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Nell'immaginario collettivo, alimentato dai telefilm americani, l'avvocato è un uomo/donna con una vita molto impegnata, passata tra lo studio, le aule di tribunale e i locali alla moda per festeggiare la vittoria della causa, il tutto condito da tailleur, lustrini e paillettes.
La realtà è ben diversa: in alcuni momenti, l’avvocato può non riuscire neanche a dormire il necessario, a causa del superlavoro.
In questo episodio cercheremo di stilare una lista di buone prassi da adottare per conciliare al meglio la vita privata con la professione più bella del mondo.
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L'avvocato è la professione più bella del mondo: libera, indipendente, sempre innovativa e mai uguale da un giorno all'altro, spesso a tutela dei più deboli, in ogni caso rivolta ad eliminare o ridurre numericamente le ingiustizie, in applicazione della legge.
Cassa Forense, ogni anno, realizza in collaborazione con il CENSIS un rapporto sullo stato dell'avvocatura, che descrive la situazione dell'avvocatura italiana, individuando ogni anno quelli che sono i possibili mercati in crescita.
Partendo dai dati del 'Rapporto sull'avvocatura 2023' cerchiamo di scoprire come sarà l'avvocato che verrà.
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Tra le novità introdotte dalla Legge Professionale, una delle più discusse è quella sulle specializzazioni.
Da sempre l’avvocatura, in ogni sua componente, si interroga sulla necessità e soprattutto sull’utilità, specie per i più giovani e per gli avvocati di provincia, del fregiarsi del titolo di specialista, il cui conseguimento è comunque impegnativo e costoso.
Scopriamo insieme chi è l’avvocato specialista, come si consegue il titolo e se davvero, per un giovane iscritto all’albo, può rappresentare un’opportunità.
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Conseguire il titolo di avvocato non è sinonimo di immediata clientela: non è infatti sufficiente iscriversi all'albo per fatturare nell'immediato, mantenersi e riuscire a pagare le spese.
La legge offre al neo-avvocato varie possibilità per “farsi le ossa” in determinati ambiti giuridici, svolgendo funzioni a supporto del Tribunale o dei più deboli: avvocato d'ufficio, mediatore, arbitro, amministratore di sostegno, custode giudiziario e professionista delegato alle operazioni di vendita, gestore della crisi di impresa.
Scopriamo insieme quali sono i requisiti per poter svolgere questo tipo di attività.
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Dopo essersi immesso sul mercato, il neo-avvocato dovrà confrontarsi con le varie modalità di offerta di servizi legali sul mercato.
I costi per aprire e mantenere uno studio legale sono spesso insostenibili.
Una soluzione per abbattere i costi e offrire al cliente dei servizi legali variegati e caratterizzati dalla multidisciplinarietà è rappresentata dalle aggregazioni professionali: associazione tra professionisti e società tra avvocati.
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La criminalità, oggi, corre sul web, e purtroppo attacca spesso i dispositivi dei professionisti per chiedere loro un riscatto in bitcoin o altra criptovaluta.
Cosa si può fare?
Non esiste un modo per rendere sicuro e inattaccabile al 100% il nostro dispositivo, perché la tecnologia si sviluppa velocemente, e gli hacker creano continuamente nuovi modi di rubare i dati e infettare i dispositivi, ma possiamo rendere la vita difficile ai criminali informatici, chiudendo a chiave con molte mandate le porte di accesso al nostro studio legale digitale: PC, smartphone, tablet, rete.
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Se in passato l’ingresso di un nuovo professionista nel mercato legale era principalmente basato sul passaparola e su un’ottima strategia di ricerca di potenziali clienti sul campo, oggi tutto passa attraverso la rete internet: sito web, social network, podcast, canali video.
Negli ultimi anni il fenomeno è esploso, facendo emergere una importante carenza nel bagaglio formativo degli avvocati: la totale ignoranza in materia di strategia di marketing legale.
Scopriamo perché è importante per l’avvocato essere presente sul web e con quali modalità.
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In virtù dell’art. 21 della Legge Professionale, entrata in vigore il 2 febbraio 2013, l’iscrizione all’albo degli avvocati comporta la contestuale iscrizione a Cassa Forense, l’ente che si occupa della previdenza degli avvocati italiani.
Da quando è entrato in vigore l’obbligo di iscrizione a Cassa, con le spese che esso comporta, le cancellazioni dall’albo sono gradatamente aumentate.
Ma non bisogna però scoraggiarsi!
Dopo ogni crisi c’è sempre la ripartenza, e quella deve spingere soprattutto i neoavvocati ad indossare (anche solo metaforicamente) la toga ogni giorno, per esercitare quella che è la professione più bella e nobile del mondo.
Scopriamo insieme, in questa ottava puntata di “Voglio fare l’avvocato”, il mondo della previdenza forense.
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Dopo un lungo, tortuoso e impegnativo iter da seguire per poter conseguire l’abilitazione, una volta superato l’esame, è finalmente possibile iscriversi all’Albo degli Avvocati e iniziare ad esercitare la professione.
Da quel momento in poi il neoavvocato dovrà, con razionalità e coraggio, scegliere il modo in cui immettersi sul mercato e offrire i propri servizi legali ai potenziali clienti.
Scopriamo insieme, in questa settima puntata di “Voglio fare l’avvocato”, quali sono gli strumenti indispensabili per un avvocato che voglia avviare il proprio studio, cercando anche di quantificare, ove possibile, i costi iniziali.
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Il praticante, a conclusione dei diciotto mesi di tirocinio durante i quali avrà dedicato “anema e core” a formarsi al meglio e prepararsi in vista della successiva tappa del percorso verso la professione, per poter finalmente indossare la toga e chiamarsi AVVOCATO, dovrà superare l’ostacolo più difficile: l’esame di abilitazione, in gergo detto “esame d’avvocato”.
L’esame di abilitazione, oggi come oggi, è un rebus: disciplina transitoria, vecchia normativa, nuovo esame d’avvocato, modalità emergenziale, continui progetti di riforma … difficile barcamenarsi tra tutte le news sul tema, sempre caldo.
Scopriamo insieme in questa sesta puntata di “Voglio fare l’avvocato” come si svolgono i diversi tipi di esame, e soprattutto cosa bisogna aspettarsi per le sessioni d’esame dal 2023 in poi.
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Non è mai troppo presto per iniziare a pensare al proprio futuro, prossimo o remoto che sia.
Il praticante avvocato, sin dall’iscrizione al registro, oltre a dover studiare e lavorare per portare a termine il tirocinio e poi superare l’esame di abilitazione, costruendo al meglio la propria carriera, dovrà anche iniziare a pensare al momento in cui non lavorerà più o comunque avrà bisogno di assistenza.
Questa quinta puntata di “Voglio fare l’avvocato”, di Manuela Calautti, avvocato e formatore professionale, ha lo scopo di informare e rendere consapevole il praticante avvocato dell’esistenza della previdenza forense, dei costi e delle opportunità da essa derivanti, con un linguaggio comprensibile a un neolaureato che si è appena affacciato alla professione e che, dal punto di vista previdenziale, “non sa che pesci pigliare”.
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Come abbiamo già detto, il vecchio adagio “diritto privato – mezzo avvocato” non è così realistico.
Dopo la laurea il dottore in giurisprudenza deve svolgere la pratica forense, costituita da due componenti inseparabili: la pratica presso uno studio legale e la frequenza obbligatoria della Scuola Forense.
La Legge Professionale consente al praticante di sostituire, in tutto o in parte, la pratica presso uno studio legale, con altre attività legate al mondo della giustizia.
In questa quarta puntata di “Voglio fare l’avvocato”, scopriremo insieme a Manuela Calautti, avvocato e formatore professionale, il mondo dei “tirocini alternativi” e delle Scuole Forensi obbligatorie.
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La strada dall’università alla professione non è così breve come potrebbe sembrare, ed è costellata di ostacoli, burocrazia e regole da conoscere per poter raggiungere la meta al più presto possibile.
In questa terza puntata di “Voglio fare l’avvocato”, scopriamo insieme a Manuela Calautti, avvocato e formatore professionale, come funziona il tirocinio formativo, e nello specifico la parte relativa a quella che si chiama, in gergo, “pratica forense”.
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Nel secondo episodio di “Voglio fare l’avvocato”, Manuela Calautti, avvocato e formatore professionale, ci spiega che, per essere competitivi sul mercato il rispetto dei tempi di studio e tirocinio è una scriminante che può incidere sia nella valutazione da parte dei clienti, che prediligeranno professionisti giovani che abbiano conseguito l’abilitazione nei tempi stabiliti dalla legge, che nel giudizio da parte del titolare dello studio associato di cui decideremo di far parte, perché l’aver rispettato o addirittura anticipato i tempi per diventare avvocato, al momento di sostenere il colloquio, sarà valutato come segno di un candidato brillante.
Scopriamo allora insieme, in questa nuova puntata di “Voglio fare l’avvocato”, come bruciare le tappe nel percorso verso l’avvocatura.
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Nel primo episodio di “Voglio fare l’avvocato”, Manuela Calautti, avvocato e formatore professionale,
ci spiega come partire con il piede giusto: la laurea magistrale in giurisprudenza, che ti permetterà di accedere al successivo percorso per avere l’abilitazione a esercitare la nobile professione forense.
Le materie che costituiscono il piano di studi del corso di laurea in giurisprudenza sono divise tra materie obbligatorie e non obbligatorie (opzionali, facoltative, a scelta dello studente, in base alla definizione che preferisce dare l’Ateneo).
Ma quali sono le materie opzionali da approfondire sin dall’università, per immettersi sul mercato con un bagaglio immediatamente spendibile nel mondo del lavoro?
Ascolta il podcast per scoprirle!