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Cara filosofia, ti scrivo. È arrivato il momento di salutarci, siamo alla sessantesima e ultima puntata… In tutta franchezza credo che la mosca tu sia riuscita egregiamente a farla uscire dalla bottiglia. Ce l’hai insomma messa tutta per risolvere un discreto numero di problemi. Buon ripasso eventuale, allora, agli invisibili in ascolto, naturalmente citofonando a Hegel. Cordialmente, Paolo Pagani Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Come descriverebbe Gramsci i giovani di oggi? Apatici o pronti a “istruirsi, agitarsi, organizzarsi” come predicava nel lontano Primo Maggio del 1919 sul primo numero del suo giornale L’Ordine Nuovo? E per cosa dovrebbero “istruirsi, agitarsi, organizzarsi”? Fra le grandi questioni del nostro tempo, come già all’epoca di Gramsci, c’è di sicuro la loro, prigionieri come sono del precariato, dell’insicurezza, dell’instabilità. Ma chi sono i giovani di oggi? Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Secondo il filosofo presocratico Eraclito non troverai mai la verità se non sei disposto ad accettare ciò che non ti aspetti. Nei momenti drammatici della Storia e della vita, in altre parole, è esclusivamente il ricorso all’improbabile, all’inaspettato, che infonde speranza. Come contraddirlo? I grandi avvenimenti sono stati spesso completamente inattesi, imprevisti, sorprendenti. Come la vittoria di Atene sui persiani di Serse a Salamina, o il crollo dell’Unione Sovietica e la caduta del Muro di Berlino nel 1989. Chi se li aspettava? Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Hannah Arendt con il saggio “Noi rifugiati” pubblicato a New York nel 1943 dà la parola a tutti i senza patria del mondo. Lei parla soprattutto degli ebrei braccati da Hitler, ma il suo pensiero ha un valore e un respiro universali: i rifugiati sono coloro che vengono espulsi e che, poi, non vengono accolti. La disgrazia del rifugiato è l’assenza di una comunità, la sua “nudità”, ci spiega la Arendt. Non converrebbe ricordarselo, una volta tanto? Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Siamo tutti, sempre, inevitabilmente vittime e insieme autori di ingiustizie, grandi e piccole. Ma perché? Ci sono leggi ingiuste? E quali sono? La questione è antichissima e le cronache la risollevano di continuo. Ad esempio, quando in tempi di guerra ci si chiede se sia giusto o no uccidere un tiranno. L’antica vicenda di Antigone, la figlia di Edipo che disobbedisce alle leggi dello Stato per dare degna sepoltura al fratello Polinice, è l’emblema immortale di ogni ribellione contro il potere ingiusto. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Cos’hanno in comune la frequenza ossessiva con la quale maneggiamo lo smartphone e la saggezza dei filosofi? Entrambe sono originate da una mania. Le manie hanno un enorme potenziale conoscitivo. A spiegarci il perché è Platone che nel Fedro, il dialogo che affronta il tema dell’amore e che risale probabilmente al 370 a.C., ci racconta del rapporto costruttivo delle nostre ossessioni sia con la passione amorosa, che col genio scientifico. Cioè con la conoscenza. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Qual è il principale corollario del politicamente corretto, tanto di moda ai nostri giorni? Semplice: la censura di chi la pensa in modo diverso. Ma diverso da chi, da cosa? Con quale diritto censurare? La cancel culture suggerisce di abbattere le statue di personaggi sgraditi o di boicottare e mettere all’indice libri e film scorretti. Niente di nuovo, certo… Basta pensare a Giordano Bruno, il filosofo che concepì idee astronomiche rivoluzionarie per il ‘500 ed è morto bruciato sul rogo. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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La filosofia ha lungamente pensato sia al corpo che all’idea di Bellezza. Perché, oggi, tatuarsi sgorbi? Perché infliggersi spilloni da balia nei punti più improbabili? E qual è la ragione del vestirsi assemblando stracci e griffe, o addirittura stracci griffati? Ovvio che c’entri la filosofia quando succedono cose del genere. Per provare a capirci qualcosa, partiamo da l’“Estetica del brutto” di Karl Rosenkranz, un’opera considerata classica che fa molto al caso nostro. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Persino nel pensiero di Hegel manca il benché minimo spazio da dedicare alla donna, alla sua emancipazione… Ma i filosofi parlano mai delle donne, dei loro diritti, della loro condizione? Discriminazioni, quote rosa, pari opportunità, per non parlare del femminicidio… Qualcuno ha mai pensato a tutto questo? Non Nietzsche, non Schopenhauer. Anzi, da Aristotele in avanti è tutto un proliferare di pensieri per lo più misogini. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Etienne de la Boétie, classe 1530, nel suo “Discorso sulla servitù volontaria” sostiene che qualunque tiranno detiene il potere fino a che i suoi sudditi glielo concedono. Fu uno dei primi pensatori a proporre come contromossa la ”non collaborazione”, una forma di disobbedienza nonviolenta alla Gandhi... Sì, ma cosa avrebbe detto dei Riders, quei ciclisti imbacuccati e schiavizzati che pedalano con enormi zaini portavivande sulle spalle per venire a sfamarci? Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Il futuro è già determinato e dunque non possiamo fare niente per modificare gli eventi, oppure è aperto, e allora possiamo pensare di influenzarne in qualche modo il corso? Studiare il passato per prevedere l’aspetto possibile dell’avvenire è una massima del saggio Confucio che faremmo sempre bene a tenere a mente quando ci pensiamo. Ma il dilemma sul futuro, tra pessimismi e ottimismi, occupa da almeno 2500 anni anche il pensiero filosofico occidentale. Ecco come. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Tutto il dibattito sull’eutanasia ruota intorno a cosa si intenda per libertà. John Stuart Mill, che nel 1859 scrisse “On liberty”, una delle pietre miliari della cultura filosofica moderna, sostiene che si è liberi solo finché non si fa danno a qualcuno. Certo, c’è eccome il rischio che, con la scusa di difendere le libertà collettive, lo Stato faccia valere in eccesso la prerogativa di disporre della vita dei suoi cittadini. Fino a far gridare, com’è successo per il Covid, alla dittatura sanitaria. La teoria di Mill però dimostra che la filosofia è sempre in grado di stabilire razionalmente la fede nella libertà. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Zenone di Elea, che non è un funzionario greco della Bce, ma il filosofo che per la primissima volta nella storia del pensiero ha utilizzato l’arma disorientante del paradosso, potrebbe esserci utile per capire un evidente rovesciamento della logica. Vendere ciò che non si possiede? Ordinaria amministrazione per il mondo finanziario. Il nuovo obiettivo, altamente speculativo, è scommettere (ancora) sul fallimento italiano. Come? Vendendo allo scoperto i Btp, i titoli del nostro debito pubblico. Senza però averli mai comprati. È la forza del paradosso, per l’appunto. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Da anni assistiamo al tragico scenario dell’immigrazione e delle morti in mare aperto. Allora è più che mai necessario rileggere Montaigne: il concetto di relativismo culturale, prezioso strumento teorico se parliamo di migranti, nasce proprio con il più celebre filosofo del Rinascimento francese. A quei tempi l’America era stata scoperta da poco e quando Montaigne riflette sul Nuovo Mondo, ci ricorda che non lo abbiamo affatto conquistato con la superiorità morale, ma con la brutalità, con le armi. Noi non siamo affatto superiori ai barbari. Anzi, i barbari incontrandoci hanno appreso il peggio di noi. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Possibile che la filosofia abbia già riflettuto sulle catastrofi del presente, come lo scioglimento dei ghiacciai, le Alpi che si sbriciolano, le alluvioni disastrose, prima ancora d’avere ascoltato Greta Thunberg e le sue invettive sulle apocalissi climatiche? Altro che se è possibile. Per rendersene conto basta riandare a Voltaire, ai 234 versi del suo Poema sul disastro di Lisbona e al sottile sarcasmo del “Candido”, il pamphlet del 1759 con cui aveva demolito l’ottimismo di un genio assoluto del Seicento, un certo Leibniz… Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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“Quel poco che so della morale l’ho appreso sui campi di calcio e le scene di teatro, le mie vere università” rivelò in un’intervista Albert Camus, il filosofo e premio Nobel letterario che da giovane giocò nel ruolo del portiere in una squadra universitaria in Algeria, la sua terra natale. Mentre iniziano i Mondiali, chiediamoci: che rapporto esiste tra la filosofia e il pallone? Ma esiste? Il calcio insegna a vivere? Pone questioni che la filosofia può sentirsi autorizzata ad affrontare? Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Xavier De Maistre nel marzo 1794 fu messo agli arresti per 42 giorni; aveva sfidato e sconfitto a duello un ufficiale, mentre era di stanza nella guarnigione di Torino. Più o meno la stessa stagione (e la stessa durata) del lockdown da Covid capitato a noi nel 2020. Nel suo straordinario “Viaggio intorno alla mia camera”, De Maistre consegna ai lettori una vera lezione sull’autoconsapevolezza filosofica dei benefici derivanti dalla solitudine in stato di cattività. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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“Senso comune” vuol dire sempre “buon senso”? O invece, al contrario, è sinonimo di opinione volgare, acritica, scontata perché eccessivamente popolare? Converrebbe deciderlo se si decide di essere un influencer. Perché di “senso comune” e di “buon senso”, nella circolazione di opinioni in perenne conflitto di legittimità sui social, si fa un grande uso. Ecco cosa ne pensano due grandi filosofi come Thomas Reid e Karl Popper… Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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Cipputi, la creatura più famosa di Altan, riassume il pessimismo filosofico di Schopenhauer: il nocciolo dell’esistenza è un bisogno mai soddisfatto e le illusioni svaniscono sempre. Possiede, però, anche la marxiana coscienza di classe. Il metalmeccanico Cipputi non ha insomma alcuna intenzione di dismettere la tuta blu, la sua divisa da aristocrazia operaia. Non si inginocchia e non si lascia umiliare. Cipputi è un pensatore. Non un intellettuale, no: ma un uomo che pensa e fa politica col cervello. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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“Utopia” è un classico del filosofo Thomas More, scritto nel 1516. Racconta di un'isola sulla quale si è finalmente realizzato l’ideale di una società solidale. Dove è stata abolita la proprietà privata, si lavora nei campi per il proprio bisogno, ma non più di 4-6 ore al giorno, dove la cultura e lo studio sono gli unici lasciapassare per accedere alle leve di comando della società. Pensare a quel che non c’è, all’utopia, può darci una grande mano a capire cosa vogliamo, oltre che a svelare cosa ci manca. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices
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