Episódios
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Bombe sulla Striscia di Gaza, combattimenti nelle cittadine del meridione libanese, cannoni ad acqua contro i manifestanti a Gerusalemme e Tel Aviv. Nessuno può negare che Israele stia attraversando uno dei momenti più strani della sua storia, ormai impegnata in una guerra su otto fronti.
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Gerusalemme - La vittoria di Trump arriva il giorno dopo il licenziamento del ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant da parte del premier Benjamin Netanyahu. I media locali e gli stessi israeliani sono pertanto ancora occupati a pensare al significato e all'impatto che può avere l'uscita di Gallant dal governo durante una guerra ancora in corso. La notizia della vittoria di Trump non è secondaria ma non pare essere nemmeno la notizia del giorno. Verso le ore 12 di ieri la prima notizia sul sito del quotidiano israeliano "Ynet" erano i missili con i quali gli Hezbollah dal Libano avevano fatto scattare l'allarme a Tel Aviv, creando danni anche vicino all'aeroporto "Ben Gurion". La vittoria di Trump era stata invece collocata in basso. Per adesso, infatti, la guerra è l'unica notizia.Gerusalemme - La vittoria di Trump arriva il giorno dopo il licenziamento del ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant da parte del premier Benjamin Netanyahu. I media locali e gli stessi israeliani sono pertanto ancora occupati a pensare al significato e all'impatto che può avere l'uscita di Gallant dal governo durante una guerra ancora in corso. La notizia della vittoria di Trump non è secondaria ma non pare essere nemmeno la notizia del giorno. Verso le ore 12 di ieri la prima notizia sul sito del quotidiano israeliano "Ynet" erano i missili con i quali gli Hezbollah dal Libano avevano fatto scattare l'allarme a Tel Aviv, creando danni anche vicino all'aeroporto "Ben Gurion". La vittoria di Trump era stata invece collocata in basso. Per adesso, infatti, la guerra è l'unica notizia.
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Estão a faltar episódios?
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La nomina del nuovo segretario generale di Hezbollah Naim Qassem non è un segno di vitalità per l’organizzazione libanese di suprematisti sciiti.
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La vittoria totale di Israele contro Hamas prevede la devastazione del suo quadro politico, oltre che militare. Per questa ragione è lecito ancora attendersi uccisioni mirate contro personalità di spicco
della milizia palestinese. -
C’è un modo per riportare indietro gli ostaggi. Questo approccio ha maggiori possibilità di successo rispetto alla politica attualmente adottata dal governo israeliano.
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L’attacco che Israele sta preparando contro l’Iran, in risposta a quello balistico iraniano del primo ottobre scorso, potrebbe essere un’oppor tunità per le varie etnie iraniane d’insorgere contro il regime islamico.
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Un cambio di regime in Iran potrebbe favorire la creazione di un nuovo ordine in Medio Oriente e coniugare il diritto israeliano di vivere in pace con il desiderio di libertà degli iraniani.
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Gli USA e un piano questa volta forse possibile. Come il Libano può risorgere sfruttando a suo favore questa guerra.
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Nel conflitto regionale attualmente in corso in Medio Oriente, lo scontro fra Gerusalemme e Teheran passa per Dahiyeh. La traduzione di questo nome è letteralmente “sobborgo Sud di Beirut”, strategico perché tagliato dall’autostrada M51 che connette il centro all’aeroporto capitolino “Rafic Hariri”.
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Ormai ci siamo: il countdown per le elezioni presidenziali americane è partito. Due settimane esatte dal momento in cui leggerete queste righe. Due settimane in apnea, con il mondo freezato, in attesa di sapere. In Ucraina e Medio Oriente tutte le parti in causa si muovono o non si muovono in funzione di ciò che accadrà il 5 novembre. Che vinca Trump o Harris non sarà l'Armageddon ma cambierà potenzialmente tanto
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La lista dei possibili pretendenti per ricoprire il ruolo di Yahya Ibrahim Hassan Sinwar è di soli sei membri. Ucciso in un banale scontro con la Brigata israeliana “Bislamach” nel Sud della Striscia di Gaza insieme al comandante del Battaglione “Tel al-Sultan” di Hamas mentre provava probabilmente a fuggire verso l’Egitto con documenti contraffatti e molto denaro, il sanguinario regista dietro la dittatura paramilitare che governa la Striscia di Gaza non sembra abbia lasciato indicazioni dirette sulla sua successione.
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Il dittatore militare della Striscia di Gaza è morto nella stessa guerra disastrosa che ha scatenato fra la sua gente e lo Stato d’Israele, l’ennesima nella storia sanguinosa di questa parte di mondo.
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L’Arabia Saudita riteneva questo momento storico proficuo per sferrare un colpo letale all’Iran, suo avversario strategico a cui contende la leadership del mondo musulmano. Aveva imbastito una tela diplomatica con Israele – mediata dagli Stati Uniti tramite gli Accordi di Abramo – tale da stringerci proficui accordi nell’ambito della cooperazione economica, energetica e commerciale.
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La commermazione del bombardamento a Gorla, sullo stabilimento Breda a Milano dove morirono 184 bambini dopo il lancio sbagliato di un aereo americano, richiama alla mente quanto sta avvenendo in Israele. Non seguire i consigli di chi conosce il passato e le conseguenze nefaste che alcune decisioni sbgaliate possono portare con loro può condurre a una sola cosa: all'odio. In primis verso Israele.
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Gerusalemme – Il conflitto attuale in Medio Oriente non è, come a molti piace semplificare, uno scontro «tra arabi ed ebrei». È piuttosto in atto una guerra che contrappone gruppi terroristici islamisti a Israele, che rappresenta i valori dell’Occidente collettivo.
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Ciò che ha preceduto la partita di Nations League della nazionale italiana di calcio contro Israele, ieri sera a Udine, è la dimostrazione plastica, la più precisa e dolorosa, di ciò che ripetiamo ormai da tempo: la sconfitta di Israele nei cuori.
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Se il fallimento della missione Unifil legata alla risoluzione Onu 1701 del 2006 è ormai conclamato forse la causa è da ricercare nel multiconfessionalismo libanese degenerato in settarismo a suon di guerre civili e cattive influenze dei vicini, piuttosto che in una forza di peacekeeping.
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Continuano da parte israeliana gli attacchi alle posizioni Unifil, la forza Onu stanziata nel Sud del Libano: anche ieri i militari di Tsáhal, l’Armata di difesa d’Israele, hanno attaccato due postazioni dei caschi blu.
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Grave attacco israeliano alle postazioni Unifil nel Sud del Libano. Ieri un carro armato Merkava ha infatti colpito, pare deliberatamente, una torre d’osservazione del centro di comando Unifil a Naqura. Due soldati della missione Onu in Libano sono rimasti quindi feriti, sebbene non gravemente. Non si è trattato dell’unico incidente.
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Il film d’animazione “Valzer con Bashir”, diretto da Folman racconta la sua esperienza di ricostruzione mnemonica del suo personale trauma di guerra. Uscito nel 2008, in concomitanza con una sua versione a fumetti e a ridosso di un’altra invasione di Gerusalemme nel Sud del Libano, la pellicola conserva intatta la sua forza.
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