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  • Il racconto di Silvia arriva all’ultima puntata, che è in realtà una sorta di seduta di psicoterapia con la dottoressa Mosconi, la responsabile dei SAIFIP. Nelle stanze dell’ospedale romano che sta seguendo Alex e Mark, Silvia racconta tutti i suoi dubbi, che raggiungono un nuovo livello di preoccupazione: durante un incontro, un chirurgo del SAIFIP ha chiesto ad Alex se sta pensando di sottoporsi alla falloplastica. Si tratta dell’ennesimo momento cruciale di questa storia. Silvia ormai ha capito che anche per lei si tratta di un percorso complesso, ma fondamentale per permetterle una nuova connessione con Alex, a un anno dal suo coming out. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices

  • Il percorso di Alex è un percorso di accettazione: dopo aver capito come si sentiva e i motivi per cui non stava bene, ha trovato il modo per definire la propria identità. Questo percorso si incrocia però con lo sguardo delle persone e con i loro giudizi, due elementi che spaventano a morte Silvia, che vorrebbe proteggere il figlio da ulteriori sofferenze. Alex e Mark, in realtà, si sentono tranquilli da questo punto di vista e anzi, sono pronti per mettersi in gioco: Mark racconta a Silvia del suo primo innamoramento, mentre Alex le presenta il suo ragazzo. Silvia conosce anche la “consuocera” e in lei ritrova gli stessi segni di una persona che è stata travolta da una valanga di contemporaneità. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices

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  • Mark e Alex hanno tanto in comune: gli anni in cui si sono nascosti, ma anche la decisione di fare coming out. Per entrambi è stata fondamentale la figura di un insegnante, che Mark arriva a definire un angelo. È infatti una professoressa la prima persona che capisce cosa cova sotto l’apparente tranquillità di Mark: è lei ad aiutarlo ad aprirsi e ad avviare il percorso che lo porterà a scrivere la lettera con cui racconta ai genitori come si sente e a fare coming out con i compagni, chiedendo loro di chiamarlo con un nuovo nome. La scuola è il primo luogo in cui Mark viene accettato e non è un caso che anche Alex si appoggi a un insegnante per raccontare per la prima volta su un giornalino scolastico delle sue ferite auto-inferte. Entrambi hanno avuto bisogno di una figura altra dalla famiglia, per iniziare ad aprirsi. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices

  • Nella sua esperienza di madre, Silvia ha sempre considerato Alex un figlio tranquillo, forse un po’ introverso, che faticava a integrarsi nei gruppi di amici. Solo ora capisce che in realtà Alex era come un vulcano: immobile e immutabile all’esterno, ma colmo di magma che ribolle all’interno. Quel magma è un profondo malessere, che deriva dall’impossibilità di accettare il proprio corpo. Conoscendo più a fondo la storia di Mark e continuando a frequentare il SAIFIP, Silvia per la prima volta comprende come si è sentito Alex in tutti quegli anni che ha passato vicino a lui, senza immaginarne la sofferenza quotidiana. In un crescendo di incredulità, Silvia scopre che Alex ha avuto episodi di autolesionismo, in cui si è auto-inferto ferite sulle braccia. C’è però una notizia ancora più difficile da accettare, che arriva direttamente dagli psicologi del SAIFIP: proprio come Mark, anche Alex ha pensato più volte al suicidio. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices

  • Un anno dopo il coming out di Alex, Silvia ancora fatica a ritrovare un rapporto con il figlio. Per questo, decide di partire per la Sicilia, per andare a conoscere Mark e la sua famiglia. Parlando con loro, capisce che Mark e Alex hanno provato sentimenti simili nei confronti dei loro corpi: li hanno vissuti come se fossero distanti, qualcosa di diverso da loro.Le famiglie di Mark e Alex sono diversissime, ma la reazione al coming out è stata la stessa: incredulità.Giorno dopo giorno, tutti si confrontano con la novità e cercano di far sentire a Mark e Alex la propria vicinanza, compresi i nonni, i più lontani per esperienze di vita e forma mentis. Anche perché, nel frattempo, il SAIFIP ha emesso il proprio parere sul figlio di Silvia: “Presenta un'identificazione di genere non binaria in quanto non sente di appartenere a nessuno dei due generi”. Da quel momento, per tutti è Alex. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices

  • “Mamma sono trans” è la frase che mi è piombata addosso in un giorno qualunque mentre scolavo gli spaghetti. E’ iniziato così il mio maldestro tentativo di capire chi è davvero quel tredicenne che credevo “figlia” e ho imparato a chiamare “figlio”Se ci sono riuscita è anche grazie a Mark, una persona trans apparsa nella mia vita con tutto il suo coraggio, quando io non capivo più niente.Un podcast di Spotify Studios in collaborazione con Chora Media. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices

  • Silvia è a casa, è una giornata come tante altre, destinata però a diventare una giornata che non dimenticherà per tutta la vita. Mentre sta scolando la pasta per il pranzo, sua figlia Alba, appena tornata dalla scuola media, le dice a bruciapelo: “Mamma, sono trans. Anzi, precisamente sono non binario”.Per Silvia è una rivelazione del tutto inattesa, che la mette di fronte a una domanda difficile da gestire: conosco veramente questa figlia che mi sta chiedendo di essere chiamata Alex?Per aiutare Alex (e per aiutarsi a capire quello che sta succedendo), Silvia inizia a frequentare il SAIFIP, un un servizio di un ospedale romano dedicato alla disforia di genere. Qui conosce Mark, un ragazzo siciliano che ha vissuto un’esperienza simile a quella di Alex e che sarà fondamentale per Silvia, per trovare le risposte che sta cercando da quel fatidico momento in cui è stata travolta da una valanga di contemporaneità. Learn more about your ad choices. Visit podcastchoices.com/adchoices