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Pianosa oggi è un gioiello del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, un paradiso per i turisti in visita giornaliera o ospiti dell'hotel Milena, l'unica struttura turistica dell'isola, con appena 12 stanze. Ma un po' di carcere c'è ancora: un piccolo gruppo di detenuti collabora alla manutenzione dell'isola, lavora nell'azienda agricola sorta in quello era il pollaio più grande d'Europa, e lavora al ristorante e al bar con i turisti. È un modo di dare senso alla pena che potrebbe diventare un modello per far uscire i detenuti dal carcere migliori di come ci sono entrati. "Non buonismo, ma qualcosa che ci conviene", dice Silvia Giralucci che racconta le storie di due di questi detenuti e della responsabile della cooperativa Arnera sull'isola, Annamaria Funghi.
Interviste a: Claudio Cuboni, Manai Anoir, Romeo Gafon, Annamaria Funghi
Si ringrazia: Ornella Favero, Benedetta Tobagi, Grazia De Sensi, il ministero della Giustizia, la casa di reclusione di Porto Azzurro, la cooperativa Arnera
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Il fascino di Pianosa oggi, oltre che per la sua natura incontaminata, nasce dal fatto che si presenta come una Pompei dei nostri giorni. Nel giugno del 1998, infatti, i detenuti della Colonia penale e gli abitanti del paesino dei civili, gli agenti, le loro mogli, i figli, le persone che con loro lavoravano sono improvvisamente costrette ad andare via. Lasciano i letti sfatti, le pentole sui fornelli, le dispense piene. Perché tanta fretta? Che cosa era successo? Attraverso le testimonianze di chi c'era e dei due agenti di Polizia penitenziaria arrivati a Pianosa nel 1994 che ancora oggi vivono sull'isola, Silvia Giralucci ricostruisce la diaspora di Pianosa.
Interviste a: Gaetano Murana, Giuseppe Mazzei Braschi, Michele Comune, Claudio Cuboni, Andrea Giusti
Si ringrazia: Ornella Favero, Benedetta Tobagi, Grazia De Sensi, il ministero della Giustizia, la casa di reclusione di Porto Azzurro, la cooperativa Arnera
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Tra la primavera e l'estate del 1992 l'Italia affronta l'emergenza delle stragi di mafia. Due bombe uccidono i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. La Stato risponde con un giro di vite nella detenzione dei boss che vengono trasferiti in carceri speciali. Una di queste è la sezione Agrippa a Pianosa, un carcere nel carcere, al centro dell'isola, al centro di molte polemiche per le condizioni disumane di detenzione in regime di "41 bis", la forma la detenzione più dura. Una risposta necessaria? Un'operazione di facciata? Un modo per indurre collaborazioni?
Gaetano Murana viene arrestato sulla base delle dichiarazioni di un sedicente "pentito" detenuto a Pianosa e condannato all'ergastolo per la strage di Paolo Borsellino. Dopo 18 anni di carcere, di cui 16 al 41 bis, in parte a Pianosa, tra botte e sputi, si scopre che è innocente, completamente innocente e che quel collaboratore si era inventato tutto per uscire dell'inferno di Pianosa. Le ferite, i legami tra politica e criminalità organizzata, i depistaggi, la mancata assunzione di responsabilità quando a sbagliare è lo Stato.
Interviste a: Gaetano Murana, Rosalba Di Gregorio
Si ringrazia: Ornella Favero, Benedetta Tobagi, Grazia De Sensi, il ministero della Giustizia, la casa di reclusione di Porto Azzurro, la cooperativa Arnera
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Franco Bonisoli è uno dei brigatisti rossi che in via Fani, nel 1978, sequestrarono l'onorevole Aldo Moro uccidendo i cinque agenti della sua scorta. Silvia Giralucci lo incontra Milano per farsi raccontare della sua detenzione a Pianosa, di come, negli anni, abbia cambiato il suo atteggiamento nei confronti dello Stato, di come sia arrivato ad assumersi le responsabilità degli omicidi compiuti, anche grazie all'esperienza in prigione – ma in modo molto diverso da come s'immagina. Nel dialogo tra una vittima e un carnefice, due storie di cambiamento profondo si intrecciano e si confrontano.
Interviste a: Andrea Giusti, Michele Comune, Franco Bonisoli
Si ringrazia: Ornella Favero, Benedetta Tobagi, Grazia De Sensi, il ministero della Giustizia, la casa di reclusione di Porto Azzurro, la cooperativa Arnera
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Quando si arriva in barca dall'isola d'Elba, l'isola di Pianosa appare come il dorso di una balena verde che affiora in superficie. È stata prima una Colonia penale agricola italiana, poi un super carcere, e oggi una riserva marina.
Silvia Giralucci, ci arriva in vacanza, ne rimane affascinata. Raccoglie le storie di Carlo Dotto e di Pino Mazzei Braschi, uno figlio di un agente della polizia penitenziaria, l'altro del direttore dell'ufficio postale, che ci sono nati e cresciuti nei tempi in cui l'isola era Colonia penale, e si fa accompagnare dalla guida ambientale Andrea Giusti a esplorare le vecchie diramazioni del carcere ormai abbandonate all'incuria. Silvia scopre così che la storia affascinante di quell'isola, oggi abbandonata, si intreccia non solo con la storia del nostro Paese, ma anche con la sua storia personale di vittima, impotente e inquieta.
Interviste a: Carlo Dotto, Giuseppe Mazzei Braschi, Andrea Giusti
Si ringrazia: Ornella Favero, Benedetta Tobagi, Grazia De Sensi, il ministero della Giustizia, la casa di reclusione di Porto Azzurro, la cooperativa Arnera