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Le abitudini dei genitori hanno chiare ripercussioni sulla salute dei figli. Un nuovo studio dimostra che il rischio di asma nel bambino può essere ridotto di quasi la metà se la madre pratica esercizio fisico attivo almeno tre volte alla settimana durante la gravidanza. Inoltre bambini nati da donne obese hanno maggiori probabilità di sviluppare problemi cardiaci e diabete da adulti, a causa dei danni fetali causati dalla dieta ricca di grassi
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Secondo un nuovo studio condotto da un team di ricercatori dell'Università del Michigan, le persone obese che praticano regolarmente attività fisica hanno un tessuto adiposo addominale più sano e riescono a immagazzinare il grasso in quella zona in modo più efficace rispetto alle persone obese che non praticano attività fisica.
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Secondo uno studio finlandese pubblicato di recente sul Journal of the American Heart Association, uno stile di vita sedentario fin dall'infanzia può mettere a dura prova il cuore durante l'adolescenza, aumentando il rischio di insufficienza cardiaca e altre malattie. Questo studio ha coinvolto più di 150 adolescenti seguiti per otto anni, monitorando sia i livelli di attività fisica che la funzione cardiaca. Per contro molte persone, a causa del lavoro o dello studio, accumulano una notevole privazione del sonno durante la settimana. Questo è un elemento altrettanto problematico per la salute generale, ma esiste un modo per affrontarlo e gestirlo al meglio.
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Un articolo recente, pubblicato su “The Lancet Microbe” evidenzia come il butirrato, un acido grasso a catena corta prodotto da specifici batteri presenti nel nostro intestino come conseguenza dalla fermentazione delle fibre alimentari, svolge un ruolo essenziale nel mantenimento della salute intestinale. Una maggiore presenza di batteri produttori di butirrato è stata associata a una riduzione significativa del rischio di ricoveri ospedalieri dovuti a malattie infettive.
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Ottobre, o in ogni caso i mesi autunnali/invernali, sono quelli nel corso dei quali l’interesse per l’aumento della massa muscolare è maggiore. Si applicano strategie nutrizionali e allenamenti specifici. Spesso ci si chiede quanto sia importante arrivare a “cedimento” nel corso dell’allenamento.
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Uno studio pubblicato su Cell Reports Medicine esplora gli effetti di due tipi di diete: la dieta chetogenica e una dieta con restrizione di zuccheri, e gli effetti su metabolismo, microbioma intestinale e salute cardiometabolica. Emergono nuovi rischi.
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Molto spesso ci chiediamo se tra le tante professioni che in futuro potrebbero essere sostituite dalla tecnologia, rientri quella del personal trainer, o di figure simili. A rispondere senza il rischio di lasciarsi trasportare da questioni emotive, ci pensa un recente studio della Northwestern University.
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La menopausa è una fase fisiologica della vita delle donne caratterizzata da importanti cambiamenti ormonali che possono influenzare negativamente la salute fisica e psicologica. In questa puntata si esamina il ruolo dell’attività fisica nella gestione delle principali problematiche associate alla menopausa, come le patologie cardiovascolari, la perdita di massa ossea e muscolare, i disturbi metabolici e le alterazioni dell’umore. L'esercizio fisico, in particolare le discipline aerobiche e le attività "body and mind" come lo yoga e il Tai-Chi, si dimostrano efficaci nel migliorare la sensibilità insulinica, ridurre il grasso viscerale, prevenire l'osteoporosi e migliorare il benessere psico-emotivo. La revisione delle evidenze scientifiche supporta l'integrazione di programmi di attività fisica personalizzati come strategia preventiva e terapeutica.
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La nutrizione è un ottimo strumento per migliorare la resilienza personale e ridurre gli effetti negativi dello stress, con i conseguenti rischi sul sistema immunitario, cardiocircolatorio, e nella regolazione ormonale. Nella puntata l'analisi dei concetti, le strategie nutrizionali, e i suggerimenti per passare dalla teoria alla pratica.
L'approfondimento dei temi trattati è nel volume "Epigenetica e psiconeuroendocrinoimmunologia della nutrizione e dell'esercizio fisico", reperibile a questo link www.FITGENETICA.com -
Oggi discuteremo di come l’esposizione al sole possa influenzare appetito e regolazione del peso corporeo, basandoci su un recente studio pubblicato sul "Journal of Investigative Dermatology". Un team di dermatologi ha scoperto che l'esposizione alle radiazioni UV può aumentare l'appetito, ma prevenire l'aumento di peso grazie a un meccanismo complesso che coinvolge norepinefrina e leptina. Attenzione, perché le radiazioni UV sono note per i loro effetti negativi, come scottature, invecchiamento della pelle e cancro, quindi assolutamente determinante è l’applicazione di una protezione per la pelle, che anzi va applicata costantemente. Tuttavia i ricercatori hanno osservato che nei modelli murini, l’esposizione ha determinato un aumento della norepinefrina, che riduceva i livelli di leptina e aumentava il consumo energetico inducendo una “dispersione maggiore di energia” sottoforma di calore.
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Oggi parleremo del motivo per cui tendiamo a esagerare con il cibo, basandoci su una ricerca condotta dall’American Psychological Association. Per chi segue una dieta questo aspetto è ancora più importante, poiché occorre avere consapevolezza di quello che si sta introducendo, non solo per esserne pienamente appagati, ma anche per attivare la sensazione di sazietà, che non è legata esclusivamente a fattori come la distensione meccanica delle pareti dello stomaco.
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Un recente studio, condotto dalla American Academy of Neurology fa emergere i rischi correlati al consumo di cibi ultra-processati per la salute cognitiva e il rischio di ictus.
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Una nuova ricerca rivela che fotografare ciò che mangiamo non è solo un vezzo per i social, ma può effettivamente aiutare a migliorare la dieta. Lo studio, pubblicato sull'American Journal of Clinical Nutrition, ha coinvolto partecipanti che utilizzavano un'app mobile chiamata Food Record per scattare foto dei loro pasti.
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L'alimentazione (e l'attività fisica) possono agire in modo significativo nel contrastare gli effetti dello stress, che si ripercuotono a livello cardiovascolare, metabolico, immunitario ecc. Migliorando la sintesi dei principali neurotrasmettitori, ottimizzando il tono vagale, e l'attivazione del sistema nervoso parasimpatico, l'alimentazione è alla base del miglioramento dei parametri di resilienza, svolgendo un determinante ruolo preventivo.
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Sono stati resi noti i dati di una ricerca estremamente interessante che collega la vitamina D alla resistenza al cancro attraverso il microbioma intestinale.
Ricercatori del Francis Crick Institute hanno scoperto che la vitamina D promuove la crescita di uno specifico tipo di batterio intestinale, Bacteroides fragilis, che migliora l'immunità contro il cancro. -
Le diete plant-based hanno guadagnato popolarità negli ultimi anni grazie ai loro presunti benefici per la salute e l'ambiente. Queste diete si basano principalmente su alimenti di origine vegetale, ma possono variare notevolmente nella loro composizione e filosofia conservando una forte enfasi su alimenti provenienti da fonti vegetali. C’è da chiedersi se, al netto di questioni etiche, mode, ed errori vi siano dei reali vantaggi nel seguire questo tipo di diete.
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Molte persone lamentano che, nonostante gli sforzi, cambiare il proprio peso risulta di enorme difficoltà e, talvolta, anche dopo aver raggiunto un risultato, nel giro di poco tempo i kg di troppo ritornano, talvolta perfino con “gli interessi”.
Al netto di approcci più o meno corretti alla dieta, esiste il concetto di set point, una teoria che suggerisce l'esistenza di un "peso ideale" che il corpo umano cerca di mantenere attraverso meccanismi biologici complessi. È come se il nostro corpo avesse un termostato interno che regola il nostro peso. -
Un recente studio pubblicato sulla rivista "British Journal of Sports Medicine" fa emergere una forte correlazione tra l'aumento del fitness cardiorespiratorio e una riduzione del rischio per numerose patologie. Un incremento di 1 MET (l'equivalente energetico di una situazione di riposo) può ridurre il rischio di malattie cardiache del 18%.
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Secondo uno studio supportato dal National Institutes of Health, gli adulti a rischio di malattie cardiache sembrano più interessati a un piccolo ritorno economico per restare costanti che non al vantaggio in termini di salute e prevenzione. Lo studio si è svolto tra il 2019 e il 2024. I ricercatori hanno seguito più di 1.000 adulti ad elevato rischio di eventi cardiovascolari maggiori. Tutti i partecipanti hanno ricevuto un fitness tracker indossabile, che si collegava a un portale sanitario online e consentiva ai ricercatori di monitorare la situazione.
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Le donne, è il caso di dirlo, hanno sempre una marcia in più, peccato che spesso se ne dimentichino! È risaputo che l'attività fisica gioca un ruolo cruciale nel promuovere la salute e nel prevenire malattie, tra cui quelle cardiovascolari. Tuttavia, non tutti sono consapevoli che i benefici derivanti dall'attività fisica possono variare significativamente tra uomini e donne. Recenti studi hanno dimostrato che, sebbene le donne tendano a impegnarsi meno degli uomini in attività fisica regolare, i benefici che ne derivano per loro sono notevolmente maggiori. Uno studio su larga scala ha coinvolto oltre 400.000 adulti, analizzando le loro abitudini di attività fisica nel tempo libero e il loro impatto sulla mortalità per tutte le cause e sulla mortalità cardiovascolare.
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