronato ufficialmente Kamala Harris come candidata del Partito.
Ospite della puntata: Lucia Magi, corrispondente dell’Ansa a Los Angeles e collaboratrice di Propaganda Live, che con noi ha condiviso parte del viaggio a Chicago. -
L’aborto è stata una questione centrale in tutte elezioni a livello federale e locale che si sono svolte negli Stati Uniti dopo che la Corte Suprema ha ribaltato la sentenza Roe v. Wade il 24 giugno 2022. Ma due anni dopo, è ancora un tema che mobilita l’elettorato americano?
Ospite della puntata: Alice Ciulla -
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Durante il lungo periodo delle elezioni americane sono coinvolte parole peculiari. Alcune, come primarie, sono entrate ormai da tempo nel gergo politico del nostro Paese. Altre, invece, sono difficili da comprendere e da decifrare per chi non si occupa della materia. Chi sono i Grandi Elettori? Che cos’è il gerrymandering? E perché si vota proprio di martedì?
Ospite della puntata: Daniele Fiorentino -
A un anno dalle elezioni tutto sembra portare verso una nuova sfida tra Joe Biden e Donald Trump. Ma entrambi i candidati hanno più problemi che soluzioni da offrire.
Cosa dobbiamo aspettarci da queste elezioni, sempre che ci sia qualcosa da aspettarsi.
Ospite della puntata: Mario Del Pero -
Da patria degli esuli cubani e di pensionati alla ricerca di una vecchiaia con tutti i comfort, la Florida si è trasformata nel rifugio sicuro dei negazionisti del Covid-19, di ex presidenti che non accettano il risultato delle elezioni (Trump e Bolsonaro) e degli esponenti dell’estrema destra.
C’entra il governatore Ron DeSantis, pronto a candidarsi alle primarie repubblicane del 2024?
Ospite della puntata: Viviana Mazza -
Le elezioni di midterm sono un simbolico referendum sulla presidenza in corso. Di solito, il partito del presidente non ne esce vittorioso, perché gli elettori del partito all’opposizione sono molto più motivati a recarsi alle urne per cambiare gli equilibri al Congresso. Cosa ne sarà ne sarà di Joe Biden e dei democratici il prossimo 8 novembre?
Ospiti della puntata: Marina Catucci e Federico Leoni -
Puntata registrata in diretta in occasione della tavola rotonda "Gli Stati Uniti e l'Italia nel racconto giornalistico" tenutasi in occasione del Festival della Cultura Americana al Centro Studi Americani di Roma (22 settembre 2022).
Ospiti: Trisha Thomas e Oliviero Bergamini -
Il ribaltamento della sentenza Roe v. Wade ha inferto l'ennesimo, duro colpo a una democrazia sempre più in difficoltà come quella statunitense. Una crisi, questa, accentuata da un sistema politico-istituzionale non più al passo con i tempi. Quali potrebbero essere le soluzioni e gli scenari futuri?
Ospite della puntata: Daniele Fiorentino -
Negli Stati Uniti, è in pericolo la sentenza Roe v. Wade che garantisce a livello federale il diritto ad abortire. La minaccia è più che mai presente in questo momento, come ha anticipato una bozza fuoriuscita dalla Corte Suprema. Cosa dobbiamo aspettarci dai prossimi mesi, che saranno decisivi in questo senso anche dal punto di vista politico?
Ospite della puntata: Giulia Blasi -
La guerra in Ucraina ha sconvolto gli equilibri internazionali che si erano creati dopo la caduta del Muro di Berlino: ora la Cina ricopre un ruolo chiave che negli anni '80 non aveva. Gli Stati Uniti riusciranno a conservare il loro ruolo di attore egemone nello scacchiere mondiale?
Ospiti della puntata: Simone Pieranni (Il Manifesto) e Lorenzo Lamperti (China Files) -
Il 4 novembre 2008 Barack Hussein Obama è diventato il primo afroamericano ad arrivare alla Casa Bianca: un evento storico per un Paese come gli Stati Uniti che solo da un secolo e mezzo aveva abolito la schiavitù.
Come è arrivato un ragazzo figlio del mondo a essere il primo presidente afroamericano degli Usa, passando dall’essere semplicemente “Barry” al diventare Potus, President of the United States?
Ospite: Giovanni Diamanti (YouTrend). -
La traduzione è un’arte raffinata che permette di importare il patrimonio culturale di un Paese e renderlo comprensibile in un altro in cui si parla una lingua diversa.
Ma tradurre un testo letterario non significa solo cambiare l’idioma in cui sono scritte le parole: significa anche riportare concetti, idee, frasi idiomatiche e modi di dire, cercando di riportare quanto più fedelmente possibile il senso ma anche adattandolo al pubblico a cui ci si riferisce.
Di come sta cambiando il modo di tradurre e l’attenzione che si pone nel rendere il linguaggio degli autori e delle autrici, tenendo sempre più conto delle differenze etniche e di genere, ne parliamo con Martina Testa, traduttrice dall’inglese ed editor per la casa editrice Sur, e con Marta Ciccolari Micaldi (La McMusa). -
La televisione statunitense sta andando sempre di più in direzione di una maggiore inclusività, complice la società multietnica e la necessità di dare spazio a tutti, non solo per quanto riguarda il genere ma anche le proprie origini, in Italia questo tema sta diventando sempre più caldo in tempi recenti.
Quali sono le differenze tra Italia e Stati Uniti e come viene percepita la questione dall’opinione pubblica?
Ne parliamo con Clara Ramazzotti, insegnante e giornalista culturale per varie testate tra cui Vanity Fair che vive a New York, e Lorenzo Costaguta, docente di Storia degli Stati Uniti alla University of Bristol. -
In queste settimane a processo non c’è solo l’ex poliziotto Derek Chauvin responsabile della morte di George Floyd, ma 400 anni di razzismo sistemico che hanno permesso, e permettono ancora, alla società statunitense di ritenere che la vita di una persona non bianca abbia meno valore. Proprio questa mentalità ha generato mostri e ha consentito a Chauvin di immobilizzare a terra Floyd con brutale forza e anaffettività per 9 minuti e 29 secondi.
A Minneapolis è in gioco il futuro multietnico degli Stati Uniti d’America: se dovesse arrivare un’assoluzione o una pena lieve per Derek Chauvin le tensioni razziali potrebbero diventare insostenibili e nessuno scenario sarebbe da escludere.
Ospiti: Emiliano Bos, corrispondente da Washington per la Radiotelevisione svizzera, e Amir Issaa, rapper, attivista e scrittore. -
Dopo quattro anni anomali culminati nell'assalto a Capitol Hill dello scorso 6 gennaio, l'America sta provando a ritrovare la sua anima. In questa fase gli Stati Uniti devono necessariamente interrogarsi sul proprio passato, costellato da un razzismo sistemico, se vogliono guardare al futuro con più ottimismo e speranza. Gli anni di Trump non posso essere visti come un incidente di percorso, da cancellare con un colpo di spugna, è necessaria un'elaborazione per capirne più profondamente le cause.
Ospiti: Marina Catucci, corrispondente da New York de Il Manifesto, e Simona Siri, giornalista e scrittrice che vive a New York. -
Ci sono due generazioni in particolare per cui la pandemia di Covid-19 è stata solo il terzo evento drammatico venuto dopo altri due gravissimi, l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 e la crisi economica del 2008: sono le generazioni dei millennials, la Y, e la cosiddetta Z, cioè i nati tra il 1981 e il 2010. Per i ragazzi americani si è aggiunto anche il dramma dell’assalto a Capitol Hill, un evento che segnerà la storia degli Stati Uniti indelebilmente.
Ne parliamo con Marta Ciccolari Micaldi (La McMusa) e Clara Ramazzotti, insegnante e giornalista culturale che vive a New York. -
È tanta la strada che si trova davanti Joe Biden, ufficialmente diventato presidente lo scorso 20 gennaio, e decisamente in salita. Dovrà ricompattare una nazione divisa, e non a caso ha chiamato in causa durante il suo discorso più di una volta Abraham Lincoln e ha parlato degli attacchi a Capitol Hill come di una «uncivil war», una guerra incivile.
Ora il compito da assolvere è quello che i Padri fondatori hanno scolpito con inchiostro di ferro sulla prima pagina della Costituzione: creare un’Unione sempre più perfetta, affrontando problemi che sono endemici all’interno del Paese.
Ospiti: Francesco Costa, vicedirettore de Il Post, Daniele Fiorentino, direttore del Dipartimento di Scienze Politiche di Roma Tre e docente di Storia degli Stati Uniti d’America, e Emiliano Bos, corrispondente da Washington per la Radio Televisione Svizzera. -
Se c’è una personalità politica statunitense di cui tutti hanno sentito parlare è la democratica Alexandria Ocasio-Cortez, detta AOC, un diminutivo che è diventato un marchio di riconoscimento per la più giovane deputata mai eletta al Congresso e per le sue idee progressiste, da lei stessa definite socialiste.
AOC è giovane, dotata di grande fascino, bravissima nel comunicare le sue idee e abilissima nell’uso dei social media, dove porta avanti un rapporto diretto non solo con i suoi elettori, ma con tutte le persone che si predispongono all’ascolto.
Il suo essere una giovane donna, newyorkese del Bronx, radicalmente di sinistra e con genitori di origini portoricane la rende il simbolo dell’America del futuro.
Ospiti: Francesco Foti, autore del libro Alexandria Ocasio-Cortez. La giovane favolosa, e Federica Gentile, docente di Gender Studies alla Missouri State University e autrice del blog Ladynomics. -
Il prossimo 5 gennaio andranno in scena i decisivi ballottaggi per i due seggi della Georgia al Senato. In queste elezioni si confronteranno Raphael Warnock contro Kelly Loeffler e Jon Ossoff contro David Perdue. Secondo l’ex presidente Barack Obama «questa elezione non riguarda solo la Georgia, ma tutta la nazione e il mondo intero». Cosa dobbiamo aspettarci da questi ballottaggi? Come è cambiata la Georgia e il suo elettorato negli ultimi anni?
Ne parliamo con Viviana Mazza, giornalista del Corriere della Sera, e Giuliano Santangeli-Valenzani, docente di Storia degli Stati Uniti all’Università di Roma Tre. - Se mer