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Estão a faltar episódios?
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All'interno di questo episodio potrete trovare una guida al fuorisalone delmobile
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Il mondo del design è complesso. Ecco perché è necessario osservarlo da più punti di vista
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In questa Live YouTube, trovate una chiacchierata relativa a come possiamo difendere un progetto e molto molto altro
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Ciaoo oggi vi racconto di un materiale chiamato Fabrican, che è tornato alla ribalta nell'ultima settimana grazie alla sfilata di Coperni nella quale è stato creato un abito da zero, spruzzandolo su una modella.
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I bicchieri Smoke di Joe Colombo
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La multichair di Joe Colombo
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Ciao! Qui trovate la chiacchierata fatta con Margherita Pellino nipote di Vico Magistretti e curatrice dello studio Magistretti.
Trovate la parte video al seguente link
https://www.youtube.com/watch?v=kP2De7aYiG0&t=689s
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La sedia Universale 4867 di Joe Colombo
Ciao oggi parliamo di un prodotto realizzato da Joe Colombo Si tratta una sedia chiamata 4867 o Universale, realizzata in ABS per la Kartell I suoi progetti infatti attirarono il forte interesse di Giulio Castelli della Kartell appunto, che decise di sostenere le sue idee investendo finanziariamente. Nel 1965, la sua sedia Universale fu una delle prime ad essere stampata in un unico materiale e cioè l’ABS come vi dicevo prima. I suoi oggetti partono principalmente dalla tecnologia che deve essere applicata, e non il contrario Questo particolare vi fa comprendere immediatamente il calibro del Designer in questione La seduta è stampata ad iniezione plastica una tecnologia in forte espansione per il periodo così come il materiale stesso Joe Colombo disegnava ogni parte che componeva i suoi oggetti, fino ai più insignificanti dettagli. In questo caso abbiamo una seduta composta principalmente da 3 stampi per la versione base: La parte superiore realizzata in monoblocco, una sola gamba, ed i piedini sottostanti. Ora analizziamo tutto nel dettaglio. Ogni componente è realizzato ad iniezione plastica e quindi significa che della plastica viene iniettata allo stato fuso all’interno di uno stampo in acciaio. La plastica rimane all’interno fino a quando non si è completamente solidificata, dopodichè apriamo lo stampo e togliamo il nostro oggetto che sarà un semilavorato perché potrebbe avere alcuni difetti sui bordi. Lo stampo è sempre più grande in media del 3% rispetto all’oggetto perché deve prevedere il ritiro elastico del materiale: significa che quando passa dallo stato liquido a quello solido tende a rimpicciolirsi. In più dobbiamo tenere in considerazione l’angolo di sformo ed i sottosquadri. Ve la faccio breve, e se vi interessa questo argomento cliccate qui sopra e vi apparirà il video dello stampaggio ad iniezione plastica. Cmq dobbiamo estrarre facilmente il nostro oggetto dallo stampo e quindi sono stati fatti degli accorgimenti per poterlo fare. Tornando alla nostra seduta, la parte superiore è in monoblocco e presenta dei dettagli come il foro centrale che serve per spostare facilmente l’oggetto, e volendo per scolare l’acqua nel caso lasciamo la nostra seduta all’esterno. Possiamo optare per differenti colori semplicemente cambiando i polimeri plastici che vengono inseriti. Ora perché all’inizio ho parlato di un corpo superiore, una singola gamba ed il piedino sottostante? Perché gli stampi ad iniezione plastica sono costosissimi, possono arrivare ad alcune centinaia di migliaia di euro e qui c’è un incredibile accortezza del designer e dell’ufficio tecnico dell’azienda. Se guardate gli schizzi fatti da Joe Colombo, notiamo immediatamente che aveva immaginato questo oggetto come MODULARE con le gambe che si smontavano. Il dettaglio della gamba è fondamentale perché lo stampo era uno solo e poteva semplicemente essere ruotato per l’utilizzo in altre posizioni della seduta, ed in questo modo abbiamo un risparmio notevole in termini di costi stampo. Inoltre possiamo sostituire le gambe con altre dando altezze differenti per creare la seduta per bambini oppure uno sgabello.--- Support this podcast: https://podcasters.spotify.com/pod/show/stefanopasotti/support -
Ciao! Oggi parliamo di una lampada disegnata dai fratelli Colombo ed uscita sul mercato nel 1962 con l’azienda Oluce Più precisamente si chiama Colombo 281 ed è il primo progetto di Joe Colombo per Oluce, l’unico condotto a quattro mani con il fratello Gianni. Per essere proprio super pignoli, il primo prototipo presentato dai fratelli all’azienda si chiamava C. Il modello, realizzato nel 1962 e nato semplicemente come 281, verrà soprannominato in seguito ”Acrilica”, richiamando il materiale principe di questo oggetto e lo straordinario utilizzo che ne viene fatto con la 281. In sostanza si tratta di una lampada costituita da due materiali: il metallo per la base, dalla quale esce un tubo di luce, ed il corpo realizzato in plastica, più precisamente il metacrilato PMMA. Infatti La forma e l’importante spessore della curva che compone la 281 permette, grazie alle proprietà di conduzione, che la luce di una lampadina fluorescente contenuta all’interno della base in acciaio verniciato risalga lungo il corpo trasparente arrivando ad illuminare la testa. E’ incredibile pensare come questo oggetto abbia in sostanza anticipato il concetto della fibra ottica, perché la luce che viene emanata dal basso viene condotta fino all’estremità superiore, andando contemporaneamente ad illuminare tutto il corpo. Parliamo di un prodotto estremamente complesso da realizzare, perché le dimensioni della plastica sono veramente importanti, così come la lavorazione di piegatura dello stesso, ma come avviene?? Prendiamo un piano in metacrilato e lo andiamo a scaldare per renderlo malleabile, dopodichè viene posizionato su di una cassaforma simile alla termoformatura, che va a dare la forma finale appunto. Mantiene quella posizione fino a quando non si è completamente solidificato. Ora detto così sembra riduttivo, ma credetemi è stato un vero e proprio bagno di sangue realizzarla, soprattutto per il fatto che la luce non usciva in maniera corretta, quindi il risultato finale è dovuto ad una serie infinita di prove fatte sul campo per riuscire ad ottenerla. La cosa brutta è proprio il fatto che per capire se un prodotto va bene oppure no, bisogna arrivare all’ultima fase, e cioè l’installazione della luce. La cosa peggiore che può accadere, è che si formi quella che viene chiamata ghiacciatura interna del blocco: in sostanza sono dei piccoli segni che possono crearsi: quando noi accendiamo la lampada vedremo immediatamente quella tipologia di difetto presente sulla lampada, andando a rovinare l’effetto finale, e quindi viene scartato. Tornando alla tecnologia, una volta estratto dalla cassaforma, viene lucidato a mano per togliere i possibili difetti superficiali. Ancora oggi viene fatto manualmente per curare ogni singolo dettaglio, anche perché ogni prodotto è indipendente e potrebbe presentare delle piccole differenze con il prodotto precedente. Ha un costo elevato sul mercato, ed ha un numero limitato di pezzi venduti durante il corso dell’anno.--- Support this podcast: https://podcasters.spotify.com/pod/show/stefanopasotti/support
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Trovi il video completo qui
https://youtu.be/3-h24ImcXoE
Ciao!
Oggi parliamo di un dei più importanti maestri del design italiano, scomparso purtroppo prematuramente a 41 anni. Joe Colombo, pseudonimo di Cesare Colombo (Milano, 30 luglio 1930 – Milano, 30 luglio 1971), è stato un designer e architetto italiano. È noto per il suo stile definito "futuribile", caratterizzato da forme insolite e originali, abbinate a sistemi d'arredo dinamici e flessibili, spesso contraddistinti per la predominanza di moduli, metalli e colori sgargianti. In questo video farò degli accenni ad alcuni prodotti, e successivamente li analizzeremo nel dettaglio come facciamo sempre Ora un pò di informazioni canoniche: Nato il 30 luglio 1930, era il secondogenito di una famiglia benestante di Milano. Ebbe due fratelli; suo padre Giuseppe era un imprenditore che ereditò un'azienda di nastri e la trasformò in una manifattura di conduttori elettrici. Non si approciò direttamente al mondo del design, infatti la sua formazione avvenuta tra il 1949 ed il 1955 era legata al mondo della pittura e scultura d’avanguardia Si diplomò all'Accademia di belle arti di Brera. In questo periodo si unì al Movimento Nucleare, partecipando nel biennio 1952-1954 a diverse mostre con altri artisti come Enrico Baj, Sergio Dangelo, Lucio Fontana e Bruno Munari. Tutti domi che successivamente influenzeranno il mondo dell’arte, del design e dell’architettura Nel 1953 Colombo entrò nel mondo del design creando un soffitto decorativo per il Jazz Club "Santa Tecla" di Milano, e l'anno dopo curò il suo primo allestimento: le "Edicole Televisive", una serie di stalli espositivi per televisori, esposti alla X Triennale di Milano. Queste due esperienze modificarono profondamente il suo modo di vedere il mondo che lo circonda, e successivamente si iscrisse al Politecnico di Milano alla facoltà di architettura, che però abbandonò nel 1955.--- Support this podcast: https://podcasters.spotify.com/pod/show/stefanopasotti/support -
Ciao!
All'interno di questa intervista troverete la storia di Pio Manzù attraverso la voce del Figlio
Trovate l'intervista all'interno del canale YouTube
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Ciao!
Oggi parliamo con Fabio Salvinelli di posate Salvinelli, in merito al settore della ristorazione e più in generale HORECA
Ci concentreremo maggiormente sul lavoro aziendale analizzando alcuni prodotti.
Trovate il video dell'intervista su YuTube al seguente link
https://youtu.be/PRRvdx0NKfk
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La lampada Atollo
La lampada Atollo è un altro capolavoro del design ideato da Vico Magistretti per l’azienda Oluce Progettata e realizzata del 1977 per l’azienda Oluce Basata, come avviene in tanti altri oggetti d'illuminazione disegnati da Vico Magistretti, sull'essenzialità della geometria assoluta, Atollo è emblematica di una semplicità di pensiero e di gesto tipica del progettista, impegnato nella costante ricerca di coniugare soluzioni formali semplici con effetti luminosi. La lampada da tavolo a luce diretta e diffusa, con intensità variabile, è composta da un basamento cilindrico, che termina a cono, e regge una calotta semisferica (come quella di Sonora) che appare sospesa. L'uso dell'alluminio verniciato fa si che la calotta esterna rimanga in ombra mentre la luce interna si diffonde sull'elemento conico e, parallelamente, sul basamento cilindrico. L'essenzialità e il rigore geometrico della composizione vengono enfatizzati dal trattamento degli elementi tecnici che rimangono nascosti, come avviene costantemente nella ricerca di Vico Magistretti a partire dalla lampada Mania, una delle prime realizzazioni del designer, del 1963. Atollo vince il Compasso d'oro ADI nel 1979, ed è ancora oggi in produzione nelle diverse varianti dimensionali, in metacrilato e vetro che producono anche luce diffusa, prodotte a partire dal 1988. La calotta viene realizzata attraverso la tornitura in lastra,che abbiamo visto con la lampada Sonora, ed il corpo può essere realizzato sia con questa tecnica che con la punzonatura ed imbutitura. Da qui otteniamo dei semilavorati che possiamo definire attraverso la verniciatura, a spruzzo, a polvere, può essere cromata, o addirittura applicata una finitura in PVD che è meno pericolosa della cromatura. Tutto qui, questa è una lampada incredibile che ancora oggi viene venduta, e non segue le mode del momento. Può essere applicata ovunque, ed in qualsiasi stile, e starà sempre bene Alla prossima Ciao--- Support this podcast: https://podcasters.spotify.com/pod/show/stefanopasotti/support -
Eclisse, disegnata da Vico Magistretti nel 1965, ha vinto il Compasso d'Oro nel 1967 ed è diventata la rappresentante del design italiano nel mondo. La lampada da notte e da parete Eclisse rappresenta la possibilità di rispondere con semplicità a una esigenza di tipo pratico, la regolazione della luce, soddisfacendo al contempo a criteri di accessibilità economica e minimo ingombro. Ispirata dalla tradizionale lanterna cieca, quella di Jean Valjean nei Miserabili, nella quale la luce filtra attraversando un foro circolare regolabile mediante uno schermo girevole, Eclisse è composta dalla giustapposizione di tre calotte semisferiche: una funge da base, la calotta esterna è fissa e al suo interno ruota la terza calotta mobile, girevole su un perno, che attraverso il suo movimento permette di graduare il flusso luminoso. Attraverso la composizione di geometrie elementari la luce risultante produce un l'effetto di una eclisse solare. Lampada a luce diffusa e diretta, di facile manutenzione, infrangibile e stabile, fu prodotta inizialmente in alluminio, materiale facilmente formabile su stampi semisferici. Il surriscaldamento delle parti metalliche utili per la regolazione della luce venne successivamente risolto con l'introduzione di una ghiera in plastica che permette di evitare il contatto tra le dita e il corpo metallico. La lampada è oggi prodotta in acciaio con elementi in tecnopolimero. Corpo in metallo verniciato disponibile nei colori bianco, rosso, arancione o giallo e in versione PVD, realizzate con un innovativo e sostenibile processo di deposizione sottovuoto di metallo (“sputtering”), disponibile in nero, ottone, rame o mirror. Dal punto di vista del rispetto ambientale questa nuova finitura è una delle tecnologie di rivestimento più pulite: impiega solo metalli non dannosi per la salute e azzera completamente tutte le emissioni ed in particolare quelle nell’atmosfera di acido solforico e cianuri, normalmente prodotte dai processi galvanici. Ancora oggi ha un enorme successo di vendita e vinse nel 1967 il prestigioso premio Compasso d'Oro con la seguente motivazione: «La Commissione stima che l'oggetto presentato abbia la doppia qualità di un alto valore progettistico-estetico e di una possibile diffusione di massa. Sottolinea inoltre la novità nella soluzione tecnica che, attraverso un semplice movimento a schermo rotante, gradua l'intensità dell'erogazione luminosa.» (in Ottagono 8, 1968) Eclisse fa parte della collezione permanente dei più importanti Musei del design, tra cui il MoMa di New York e il Triennale Design Museum di Milano. Tutto qui, prodotto estremamente semplice dal punto di vista estetico, funzionale, sicuramente ha richiesto del tempo per la sua industrializzazione, perché una cosa è rendere il prodotto artigianale, un’altra è industrializzarlo.--- Support this podcast: https://podcasters.spotify.com/pod/show/stefanopasotti/support
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