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L’isola di Campbell è un territorio completamente selvaggio, situato a sud della Nuova Zelanda. È nuvoloso per gran parte dell’anno, piove e fa molto freddo. In questo clima ostile e ruvido vive l’albero più solitario del mondo: un Abete Rosso, piantato nel 1800 dall’allora governatore della nuova Zelanda Lord Ranfurly.
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I più grandi liutai della storia per costruire i loro violini hanno sin da subito capito quale fosse il segreto di uno strumento musicale perfetto: l’albero e l’ambiente in cui è cresciuto. Ma quale poteva essere il migliore? Con il tempo tra vari tentativi e studi, si arrivò alla conclusione che un legno su tutti aveva caratteristiche fondamentali per essere il più musicale tra tutti: l’abete rosso.
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Esiste da sempre una caratteristica fondamentale delle piante che nei secoli è stata chiamata con diversi nomi: adattamento, acclimatazione, priming, indurimento. Ma la verità è che sarebbe bastato usare un termine chiaro e semplice come Memoria. La Mimosa Pudica, chiamata anche Sensitiva, è un chiaro esempio di pianta dotata di una straordinaria memoria.
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Durante la rivoluzione francese vennero piantati in tutta la Francia i cosiddetti “Alberi della libertà”. Con il tempo in tutta Europa, molti paesi seguirono questa tradizione francese, piantando alberi che simboleggiavano la libertà. In Italia, dopo la morte di Giovanni Falcone, il popolo protestò contro le mafie e si servì di un Ficus che si trovava vicino all’abitazione di Falcone per lasciare messaggi d’amore e di protesta; ancora oggi è un simbolo di speranza e coraggio.
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La caratteristica principale degli animali è quella di muoversi; quella delle piante è lo stare immobili. Eppure anche da ferme le piante riescono a nutrirsi, a difendersi, a riprodursi. Ad esempio, l’acacia è in grado di controllare formiche, facendole diventare un esercito di difesa contro i predatori che la circondano.
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Negli anni cinquanta Il dottor Edmund Schulman scoprì alcuni esemplari di alberi secolari nelle vicinanze delle White Mountains, in California, che vennero soprannominati Matusalemme e Prometeo. Erano gli alberi più antichi del mondo. Erano, perché uno di loro venne abbattuto per errore nel 1964.
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Esistono piante infestanti, erbacce e malerbe, ma ce n’è una in particolare che è riuscita ad attirare tutto l’odio che si può avere per una pianta: l’Ailanto. Nominato anticamente come “l’albero del paradiso”, oggi sembra più un albero infernale.
Questa fama è del tutto immeritata, perché in realtà l’Ailanto è un albero che dovremmo imitare e non combattere. -
Il 6 agosto del 1945 venne sganciata su Hiroshima la prima bomba atomica, che uccise circa 70 mila persone. A quell’esplosione sono stati esposti anche diversi alberi, alcuni dei quali sono sopravvissuti e continuano a vivere e a raccontare il loro passato: sono gli Hibakujumoku.
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Il Ténéré è una grande regione desertica nella parte centro meridionale del Sahara. In questo incubo rovente ha vissuto per 300 anni un’acacia, resistendo a condizioni climatiche avverse per qualunque forma di vita. Prima della sua tragica e grottesca fine.
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C’è un fatto che rende il nostro pianeta unico rispetto agli altri: Ospita la vita. Non una cosa scontata. E rispetto a quello che si può comunemente pensare, non sono gli animali gli esseri viventi più presenti sul pianeta terra, ma le piante.
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Le nutriamo, le curiamo, viviamo insieme a loro e loro sono sempre intorno a noi. Eppure abbiamo costruito un mondo che sembra prescindere dalla popolazione più numerosa della terra. L’unica che, con la propria esistenza, permette la vita: le piante.
Forse perché, immobili e silenziose, ci sembrano così lontane da noi.
La realtà però è molto diversa e il podcast DI SANA PIANTA porta con sé la rivelazione che le piante sono molto più simili agli esseri umani di quanto abbiamo mai immaginato.