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Vivere il dolore è esperienza ineludibile per ciascuno. Attribuirgli un senso è dunque cruciale, eppure viene evitato con ogni forza. La testimonianza di Emanuel Mounier.
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Un libro scritto prima dell’IA ne individua i problemi di fondo. “Dialoghi testardi” ne discute il testo con un software che si dice pronto a licenziare i giornalisti.
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C’è un uomo che brama la vita e desidera giorni felici? Alla domanda del Salmo messa da San Benedetto nella sua Regole risponde, oggi, la madre badessa di un monastero italiano.
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L’autore del “Diario di un curato di campagna” aveva capito che il liberalismo non sempre porta più libertà per l’uomo.
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Siamo assuefatti al consumo di immagini che, dallo stupro alle stragi, denudano e appiattiscono tutto. Una deriva disumanizzante di cui Giovanni Testori (1923-1993) aveva colto i tratti. Ce li spiega l'amico e allievo Luca Doninelli.
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La storia di Babele che conosciamo è pigra e forse sbagliata: e se confondere le lingue fosse, più che una punizione, un atto di amore?
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C.S. Lewis spiega che il vero obiettivo del discorso del potere, della propaganda, non è quello che spesso pensiamo: esso mira anzitutto alla classe dirigente, a chi ha bisogno di condividere un pensiero con la forza dominante.
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Un uomo di cultura deve ""schierarsi" in senso partitico-partigiano? Eugenio Montale grida un forte "no". Ce lo spiega il professor Giovanni Orsina, attento lettore del Nobel.
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Il dibattito sull’originalismo non è un arzigogolo da filosofi, ma il cuore del rapporto tra giustizia e potere nelle nostre società. Il giudice con un’agenda è un pericolo per la democrazia?
Il vicepresidente della Corte costituzionale commenta con Dialoghi testardi due brani di Antonin Scalia, storico giudice della Corte suprema americana e uno tra i massimi giuristi del Ventesimo secolo. Grande esponente del pensiero giuridico testualista, e pugnace avversario del giudice-legislatore, Scalia contesta l’idea secondo cui le Costituzioni debbano essere testi “vivi”, ovvero strumenti politici di assorbimento e indirizzo progressivo dei mutamenti sociali. Viceversa, considera la Carta come custode di regole che devono essere conservate nel tempo, preoccupandosi della loro corretta applicazione. Profondo conoscitore della traccia giuridica impressa da Scalia nell’ordinamento e nel pensiero non solo americano, Zanon tratteggia i cardini dell’originalismo, e – forte di nove anni di lavoro alla Consulta – affronta anche l’applicazione pratica e i rischi della via italiana al «living constitutionalism», a cominciare dal cosiddetto «caso Cappato».
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La letteratura fa diventare il mondo più mondo. Lo scrittore emiliano Paolo Nori spiega come funziona lo strano incanto di un libro che ci fa entrare nella realtà anziché estraniarcene.
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