Episoder
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Neil Gaiman è uno scrittore, sceneggiatore e fumettista di grande fame, capace di realizzare un ciclo di fumetti dal titolo The Sandman per la DC Comics tra gli anni 80 e 90 che è stata ritenuta una delle saghe epiche postmoderne più fortunate ed efficaci. Sandman è divenuto di recente una serie per Netflix, ma Gaiman è stato autore e ispiratore di moltissime altre narrazioni neoseriali, caratterizzate tutte da proposte neo-mitologiche immaginifiche dove le divinità si antropomorfizzano e abitano la terra dei mortali.
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Sergej Michajlovič Ėjzenštejn è non solo uno dei più grandi registi di ogni tempo, ma anche una delle personalità determinanti della storia della cultura del Novecento. Grazie a lui, il cinema divenne linguaggio e il montaggio iniziò a sfruttare tutte le sue incredibili capacità concettuali e politiche. Tuttavia, la vicenda esistenziale di Ėjzenštejn, segnata dalla persecuzione stalinista, è stata profondamente complicata e drammatica, fino alla tragica fine della sua vita.
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L’episodio di questa settimana di Immaginari Cineseriali è dedicato a due giganti della storia del cinema, Sir Alfred Hitchcock da un lato e Jean Renoir dall’altro. Si tratta di due dei più grandi registi di sempre, di provenienza e sensibile diversissime e che proposero metodi di regia e produzione del film molto differenti tra loro.
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Diventato negli anni 90 uno dei registi più celebri e più amati, Tim Burton ha continuato anche nel corso degli anni 200 ha dimostrare tutto il suo talento con opere mature e assai profonde. Per la settimana di Halloween, Immaginari Cineseriali dedica una riflessione sul regista neo-gothic che ha recuperato la lezione del cinema espressionista tedesco dei primi del Novecento.
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L’episodio di oggi è un omaggio a un grande autore del cinema britannico, ovvero Peter Greenaway. Festeggiando i 40 anni di uno dei suoi capolavori, ovvero I misteri del giardino di Compton House, mettiamo in evidenza la sua rivoluzionaria concezione di cinema e la sua estetica radicale, non allineabile al circuito commerciale ma più vicino alle esperienze della videoarte e delle avanguardie artistiche.
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Tutti gli appassionati di nuova serialità hanno salutato con malinconia la fine di Better Call Saul, serie Netflix che definire semplicemente spin-off di Breaking Bad appare quanto mai riduttivo. Un finale struggente ma efficace, degno dell’intera serie, che è stata capace di indagare la complessità interiore di un (apparentemente) banale profittatore.
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Quando si parla di “cinema digitale”, spesso si fa grande confusione: cosa intendiamo per tecnologia digitale applicata al cinema o all’immagine cinematografica? Ci sono registi che girano ancora in pellicola? Cosa permette di fare il digitale che l’analogico non permetteva? Proviamo a fare ordine in questo episodio.
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Di recente diffusione, la quinta stagione dell’acclamata serie Cobra Kai, ispirata e costruita a partire dalla saga di Karate Kid, mette nuovamente in evidenza come una delle strategie espressive più efficaci nella cultura contemporanea sia il racconto del tempo che passa, impossibile da recuperare e trattenere. D’altronde, la stessa serie dedicata alla vita della Regina Elisabetta, The Crown, mette in evidenza questo tema.
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Per tutti gli amanti del cinema, la fine dell’estate è stata segnata dalla scomparsa di uno dei più grandi maestri della storia del cinema, ovvero il regista e teorico Jean Luc Godard, uno dei padri fondatori della Nouvelle Vague. Lo ricordiamo in questo episodio, sottolineando la sua profonda influenza nella cultura della seconda metà del Novecento
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Questa prima stagione di "Immaginari cineseriali" si conclude in questa puntata. Nel finale di stagione, ripercorreremo il sentiero tracciato nelle precedenti puntate dandoci appuntamento a settembre con nuovi spunti interessanti da affrontare insieme.
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Il 1962 uscì uno dei capolavori indiscussi del maestro John Ford, ovvero L’uomo che uccise Liberty Valance, uno dei suoi ultimi film che sancì la fine del western classico e annunciò il rinnovamento del genere condotto negli anni 60 e 70 con i registi della Nuova Hollywood. Un gioiello che vale la pena omaggiare per tornare a riflettere sul ruolo che il mito e la leggenda hanno nella fondazione delle comunità e delle società.
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Prodotta e distribuita dagli Amazon Studios, la serie La fantastica signora Maisel è giunta di recente alla quarta stagione che ha confermato le specificità di scrittura e il ritmo delle precedenti: si tratta del tipico stile Sherman-Palladino, dal momento che la serie è diretta e ideata da Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino, già autori e showrunner di altre fortunatissime serie basate su dialoghi serrati, comicità frizzante e ironia al vetriolo. Al centro della serie il ruolo dirompente del “linguaggio” che straborda fino all’anacronismo.
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Per festeggiare gli splendidi primi 80 anni di Paul McCartney abbiamo pensato di fare riferimento alla bellissima docu-serie curata da Peter Jackson del 2021 dal titolo The Beatles: Get Back, prodotto Disney che ricostruisce le 3 settimane trascorse dai Fab Four per organizzare il loro ritorno al grande pubblico e che invece condurrà al notissimo ultimo concerto e poi allo scioglimento. Un modo anche per ricordare il rapporto profondo tra i Beatles e il cinema.
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Vent'anni fa usciva uno dei capolavori di Miyazaki, autore che è stato capace di rinnovare il senso e il linguaggio del cinema d'animazione. La città incantata vinse la Palma d'oro rivaleggiando per complessità e profondità con film di grandi registi, a dimostrazione di come, grazie allo Studio Ghibli, le opere di animazione non possano essere derubricate banalmente a "cartoni animati".
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Giunta al termine dopo quattro bellissime stagioni, Ozark è stato uno dei titoli di punta di Netflix, capace di ripensare un genere classico hollywoodiano come il noir in una modalità differente e complementare a Breaking Bad.
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Dopo la strage alla scuola elementare di Uvalda in Texas, non possiamo non tornare a riflettere sull'assurdità di così tante vittime innocenti, e sull'agghiacciante banalità di questi stermini per mano di adolescenti. Dopo la strage a Columbine del 1999, già Michael Moore e poi Gus Van Sant avevano deciso di interrogarsi su questa tragedia legata all'uso indiscriminato di armi, e diverse serie attuali tentano di raccontare il disagio esistenziale e psichico della Generazione z
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Il dibattito sul rapporto tra narrazione cinematografica, dovere di documentazione e atrocità della guerra è quanto mai attuale, pensando alla cronaca e a ciò che sta accadendo in Ucraina. Brian De Palma, nel 2007, con Redacted propose un film costruito su una soluzione originale e innovativa: un "falso documentario" attraverso il quale poter raccontare la verità.
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Nelle ultime settimane LA7 sta trasmettendo la serie di e con Zelenskj "Il presidente del popolo", prodotto che ha messo in evidenza come immaginario seriale e realtà politica abbiano invertito la loro posizione, dal momento che è sempre più il primo a determinare la seconda.
Da West Wing a House of Cards infatti, le serie hanno raccontato il mondo presidenziale influenzando profondamente la stessa realtà oltre a rappresentarla. -
L'ultimo film di Gabriele Mainetti ha fatto incetta di premi tecnici all'ultima cerimonia dei David di Donatello. D'altronde la dimensione estetica del film rappresenta il suo punto forte: come per il fortunato "Lo chiamavano Jeeg Robot", Mainetti torna a farsi ispirare dall'immaginario del fumetto ma in modo diverso, puntando alla "retromania" e a quello che Fredric Jameson chiamava Museo Immaginario: la pratica tipicamente postmoderna di confondere i riferimenti temporali, confondendo passato e presente.
- Se mer