Episódios
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Una puntata diversa dal solito, nella quale il sottoscritto vi propone cinque film di autori e anni differenti, per un'esplorazione cinematografica della figura del serial killer.
Assassini seriali carismatici, insospettabili, feroci, che purtroppo sono ispirati a figure realmente esistite.
Cinque pellicole un po' dimenticate, ma assolutamente da recuperare perché ricche di tensione, protagonisti perfettamente in parte e trame scritte come Dio comanda.
Buon ascolto.
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Dal titolo del programma televisivo condotto proprio dallo stesso Trump, la nuova pellicola (e prima in lingua inglese) di Ali Habbasi vede nascita, crescita e perdizione di un Donald Trump alle prime armi, inesperto ma con tantissima voglia di avere il proprio posto nel mondo, che diverrà l'uomo e il miliardario spregiudicato che tutti conosciamo, a seguito dell'incontro con il celebre avvocato Roy Cohn, che lo prenderà sotto la sua ala, insegnandogli le regole fondamentali per essere un vincente ed uno squalo ancora più grosso, in un mondo di squali.
Flop clamoroso, per questa interessante pellicola che, pur non essendo ai livelli dei precedenti lavori di Abbasi (Border e Holy Spider) riesce a catturare l'attenzione dello spettatore fino alla fine, rendendo un Sebastian Stan perfettamente credibile nel ruolo di Trump e un altrettanto gigantesco Jeremy Strong, nel ruolo di Cohn.
Un film che sceglie coraggiosamente da quale parte stare, fortemente osteggiato dai sostenitori del già Presidente USA e di nuovo candidato. Vedremo come andrà questa notte.
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Estão a faltar episódios?
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Hubie è il classico scemo del paese, dal cuore d'oro. Perennemente innamorato della sua ex compagna di classe delle elementari, il nostro vive con la madre premurosa, ma è odiato e sbeffeggiato da tutti gli abitanti di Salem, cittadina nella quale vive.
In vista di Halloween, il nostro riveste il ruolo di guardiano della festa, per proteggere tutti i suoi concittadini e indagare su misteriose sparizioni, che sembrano compiute da qualcosa di mostruoso.
Adam Sandler gigioneggia anche troppo in questa innocua pellicola. Un attore protagonista che talvolta irrita anche, ma che porta a casa tutto sommato una pellicola guardabile, alla quale prendono parte anche Ray Liotta, la splendida June Squibb e Steve Buscemi nel ruolo di un vicino di casa molto appassionato di luna piena. Alcune gag anche troppo basiche, ma il film si risolleva nel (prevedibile) finale, che mi ha commosso, lo ammetto. Sto diventando irrimediabilmente vecchio.
Lo trovate su Netflix.
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Un gruppo di ragazzotti della provincia americana compie un furto nel museo storico del paese, recitando un antico rituale all'interno del cimitero e riportando così in vita decine di morti e altre creature nella notte di Halloween, con il conseguente caos.
Spetterà ad un timido teenager e ad una misteriosa ragazza, fermare il tutto prima che sia troppo tardi.
Commedia horror tipicamente anni 80, che comunque diverte ed intrattiene, con qualche sequenza di ballo che non è affatto male. Ci sono volti più o meno noti del panorama cinematografico e televisivo dei tempi (vedi Famiglia Bradford) e omaggi al cinema di genere mainstream. Per un Halloween in compagnia, divorando valanghe di popcorn.
Ottima la colonna sonora e finale da lacrimuccia.
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Inevitabilmente, per i consigli di Halloween, non si può tralasciare il primo capitolo della saga dedicata alle nefandezze di Art il Clown, personaggio ormai divenuto iconico, nel panorama dell'horror splatter moderno e scaturito dalla mente furba di Damien Leone.
Una saga che pecca in quanto a profondità di trama, ma che ha scatenato il plauso di tantissimi fan dell'horror sanguigno e crudo, come si faceva un tempo.
Il primo capitolo, non esente da difetti, è secondo me il migliore finora. Vedremo come sarà al cinema il terzo, fatto sta che Art il Clown è ormai entrato nell'immaginario collettivo e credo vi resterà a lungo.
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Il capitolo più controverso, per molti il più deludente, a causa della mancanza di Michael Myers.
Ma a conti fatti e per quanto mi riguarda, nel tempo Halloween 3 è diventato uno dei miei capitoli preferiti ed un film horror davvero ben realizzato, cattivo e inquietante sotto moltissimi aspetti.
Bravissimo Tom Atkins, nel ruolo del protagonista, che indaga su alcuni omicidi che paiono legati ad un'azienda che produce maschere di Halloween davvero spaventose. Ma forse c'è qualcos'altro, legato alla tradizione celtica di Samhain...qualcosa di scioccante e pericoloso.
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Nella giornata di Halloween, un ragazzino incontra un misterioso e tetro personaggio, che gli ricorda il protagonista di un videogioco violento del quale è patito. I due se ne andranno a zonzo per la cittadina, ma il piccolo ignora che l'uomo con la maschera da Diavolo è un pericoloso serial killer.
Film cult a basso budget che non mi ha particolarmente sollazzato, anche se il ruolo dell'assassino è pazzesco, non dicendo una parola e affidando il tutto alla presenza scenica ed alle movenze.
Una pellicola che, tutto sommato, può divertire e che ha qualche scena di omicidio messa in scena in maniera interessante, con un pizzico di black humor che non guasta mai. Doppiaggio italiano da mani nei capelli.
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Un altro importante compleanno, che la Midnight Factory ha festeggiato egregiamente, con una riproposizione in sala da leccarsi i baffi, per qualsiasi appassionato di horror "old and forever style".
Il primo capitolo, il capolavoro indiscusso, l'inizio dell'incubo. Il film che ha fatto conoscere al mondo la famiglia Sawyer e l'iconico Leatherface.
Tobe Hooper ha cambiato il modo di fare horror e Non aprite quella porta resta un esempio di cinema sporco, duro, sociale e perfettamente bilanciato tra l'impronta di quei tempi e quei luoghi e la proiezione verso l'eternita, per lavoro registico e recitativo.
Grazie di cuore ad Andrea, per aver condiviso assieme al sottoscritto questa incredibile visione.
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Pellicola liberamente ispirata alle gesta della coppia di serial killer Raymond Fernandez e Martha Beck.
Due anime inquiete, violente e possessive, si incontrano e scoppia un amore tossico, che non risparmia altre vite umane. Come di consueto, Du Welz offre uno spaccato di cronaca sociale non per tutti, dove la crudezza delle scene è più psicologica che fisica e dove la morbosità respinge ma affascina al tempo stesso.
Non un film per tutti, ma certamente per appassionati di storie forti, controverse e dalle radici reali, con due interpreti seducenti e terrificanti.
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Palesemente ispirato da La sfida del Samurai, del maestro Kurosawa, questa è la pellicola che ha lanciato Sergio Leone nel firmamento cinematografico, ridefinendo i canoni dello spaghetti western.
Per un pugno di dollari non è soltanto la storia di un pistolero solitario, dal cuore d'oro, che arriva in una città dominata dal crimine e mette zizzania tra le due famiglie che si contendono il potere, arricchendosi al contempo. Per un pugno di dollari è molto ma molto altro.
E' un orgoglioso esempio di cinema italiano che ha ispirato e ancora ispira registi di tutto il mondo. E' stato il trampolino di lancio per il giovane e misconosciuto Clint Eastwood. E' il film del dilemma di chi vince un duello, tra un uomo con la pistola ed un uomo col fucile.
E' il film accompagnato dall'immensa colonna sonora di Morricone, che farà sempre meglio. E' un western di casa nostra, polveroso, duro, cinico e rovente.
E' un film che porta a meraviglia i suoi 60 anni. E' una leggenda che, vista su grande schermo, risulta ancora più potente. Ed è un film ancora splendido e perfetto, primo capitolo di una trilogia ormai leggenda ed una carriera tanto breve quanto memorabile.
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Conan, guerriero cimmero, deve vedersela con le armate del terribile stregone Thulsa Doom, che uccise i genitori del nostro, quand'era solo un bambino e lo rese schiavo per lungo tempo. Ci sarà spazio anche per l'amore con Valeria.
Il film che ha consacrato la faccia di granito di Schwarzy, rendendolo noto nel panorama hollywoodiano e lanciando la carriera dell'ex culturista astriaco. John Milius realizza un'atmosfera assolutamente credibile ed un'avventura ricca di tradizioni, magia, duelli con la spada fatti davvero bene ed un James Earl Jones magistrale nel ruolo del perfido villain.
Un evergreen che porta benissimo i suoi 40 e passa anni.
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Rozzom 7134 è un robot femmina al servizio dell'uomo che si schianta assieme all'astronave che lo trasportava su un'isola popolata unicamente da animali.
Dopo un inizio abbastanza burrascoso con la popolazione locale Rozz troverà un pulcino d'oca, che lo scambierà per la sua mamma. All'intelligenza artificiale spetterà il compito di farlo crescere e renderlo autonomo, mentre lei stessa imparerà cosa significhi amare.
Film bellissimo, tratto da un romanzo per ragazzi altrettanto bello. Ma il Robot Selvaggio è una pellicola adatta anche agli adulti: intelligente, matura, piena di ironia e riflessione.
Forse, prende da altre pellicole e ripercorre storie già viste, ma lo fa seguendo una propria identità e commuovendo senza forzature, né retorica.
Splendida la colonna sonora e animazione perfetta, per quel che mi riguarda. Da vedere in sala senza scuse.
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Un mio personalissimo guilty pleasure.
Basato sul fumetto di Lee Falk, Phantom è l'eroe del Bengalia, paese immaginario che custodisce i leggendari teschi del Touganda, dotati di poteri inimmaginabili.
Film giocattolo, colmo di ingenuità e difetti, con Billy Zane nel ruolo del protettore e del vendicatore, che deve confrontarsi con il cattivissimo Treat Williams.
Un film dove gli effetti speciali sono abbastanza imbarazzanti e dove la sceneggiatura traballa in molto più di un momento, ma che volete che vi dica? Sarà che l'ho visto da ragazzo, sarà che ero un accanito lettore di fumetti, sarà che mi piaceva un botto l'anello col teschio...beh, io lo trovo sempre carino.
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In questa puntata speciale delle Recensioni CaRfatiche Podcast, il sottoscritto si addentra nel mondo curioso e affascinante degli effetti speciali, aiutato da un professionista del settore come Carlo Diamantini, che ha curato, tra gli altri, gli effetti speciali dell'ultima pellicola di Federico Zampaglione THE WELL.
L'inizio, la creatività, le ispirazioni e il confronto inevitabile tra concreto e CGI, in una discussione davvero stimolante, per un argomento mai troppo conosciuto.
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Per qualsiasi nostalgico e amante della musica pop anni 80 com'è stato e com'è tuttora il sottoscritto, vedere questo documentario è stata una vera e propria gioia per gli occhi e un tuffo nel passato davvero gradito.
Assisstiamo alla nascita di quello che è divenuto, da subito, un brano leggendario, coverizzato più volte senza mai raggiungere la bellezza e l'intensità emotiva dell'originale.
Tra interviste, dietro le quinte e filmati d'archivio possiamo finalmente capire com'è nata We Are The World, forse la canzone più celebrata nel periodo natalizio, ma non solo.
Una canzone che, non senza enormi difficoltà e qualche picco di competizione tra artisti, ha riunito le voci più belle di quel tempo. Un documentario fatto con il cuore, per una canzone eterna ricca di umanità.
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Cosa fareste se, di punto in bianco e senza motivo, ogni persona conosciuta e sconosciuta volesse farvi del male, spinta da un irrefrenabile impulso di violenza?
E' ciò che succede al protagonista di questo gioiellino belga del thriller. Un film completamente passato inosservato, che invece è assolutamente da riscoprire.
Ricco di tensione, di domande che volutamente restano senza risposta e di sequenza ben girate, questo film è un valido esempio di cinema europeo che niente ha da invidiare ai blockbuster apocalittici americani.
A buon intenditor...
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In una città francese non ben identificata, le persone sono ormai avvolte da una pesante coperta di sofferenza e depressione, che le spinge a voler togliersi la vita per non dover subire ulteriori patimenti dell'anima.
Ma anche il suicidio può diventare un business ed i coniugi Tuvache, proprietari appunto della "Bottega dei suicidi", hanno fatto della morte una enorme fonte di guadagno...almeno fino alla nascita del figlio Alan, che è sempre sorridente e adora quel miracolo chiamato vita.
Leconte costruisce un film d'animazione dove il tema della morte viene trattato in modo estremamente intelligente, seppur la pellicola in questione non sia propriamente adatta ad un pubblico di bambini ed alcune scene mostrate siano abbastanza drammatiche.
Ingiustamente dimenticato, questo film è però un ottimo esempio di cinema d'animazione e critica sociale, cattivo al punto giusto e dove nemmeno le canzoni risultano pesanti per la narrazione. Da recuperare anche per riflettere su tante cose e sull'esistenza in sè.
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Torna uno dei personaggi cinematografici più irriverenti, più divertenti, più carismatici che la mente del geniale Burton abbia mai partorito.
Beetlejuice torna a far simpaticamente danni in questo sequel che tanti attendevano. Un numero due che ha deluso molti, ma che ha soddisfatto ampiamente il sottoscritto, con invenzioni visive davvero fresche e dinamiche, ma anche una pellicola al femminile, con il rapporto tra diverse generazioni di attrici che si confrontano e condividono egregiamente la scena.
Davvero molto bello, sicuramente da gustare in sala. Anche sanguinolento e cattivo quanto basta. E non è poco, al giorno d'oggi. Bravo Tim!
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Già non sopporto Achille Lauro, che muove i miei più oscuri istinti...ma vedere pure Skarsgard che si concia uguale a lui, questo è davvero troppo.
Stavolta, mi tocca accodarmi a tutti coloro che ne hanno straparlato male, perché questa pellicola è veramente ignobile. Un pasticcio dall'inizio alla fine, che ho fatto davvero gran fatica a vedere.
Tra questo e Boy kills world, la carriera del povero Bill sta subendo una brutta battuta d'arresto.
Un film assolutamente dimenticabile, lontano anni luce dal fumetto di O'Barr e dal cult di Proyas del 94. Solo se avete tempo da perdere potete guardarlo, ma fa comunque male.
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Lisa è una giovane runner del cinema, che si trova suo malgrado coinvolta nell'omicidio della sua amante, un'attrice uccisa nella sua camera d'albergo dopo una pausa dal set.
Accusata del delitto dallo stesso assassino, un corrotto ispettore dell'Interpol, Lisa dovrà dimostrare la sua innocenza e sfuggire da chi la sta inseguendo nei meandri della struttura alberghiera per tapparle la bocca per sempre.
Proprio una bella sorpresa, questa pellicola che Nicola Barnaba dirige molto bene, omaggiando il cinema action anni 90, in primis Trappola di Cristallo.
Ma RUNNER è una storia che parla anche di cinema e dietro le quinte, dove l'azione frenetica e ben montata, si alterna a parentesi di humor davvero intelligente. Un'avventura sorretta da un buon cast, palesemente affiatato.
Una chicca preziosa del nostro cinema.
Il sottoscritto parla della sua lavorazione proprio con il regista in questa puntata Special. Buon ascolto.
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