Episódios

  • ®

    Chi abita lungo il confine o ha l’abitudine di varcarlo avrà notato - non è certo una novità - la presenza piuttosto cospicua di attività commerciali gestite da cittadini cinesi: ristoranti di sushi, centri estetici, parrucchieri; molti spazi sono occupati e gestiti appunto da asiatici.
    Ma chi sono queste lavoratrici e questi lavoratori? Da quale realtà provengono? E quali sicurezze professionali hanno?
    Francesca Torrani ha cercato qualche risposta soprattutto in riferimento ai commerci di Lavena Ponte Tresa.
    Con Francesco Wu - fondatore dell’associazione Italia Cina - ha fotografato il fenomeno migratorio lungo la fascia di confine, cercando anche di capire quali sono i finanziamenti che permettono alla comunità cinese di aprire tante attività.
    Con il sindacato CGIL di Varese ha parlato della tutela di queste lavoratrici e di questi lavoratori, raccogliendo anche qualche storia che rileva qualche criticità in singoli episodi.
    Con il sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino, infine, una riflessione sul libero commercio e sull’impossibilità di regolamentare le attività commerciali.

    Prima emissione: 29 ottobre 2024

  • ®

    A 95 anni la cinese Zheng Xiaoying è la direttrice d’orchestra attiva e più longeva del pianeta: a lei si deve la diffusione dell’Opera occidentale e del melodramma in Cina. Dopo avere iniziato la sua carriera con la direzione della Tosca al Teatro Nazionale di Mosca a soli 31 anni, Zheng Xiaoying ha introdotto la sua campagna di “canto dell’opera occidentale in cinese”, avviando un progetto di traduzione di opere italiane per la messa in scena cinese. La sua missione è quella di trasmettere al pubblico cinese la bellezza dell’Opera occidentale nella sua completezza, donando i giusti strumenti di comprensione affinché l’Opera non resti soltanto un esercizio di stile musicale ma diventi un vero e proprio ponte culturale fra i popoli.

    Praticamente ogni sera, durante il mio soggiorno a Mosca, ero in un Teatro d’opera o in una sala da concerto e credo sia stato quello il modo in cui ho imparatoundefined

    Prima emissione: 13 gennaio 2025

  • Estão a faltar episódios?

    Clique aqui para atualizar o feed.

  • ®

    A che cosa pensa, oggi, una donna, quando scopre di aspettare un bambino? Una domanda alla quale è impossibile dare una risposta universale, ma nella quale forse si nasconde una parte meno indagata della crisi demografica della nostra società. Le statistiche, in Svizzera, parlano di 1,39 “figli per donna” nel 2022, un’espressione che tra l’altro sembra lasciare intendere che, ancora oggi, i figli siano quasi esclusivamente una questione femminile. Ecco allora tre istantanee, tre racconti, tre spaccati differenti di altrettante gravidanze, volute o capitate, piene d’amore ma anche di domande e timori. Confessioni non per forza comode o rassicuranti, che non hanno la pretesa di rappresentare nella sua interezza un tema complesso e ricco di sfaccettature, ma che consentono di andare oltre gli stereotipi ancora troppo presenti nella rappresentazione della maternità.

    Prima emissione: 9 settembre 2024

  • ®

    Johan Huizinga considerò il gioco come il fondamento della cultura e della vita umana da quando si è organizzata in società. Egli sostenne che il gioco era tra le testimonianze più genuine della creatività. Jean Piaget attribuì̀ al gioco un ruolo rilevante nello sviluppo cognitivo del bambino. Anche Lev Vygotskij insistette sul ruolo determinante del gioco nello sviluppo del fanciullo dal punto di vista cognitivo, emotivo e sociale.

    Oggi di gioco si parla molto e il tema sta interessando sempre più ampiamente i genitori. In una società in cui i consumi e la tecnologia hanno ampiamente colonizzato anche il mondo dei giochi, la domanda è se sia meglio il gioco libero o quello strutturato. In questa edizione di Laser intervengono sull’argomento pedagogisti e psicologi dell’età evolutiva.

    Prima emissione: 18 novembre 2024

  • LASER ripropone una intervista al divulgatore scientifico David Quammen, realizzata cinque anni fa durante la pandemia di Covid. Il tema viene trattato per tutta la settimana da Alphaville.

    ®

    La pandemia lo ha catapultato in vetta alle classifiche e ora è un bestseller mondiale. The Spillover, pubblicato nel 2012 è diventato un libro di divulgazione per molti versi imprescindibile. Si tratta di un’inchiesta, durata ben 6 anni, al seguito degli scienziati “cacciatori di virus”. David Quammen trasse 8 anni fa delle conclusioni che oggi sembrano profetiche, ma che rispondono semplicemente alla logica induttiva: da quello che poté constatare, il disastro era nell’aria. Ci raccontò che il Big One, la pandemia globale, era solo una questione di tempo, che sarebbe verosimilmente nata in un wet market del sud della Cina in seguito a una contaminazione proveniente da un tipo di pipistrello presente nelle aree della provincia dello Yunnan. E che con la globalizzazione l’epidemia sarebbe divenuta presto una pandemia mondiale. 8 anni più tardi tutto questo è realtà. David Quammen è specialista delle zoonosi, i virus provenienti dagli animali in questo caso selvatici: zoonosi furono ad esempio sia l’ebola, sia la peste bubbonica del medioevo o l’influenza spagnola di 100 anni fa. Stando a questo studioso americano il degrado ambientale favorisce il moltiplicarsi dei virus: la distruzione degli ecosistemi sembra avere tra le sue conseguenze la sempre più frequente comparsa di patogeni in ambiti più vasti di quelli originari perché un parassita (virus, fungo, batterio ecc..) disturbato nella sua quotidianità ha due possibilità: trovare una nuova casa, un nuovo tipo di casa, o estinguersi. Ecco la logica darwiniana dello “spillover” a cui il mondo intero è oggi confrontato.

    Prima emissione 2 aprile 2020

  • Dopo anni di attività che hanno segnato un capitolo fondamentale nella promozione dell’arte contemporanea in Svizzera, la Galleria Buchmann di Lugano chiuderà i suoi battenti a fine di febbraio 2025. La storica galleria, fondata e curata da Elena Buchmann nel 2013, ha ospitato mostre di artisti internazionali e locali diventando un crocevia culturale di importanza crescente.

    In questa puntata di Laser intitolata Elena Buchmann. Una vita per l’arte contemporanea, a cura di Lina Simoneschi Finocchiaro, vogliamo riflettere sul percorso della galleria e sull’eredità che lascia al panorama culturale ticinese e internazionale. Oltre alla stessa Elena Buchmann, sentiremo due artisti della galleria, dal più giovane - classe 1979 - che è Alex Dorici fino a Livio Bernasconi che ha passato i 90 anni.

  • ®

    È difficile ricordare un periodo storico nel quale in Svizzera e più in generale in Europa ci siamo sentiti più insicuri.

    La guerra in Ucraina, la minaccia russa, il dramma di Gaza, lo scontro Iran-Israele stanno alimentando le nostre paure, così come le richieste che finisca tutto al più presto.

    Ma la fine di un conflitto non equivale alla soluzione immediata di tutti i problemi. Cosa succede in quelle regioni dove la guerra è finita da poco tempo? Qual è il grado di libertà e di rispetto dei diritti umani? Cosa fanno le nuove generazioni?

    Per rispondere a queste domande siamo andati in Libia, paese che per la sua posizione - lo snodo principale per i flussi migratori verso l’Europa - è per noi molto importante.

    Abbiamo raccolto storie che raccontano le cose che non vanno, ma anche quelle dinamiche nuove che nonostante le tante difficoltà stanno permettendo al paese di guardare avanti e di aprire un nuovo capitolo. O almeno di provarci.

    Le potrete ascoltare in questo radio-documentario, che dà voce a migranti, a cittadini stranieri che sono riusciti a ricostruirsi una nuova vita in Libia, a vittime di soprusi e torture, a giovani che sognano di dare al loro paese un futuro diverso.

    Collaborazione di Claudio Maggiolini.

    Prima emissione: 23 agosto 2024

  • Io sono una banana - ci dice il personaggio di un racconto di un cinese di seconda generazione - giallo fuori, bianco dentro. Siamo a chinatown a Milano, anno del serpente, quello che una volta si chiamava borg de chigulat, borgo degli ortolani, attorno a via Paolo Sarpi, e quello che per alcuni è diventato il “mangificio” di Milano, e forse è il laboratorio di un paese del futuro, in cui culture diverse si fondono creandone di nuove. Con interviste a Giorgio De martino, giornalista, abitante, Stefania Leone, presidente associazione scolastica GPP, Premiata Ditta: Anna Stuart Tovini e Vincenzo Chiaranda, Erik Mu, vicepresesidente Asso Cina e un estratto da Essere un cinesino (non è poi così male) un racconto di Sun Wen-Long nella raccolta Cinarriamo 2 edita da Orientalia.

  • ®

    La diffidenza verso le apparenze sembra oggi avere preso in ostaggio l’opinione pubblica e il complottismo è diventato una delle chiavi per interpretare il mondo. I don’t drink it, dicono gli inglesi, «non me la bevo». Nel mondo della comunicazione incontrollabile e delle fake news tutti sono portati a dubitare.

    Da millenni in realtà l’impresa scientifica funziona proprio così. Gli scienziati non si sono stancati di dirci che il mondo non era come suggerivano l’evidenza o il senso comune. Bisogna non credere a quello che sembra, perché è proprio lì che si nasconde l’errore. Non è vero che il sole gira intorno alla Terra, né che l’uomo è pienamente padrone delle proprie decisioni e della propria vita: lo hanno dimostrato la fisica e la psicoanalisi.

    Laser vi invita a questo affascinante viaggio nella storia del sapere insieme a un fisico teorico e a uno studioso di storia della scienza.

    Prima emissione: 17 ottobre 2024

  • La trasmissione diretta delle conoscenze sulla Shoah attraverso i sopravvissuti, con le loro testimonianze sulle drammatiche esperienze legate alle persecuzioni naziste, sta ormai venendo a mancare.

    Il copioso patrimonio documentale prodotto negli ultimi decenni fa sì tuttavia che rimangano per i posteri tracce fondamentali sia sull’organizzazione della macchina dello sterminio, sia sui ricordi tramandati ai discendenti.

    La seconda generazione, quella cioè dei figli di coloro che in quell’orribile gioco delle parti furono le vittime, e la terza, quella dei nipoti, hanno sia esperienze sia approcci differenti al retaggio famigliare. Ma ciò che hanno in comune è un trauma ancora profondo.

    Anche i discendenti dei carnefici, laddove volontariamente aperti alla rielaborazione del passato famigliare, sono posti davanti a fatti traumatici.

    Il punto di partenza della riflessione di questo Laser sulla terza generazione dopo la Shoah e sulla possibilità di una convivenza civile fra cittadini con culture, tradizioni e confessioni diverse, sono due iniziative del Museo Ebraico di Vienna e del Wien Museum. Il tema è tuttavia spiccatamente transnazionale.

    Con l’aiuto di due storiche – Barbara Staudinger e Gabriele Kohlbauer-Fritz- e di voci di rappresentanti della terza generazione, Flavia Foradini entra nei chiaroscuri dei riverberi della Shoah nel nostro oggi.

  • Una lunga opera di ricerca e studio negli enormi archivi di Auschwitz-Birkenau. Anni passati a mettere insieme fogli di spartiti per comprendere il ruolo che la musica aveva nel campo di concentramento, cosa spingesse musicisti virtuosissimi ad esibirsi per i gerarchi nazisti e per i detenuti.

    Il direttore d’orchestra britannico Leo Geyer spiega le ragioni che lo hanno portato a lavorare su quei documenti, l’emozione di riproporre in pubblico quelle opere. E con la direttrice della casa editrice del Museo del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, Jadwiga Pinderska-Lech, il Prof. Andrea Bienati, Direttore del master di studi ebraici dell’università di Poznan e Giordano Montecchi, musicologo e critico musicale.

  • Per molte donne deportate nei campi di concentramento il prezzo della sopravvivenza fu la sterilizzazione. Oltre alle violenze, alle privazioni e alle umiliazioni molte di esse furono costrette a subire mostruosi esperimenti medici che avrebbero segnato i loro corpi per sempre. Nel suo ultimo libro “Quando imparammo la paura. Vita di Laura Geiringer, sopravvissuta ad Auschwitz” lo storico Frediano Sessi, uno dei massimi esperti dell’universo concentrazionario nazista, fa luce su un capitolo a lungo misconosciuto della Shoah, sul quale non erano stati finora pubblicati studi di rilievo in italiano: quello delle donne sottoposte ai cosiddetti trattamenti sperimentali dal professor Carl Clauberg. Una di esse era Laura Geiringer, una ragazza triestina – ebrea battezzata – che finì ad Auschwitz con tutta la sua famiglia e alla fine fu l’unica dei suoi parenti a salvarsi. Dopo la liberazione del campo rimase ricoverata per mesi nell’infermeria del lager insieme ad altre donne che, come lei, erano state sottoposte a esperimenti sulla sterilità femminile. Tornata a casa scelse di ricominciare a vivere ma il veleno di Auschwitz non le dette scampo.

  • “Dinanzi alla statua di Apollo” è il titolo di un componimento del 1898 in cui Saul Tchernikovsky, ebreo, medico, poeta, tenta un confronto positivo tra il suo ebraismo moderno e la grande eredità del mondo antico greco-romano, alle radici dell’identità culturale europea. A questo titolo si è ispirato il convegno internazionale “Before the Statue of Apollo: Jews and the Classics in the Longue Durée”, tenutosi all’Università di Berna il 14-15 gennaio scorso, organizzato dall’Istituto di Giudaistica. Il convegno intendeva esaminare come la cultura ebraica nella storia abbia mantenuto un rapporto sfaccettato con il mondo greco-romano, segnato da scambi fruttuosi e duri conflitti, una dialettica che si riflette nella modernità e nell’attualità. Grazie all’approccio interdisciplinare, che univa archeologia, filologia, antropologia, filosofia, storia dell’arte e delle letterature comparate, si è delineata un’immagine dell’ebraismo assai meno monolitica di quanto in generale non si creda. In particolare abbiamo conversato con due degli organizzatori del convegno: il prof. René Bloch, direttore dell’istituto di Giudaistica di Berna, ci ha rivelato come già nel mondo antico esistessero forme di ebraismo cosmopolite e molto variegate, che oggi definiremmo laiche o secolari; Giacomo Loi, ricercatore della John’s Hopkins University e dell’Università di Haifa, ha individuato, nella visione di Tchernikovsky, un ebraismo riformato e un’idea di sionismo laico ed europeista paradossalmente difficili da comprendere proprio nell’odierno Stato ebraico, che vive una stagione di rinnovato integralismo religioso – un integralismo che porta con sé una rilettura molto rigida della memoria storica.

  • Animale simbolo delle Alpi, emblema di forza e di agilità, lo stambecco è stato protagonista di una storia fra le più singolari. Per raccontarvela Laser sale oggi in alta montagna sulle tracce di questi animali, che, vecchi di 14 milioni di anni, due secoli fa hanno rischiato di estinguersi. Erano sopravvissuti una cinquantina di esemplari solo fra le vette del Gran Paradiso in Valle d’Aosta. Grazie all’opera pionieristica di un ispettore forestale della valle di Gressoney e all’istituzione della Riserva Reale di caccia dei Savoia, lo stambecco venne salvato e dalle montagne di Cogne ha potuto essere reintrodotto in tutto l’arco alpino. Anche gli ungulati oggi presenti nel Parc Naziunal svizzero vengono da quella colonia salvata quasi per miracolo.

    Laser vi porterà in pieno inverno fra le nevi del Gran Paradiso per scoprire insieme a un guardaparco che esercita questo mestiere da tre generazioni la storia e le caratteristiche del re delle Alpi. Poi scenderemo nel castello di Sarre, la base avanzata dei re italiani che cacciarono questi animali, salvandoli dall’estinzione. Sarà il più celebre storico valdostano dello stambecco, il professore Pietro Passerin d’Entreves, a guidarci nella scoperta del bizzarro sistema decorativo utilizzato a Sarre: centinaia di corni di stambecco e camoscio provenienti dalle cacce reali composti in motivi geometrici.

  • La prima puntata andata in onda il 29 maggio 2024 si chiudeva con le parole di Adelina…

    “avevo 32 anni quando io sola decisi di diventare madre di 43 orfani di guerra…”

    Questa seconda puntata ci racconterà in prima persona con la voce di Emma Tarducci altri particolari inediti di Adelina dalla sua permanenza in Svizzera alla creazione ad Intra (1946) di una casa per comporre una grande famiglia con bambine e bambini orfani di guerra.

    A completare la storia questa volta avremo due di quei bambini, i fratelli Silvio e Giuseppe Riccardi che all’epoca nel 1946 avevano rispettivamente 11 e 6 anni, a completare il racconto dedicato ad Adelina Guadagnucci avremo la presenza di colei che ha reso pubblica questa donna straordinaria , la scrittrice e giornalista Angela Maria Fruzzetti.

    Con Angela Maria Fruzzetti , Silvio e Giuseppe Riccardi e con Emma Tarducci.

    undefined
  • ®

    Lo svizzero Alfred Rittmann (Basilea, 1893 – Piazza Armerina, 1980) è considerato il padre della vulcanologia moderna. Gran parte di ciò che è diventata la vulcanologia lo dobbiamo al suo lavoro e alle sue intuizioni, oltre a essere stato fonte d’ispirazione per tanti di coloro che oggi fanno ricerca sui vulcani. Arrivato in Italia a cavallo delle due guerre, ovunque sia andato ha lasciato un segno, prima a Napoli a studiare il Vesuvio e i Campi Flegrei – fu lui a capire che si trattava della caldera di un vulcano – e poi a Catania, sull’Etna, il vulcano attivo più grande d’Europa, dove fu motore di un profondo cambiamento, grazie a lui furono gettate le basi dell’attuale sistema di monitoraggio e dell’Osservatorio Etneo.

    Fabio Meliciani racconta la storia di questo straordinario uomo di scienza a partire da chi l’ha incontrato e da chi ne ha seguito le orme; un racconto appassionato che mostra come sia cambiato nell’ultimo secolo il rapporto fra l’uomo e questi “draghi sepolti”, con le parole di chi vive oggi alle pendici di un vulcano, e da anni lo racconta, lo osserva e lo studia: il giornalista Giuseppe Riggio, lo storico della scienza Daniele Musumeci, il direttore dell’Osservatorio Vesuviano Mauro Antonio Di Vito e Stefano Branca, direttore dell’Osservatorio Etneo.

    Prima emissione: 28 ottobre 2024

  • ®

    Nel novembre 2024 il Castelgrande di Bellinzona ha ospitato il convegno Orizzonti numerici, dedicato all’utilizzo delle misurazioni statistiche nelle politiche culturali. Il tentativo di raccontare la cultura con i numeri è recente ma ha già mostrato le sue potenzialità, per esempio nell’orientare il finanziamento delle diverse proposte e poi nel valutare l’efficacia dei progetti.
    Questi sono i compiti dell’Ufficio dell’analisi e del patrimonio culturale digitale del nostro cantone, qui rappresentato dal suo direttore Roland Hochstrasser.
    Barbara Antonioli Mantegazzini spiega invece come i numeri non offrono solo una fotografia della realtà, ma possono aprire nuove prospettive. Le statistiche sostengono e in qualche misura indirizzano anche le scelte dei politici, secondo
    Alessandra Ferrighi. Di particolare interesse il caso della produzione libraria, analizzato da Alessandro Caramis. Da qualche tempo però lo stesso oggetto dell’indagine sembra diventato sfuggente, come sottolinea Luca Dal Pozzolo, mettendo a dura prova gli strumenti statistici. E naturalmente la transizione digitale ha ulteriormente arricchito e complicato il quadro, anche se proprio la natura sfuggente della cultura è forse la garanzia della sua ricchezza, conclude Lorenzo Cantoni.

    Prima emissione: 9 dicembre 2024

  • La carbonara ha avuto un successo planetario. La ricetta è spesso oggetto di polemiche e discussioni. C’è chi la vuole con il guanciale, chi con la pancetta, chi ancora con il prosciutto o addirittura con il pollo. Per non parlare delle persone che litigano sul formaggio: pecorino, parmigiano o gruyère? In Asia, poi, alla salsa alla carbonara si aggiungono funghi, legumi e verdure.

    Laser ci porta al ristorante Amore’s di Beeston, alle porte di Nottingham, in Inghilterra. Un cuoco lucano, Salvatore, e il proprietario del locale, Saied, raccontano del loro rapporto con la carbonara e parlano dei gusti della clientela inglese.

    Inoltre, abbiamo avuto come ospiti il londinese Giuliano Mai, responsabile commerciale di numerose aziende britanniche e italiane, che operano nel settore alimentare in tutto il mondo, e lo storico dell’alimentazione bolognese Luca Cesàri, autore del saggio Storia della pasta in dieci piatti e collaboratore di diverse testate giornalistiche.

  • La voce di Oliviero Toscani conservata nelle Teche RSI ci aiuta a percorrere la carriera professionale unica e irripetibile di questo protagonista della cultura e della comunicazione degli ultimi sessant’anni.

    Dalla fotografia al cinema, dalla pubblicità alla moda, Toscani ha lasciato un segno indelebile, controverso ma efficace di denuncia, utilizzando l’immagine e rappresentando la realtà. I suoi scatti non sono mai stati banali. Semplici forse ma in grado di fare pensare: una nascita, un uomo nudo, una donna nera intenta ad allattare un neonato bianco, sono alcuni esempi di una lista lunghissima di immagini iconiche.

    Laser non dimentica il lungo rapporto di Toscani con la Svizzera. Dai quattro anni passati a Zurigo alla Scuola di Arte grafica, che per sua stessa ammissione ha fatto la differenza in un mondo – quello della fotografia – dove altrimenti si imparava il mestiere solo praticandolo, fino alle esposizioni a Chiasso, alla partecipazione ai festival cinematografici a Locarno e Bellinzona, alle innumerevoli presenze sui canali radio e TV della RSI.

    In fondo la vecchiaia non è altro che il castigo di essere ancora viviundefined
  • L’organizzazione no-profit Riwaq è nata dall’intuizione dell’architetta e scrittrice siriano-palestinese, Suad Amiry, con l’obiettivo di documentare e far rivivere, restaurando, i villaggi e gli edifici storici sopravvissuti alla Nakba (espulsione e distruzione del popolo e patrimonio palestinese nel 1948). Fin da subito, nel 1991, l’idea fu quella di creare un’alternativa culturale e urbanistica alla frammentazione geografica imposta da Israele, concentrandosi principalmente sui villaggi con una forte rete comunitaria e promuovendo, così, il recupero del patrimonio architettonico come strumento di sviluppo socio-economico.

    Amiry ha successivamente ceduto la direzione di Riwaq a Shatha Safi, che ha continuato il lavoro introducendo il “progetto dei 50 villaggi” e il “progetto salvagente”, volti a rafforzare i legami tra comunità sempre più frammentate. Due esempi emblematici per capire il lavoro di Riwaq sono i villaggi di al-Jib e Kufr Aqab, ben rappresentati, rispettivamente, dall’attivista locale Linda Farraj, che lavora per mantenere vivo lo spirito di uno degli insediamenti più antichi e, parimenti, minacciati della Palestina, e di Fidaa ’Ataya, cantastorie impegnata a raccogliere la memoria orale del suo popolo.

    Il tema centrale è la resilienza palestinese, con il patrimonio culturale come mezzo di resistenza e speranza, nonostante l’occupazione e le sfide interne.