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La Doria affonda, al comandante Piero Calamai viene impedito, dai suoi ufficiali, di andare con lei. I superstiti vengono portati a New York. Loomis Dean corre alla sede di Life, e oltre agli scatti della nave sul fianco porta foto delle sensazionali operazioni di evacuazione sulla Doria. Mike Stoller viene accolto sul molo da una notizia destinata a cambiargli la vita. Nel frattempo, cominciano le accuse incrociate, lo scarico delle responsabilità, i veleni, e la tragedia dell’Andrea Doria si trasferisce nelle aule dei tribunali. Ma di chi è stata la colpa? Seguendo i carteggi e il lavoro di commissioni specialistiche si giunge alla conclusione che la responsabilità sia attribuibile agli svedesi, e in particolare a un errore nell’impostazione della scala del radar della Stockholm che avrebbe spinto l’ufficiale in plancia a calcolare in modo del tutto sbagliato la distanza tra i due transatlantici. Ma la giustizia tarderà ad arrivare, lasciando una profonda amarezza nel Comandante Calamai e nel suo equipaggio.
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Sull’Andrea Doria, tragicamente piegata su un fianco, sono ore di puro terrore. Nessuno può dire quanto tempo le rimane prima di venire inghiottita dall’Atlantico e bisogna riuscire ad evacuare il più rapidamente possibile tutti i passeggeri e l’equipaggio, inventando qualsiasi modo per consentire alle persone di calarsi sulle scialuppe. Durante le operazioni di salvataggio dei naufraghi dell’Andrea Doria, sul ponte della Ile de France un fotoreporter come Loomis Dean sa quel che deve fare: scattare e documentare l’agonia della nave italiana, sempre più piegata su un fianco. Loomis sa però che non sarà l’unico e, anzi, sente il rumore di pale di elicottero e si immagina che là sopra ci sarà qualcuno inviato da New York con una visuale migliore, e magari anche cineprese per filmare l’intera sequenza. E infatti così è. La fine dell’Andrea Doria è uno dei primi grandi eventi mediatici raccontati in diretta. I filmati e le foto che ne documentano gli ultimi istanti sono numerosi. Così come le immagini dell’arrivo dei superstiti a New York. Le scene di gioia e di disperazione si intrecciano, e comincia a crescere la richiesta di spiegazioni su chi sia il responsabile della catastrofe.
PROTAGONISTI:
Il Comandante Eugenio Giannini, all’epoca Terzo Ufficiale sull’Andrea Doria; lo Storico navale Maurizio Eliseo, tra i massimi esperti di transatlantici; il musicista Mike Stoller, passeggero dell’Andrea Doria. -
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La scena, alle 23,12 del 25 luglio 1956, un minuto dopo la collisione, è questa: una nave ferita, la Doria, con uno squarcio enorme sul fianco destro, e un’altra, la Stockholm che non ha più una parte della sua prua. Partono subito le richieste di soccorso, raccolte da diverse imbarcazioni, tra cui l’Ile de France, e iniziano le manovre per l’abbandono della nave. Purtroppo, la nave è già sbandata di oltre 20 gradi e le scialuppe sul fianco sinistro non sono ammainabili, si dovranno utilizzare solo quelle di destra, insufficienti per tutti. L’equipaggio del Doria si adopera per l’evacuazione, per cercare ogni ferito e superstite nella zona della collisione, tentando disperatamente di estrarre delle persone incastrate tra le lamiere, mentre, in sala macchine, alcuni uomini fanno il possibile per rallentare quello che già si avverte come un inesorabile destino - l’affondamento. Inizia una drammatica corsa contro il tempo, mentre l’Ile de France giunge tempestivamente e mette in acqua tutte le sue scialuppe.
PROTAGONISTI:
Il Comandante Eugenio Giannini, all’epoca Terzo Ufficiale sull’Andrea Doria; lo Storico navale Maurizio Eliseo, tra i massimi esperti di transatlantici; il musicista Mike Stoller, passeggero dell’Andrea Doria. -
L’ultima traversata dell’Andrea Doria si conclude al largo dell’isola di Nantucket, l’isola da cui Melville faceva salpare il Pequod del capitano Achab per dare la caccia a Moby Dick. È il 25 luglio 1956, seguiamo tre navi, la Doria che viaggia spedita verso New York; la motonave Stockhom, che lascia la città americana per fare rotta verso la Svezia e il transatlantico Ile de France che salperà poco dopo dal molo 88 di New York. Sono le tre protagoniste di questa tragica notte, con tre ruoli molto differenti. La nave italiana è la vittima di uno speronamento che, dopo una lenta agonia, la condannerà a sprofondare negli abissi atlantici, a 74 metri di profondità al largo di Nantucket. La nave svedese è la responsabile della catastrofe, con la sua prora antighiaccio che si conficcherà nel fianco della Doria, condannandola. La nave francese sarà invece la principale salvatrice dei passeggeri. Seguiremo i loro movimenti e l’intrecciarsi dei loro destini, così come quelli di alcuni personaggi, quali i capitani delle navi, alcuni ufficiali e alcuni passeggeri - tra cui, come abbiamo detto all’inizio anche il fotografo di Life, Loomis Dean - fino al momento della collisione tra Stockholm e Doria che nel cuore di una notte nebbiosa si incrociano dove non dovrebbero incrociarsi e, inevitabilmente, collidono, provocando più decine di vittime.
PROTAGONISTI:
Il Comandante Eugenio Giannini, all’epoca Terzo Ufficiale sull’Andrea Doria; lo Storico navale Maurizio Eliseo, tra i massimi esperti di transatlantici; il musicista Mike Stoller, passeggero dell’Andrea Doria. -
Dopo il varo, solenne e sontuoso, l’Andrea Doria prende il mare. A lei spetta la rotta più prestigiosa, quella “del sole”, diretta a New York, e il compito di essere “vetrina” della rinata Italia, delle sue competenze industriali e artigianali, della sua qualità ed eleganza. Il transatlantico italiano era, come si diceva allora “un lembo di patria”. In un mondo in cui gli aerei a reazione hanno appena iniziato la loro “scalata” al business del trasporto passeggeri, il viaggio per mare è ancora il modo migliore, più comodo e sicuro per spostarsi da una sponda all’altra dell’oceano Atlantico. È il modo che scelgono i “vip” così come coloro che vanno a cercare fortuna in America. La Terza classe è diventata “classe turistica” e i tempi dei “viaggi della speranza” sono lontani, ma è indubbio che sui transatlantici viaggino persone con status e motivazioni ben diverse, accanto alle star del cinema e della musica, ai politici e agli imprenditori, ci sono cuochi, operai specializzati, studenti, famigliari che si ricongiungono a parenti già trasferiti negli USA ecc. Con il nostro racconto compiamo alcune delle cento traversate della Doria per riviverne i fasti e scoprire la composita umanità che su di essa navigava. Fino alla centunesima traversata, l’ultima, che ci viene raccontata dall’allora Terzo ufficiale sulla plancia di comando, Eugenio Giannini, e da un passeggero di seconda classe, il musicista Mike Stoller. Entrambi hanno superato i 90 anni, ma nessuno di loro ha dimenticato un solo istante di questa tragedia.
PROTAGONISTI:
Eugenio Giannini, Mike Stoller e lo storico navale Maurizio Eliseo. -
Il fotografo di Life Magazine Loomis Dean si imbarca da New York per Parigi a bordo di un transatlantico francese, che presto sarà coinvolto in uno dei più grandi salvataggi in mare della storia. Loomis scatterà una foto che farà il giro del mondo, quella di una bellissima nave morente, appoggiata su un fianco, in attesa di essere inghiottita dall’oceano. Quella nave è l’Andrea Doria, il gioiello della rinata marineria italiana, punto di orgoglio della nazione che cercava di uscire dagli anni difficili della Ricostruzione e, in particolare, di una città, Genova, e dei suoi cantieri. E allora “riavvolgiamo il rullino”, lasciamo Loomis, New York, l’oceano Atlantico e ripartiamo da quei cantieri che stanno creando una nave meravigliosa, proviamo ad immergerci in quei primissimi anni ’50, ascoltiamo gli audio dell’Istituto Luce che ci fanno rivivere un’epoca fatta di speranze e ottimismi che oggi ci sembrano quasi incredibili…
PROTAGONISTI:
Il Comandante Eugenio Gianni, all’epoca Terzo Ufficiale sull’Andrea Doria e lo Storico navale Maurizio Eliseo, tra i massimi esperti di transatlantici. -
Il racconto del drammatico naufragio della nave ammiraglia della marina mercantile italiana - grazie agli straordinari documenti sonori dell’Archivio Luce - diventa un viaggio coinvolgente nell’Italia del dopoguerra, tra speranze e timori, slanci entusiastici verso il futuro e rovinose catastrofi.