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Dopo più di 30 anni, gli elementi per riaprire il caso di via Poma non mancano. Basta ripartire dalle carte del procedimento. Dove ci sono aspetti mai approfonditi che osservati dalla giusta angolazione potrebbero consegnare almeno la verità storica di tutta la vicenda.
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A 20 anni di distanza dal delitto viene processato l’ex fidanzato della vittima, Raniero Busco. A inchiodarlo, secondo l’accusa, il suo dna e un presunto morso. Ma dal dibattimento emergono punti oscuri che non riguardano l’imputato.
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Per chi lavora nell’ufficio degli Ostelli di via Poma, Simonetta Cesaroni è quasi una sconosciuta. Molti dicono di non sapere nemmeno della sua presenza. È possibile? Cosa nasconde tutto questo?
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Dopo il portiere, a essere indagato per l’omicidio di Simonetta Cesaroni è il giovane Federico Valle. Ad accusarlo un truffatore austriaco, Roland Voller. Perché? Qualcuno lo ha spinto a farlo?
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I sospetti degli inquirenti ricadono subito sul portiere del comprensorio di via Poma, Pietrino Vanacore. È lui l’assassino? Non dice tutto quel che sa? Da quel giorno la sua vita sarà segnata per sempre.
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La notte del 7 agosto 1990, nell’ufficio del comitato regionale per il Lazio degli Ostelli della gioventù in via Poma a Roma, viene trovato il cadavere di Simonetta Cesaroni colpito da 29 coltellate. Chi l’ha uccisa?
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