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In questo podcast ricco di amore e leggerezza, Pier Giorgioattraverso la lettura del bellissimo libro "Il Leone Rosso", ci invita a riflettere sul tema dell'attaccamento. Ovvero può l'attaccamento non essere sbagliato? Possiamo riconoscerlo? Proprio grazie al vedere l’attaccamento, e al suo riconoscimento, abbiamo l’opportunità di imparare ad amare in modo elevato. Un amore raffinato e nobile, poiché come dice Pier Giorgio nel podcast, la confessione verso noi stessi è uno dei modi con cui ci si apre a Dio, possiamo confessare a noi stessi di avere degli attaccamenti e delle paure e permettere che ci siano?
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In questi cinque minuti di audio, tratti da un video in cui Pier Giorgio legge alcune parti del meraviglioso libro "Il Leone Rosso", siamo esortati a vedere le maschere che usiamo quotidianamente, e soprattutto a chiederci “che volto avevo prima di nascere?” Per scoprire così Chi veramente siamo.
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"Io sono la Via, la Verità, la Vita”, richiamando questo celebre versetto del Vangelo di Giovanni, e ricollegandolo ad alcune righe dell’amato Eckhart Tolle, Pier Giorgio condivideuna riflessione che ci conduce ad illuminare in noi delle dinamiche dell’ego, e le sue identificazioni col corpo, e con la mente. Esse non hanno niente di male e non sono da condannare, semplicemente e amorevolmente vanno però viste con consapevolezza, perché non siano “trappole” mentali (e linguistiche), che ci fanno confondere ciò che abbiamo con Ciò che Siamo, ostacolando il “salto” dalla comprensione alla Realizzazione della nostra vera Natura.
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In questo breve ma intenso podcast, Pier Giorgio condivideuna semplice quanto potente “parabola”, che Padre Pio era solito proporre alla riflessione di chi gli chiedeva perché se esiste Dio, nel mondo ci sono guerre, carestie, malattie. Questa risposta chiaramente, può non essere consideratasoddisfacente dalla limitata prospettiva della nostra mente logica, ma portarla dentro di noi (“ruminandola” come meditazione), può risvegliare un profondo stupore, e aprirci alla comprensione dell’invito, spesso rivolto da Pier Giorgio, ad avere “coraggio”, qualunque sia la situazione che la Vita ha in serbo per noi.
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In questo audio Pier Giorgio ci offre la metafora delloschermo sul quale è proiettato il film, che non esisterebbe senza lo schermo stesso, e ci invita ad andare a fondo nelle nostre esperienze, fino ad intuire, vedere, che cosa sottende ad esse. Così facendo, potremo scoprire che c'èQualcosa oltre tutte le forme. Dal vedere Questo, scaturirà una pace che non può essere corrotta da nessuna esperienza.
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“Si vede bene soltanto con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi”. Riflettendo su questo celeberrimoe diffusissimo aforisma del libro “Il Piccolo Principe”, Pier Giorgio offre delle domande che ci chiamano a porre attenzione a cosa sentiamo che sia l’Essenza della Vita; domande che non richiedono tanto una risposta sul pianologico-razionale, ma che se interiorizzate, possono rivelarci la meravigliosa intuizione di come l’Amore, vissuto con le persone e le creature a noi care, siatalmente “Essenziale” da travalicare ciò che il tempo porterà via, cioè le stesse esperienze condivise con chi amiamo, e addirittura anche il loro ricordo.
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In questo podcast prezioso preso direttamente da Parigi,Pier Giorgio ci invita a riflettere su quanto fuggendo costantemente dalla paura, ci troviamo nel non aver mai sperimento il vero Amore. Attraverso la bellissima lettura del libro “Il Piccolo Principe”, Pier Giorgio ci mostra come l'astuzia a servizio dell'ego che vuole sempre qualcosa in cambio, non ci permette di brillare della nostra vera Luce.Riconosciuta e accolta, questa astuzia diviene intelligenza, un’intelligenza che sarà amorevolmente al servizio della Vita.
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In questa seconda e ultima parte di questo intenso podcast, Pier Giorgio conclude la narrazione dell’episodio dell'autobiografia di Yogananda, e condivide amorevolmente altre profonde riflessioni e proprie esperienze sulle dinamiche dell’ego, che possono condizionare le relazioni (d’amore, d’amicizia, tra Maestro e discepolo, ecc.) se non ne siamo consapevoli. Ci mostra anche come le relazioni, siano occasioni importanti perscoprire le nostre debolezze e accoglierle, esse inoltre ci possono far vedere le qualità potenziali presenti in noi, che esattamente come dei semi, possono fiorire e fruttificare, se offerte, o andare perdute, se vissute come motivo disuperiorità nei confronti degli altri.
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Nella prima parte di questo bellissimo estratto, Pier Giorgio ci accompagna nella lettura e condivisione di un episodio tratto dall’autobiografia dell’amato Yogananda, mostrandoci come ciò che leggiamo in un bellissimo libro (oltre ad essere una bella lettura) può trasformarsi, seponiamo la giusta attenzione, in un prezioso insegnamento, uno “specchio” che ci fa vedere e ci rende consapevoli delle dinamiche che caratterizzano le relazioni che viviamo, aprendoci alla possibilità di renderle più elevate.
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In questa seconda parte, Pier Giorgio conclude la narrazione dell’episodio della vita di Siddhartha, e collegandolo ad alcuni princìpi del libro “La luce sul sentiero” e ad esempi tratti dal mondo della Fisica, offreuna preziosa riflessione sulla Liberazione intesa come liberazione dal mondo delle forme, comprese quelle dei credo religiosi. Con meraviglioso stupore, ci si rende conto che negli insegnamenti dei grandi Maestri, è evidente l’invito a seminare i Semi del Risveglio, e non a schierarsi con una dottrina piuttosto che con un’altra; questo ci può portare a risvegliarci dall’illusione di una spiritualità intesa come una “pratica per ottenere” e per realizzare i desideri dell’ego (anche quando sono mascherati da “ambizioni spirituali”), fraintendimento che offusca la percezione della Felicità e dell’abbondanza, che già sono presenti.
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Nella prima parte di questo podcast Pier Giorgio, leggendo alcuni passaggi dal libro “La vita di Siddhartha il Buddha” (di Thich Nhat Hanh), racconta di quando Siddhartha tornò dai suoi cinque più cari amici, (tra i qualiAssaji e Kondanna), per condividere con loro la Liberazione (o Via di Mezzo) da lui realizzata. Con gioia e leggerezza, Pier Giorgio mette in luce come narrazioni come questa (così come quelle del Vangelo o di altri preziosi insegnamenti), non sono solo il racconto di fatti accaduti 2000/2500 anni fa, ma sono dei veri e propri “Semi del Risveglio”, che parlano agli esseri umani di qualsiasi tempo, e se ascoltate e interiorizzate, hanno la forza di portarci a riconoscere in noi le dinamiche dell’ego, di vederle, e ci possono aiutare a discernere la Voce interiore dalla voce dell’ego, dandoci così la possibilità di vivere questa esperienza terrena, nelle sue meravigliose manifestazioni (come ad esempio l’Amicizia, che altro non è che una forma d’Amore) in maniera consapevole e profonda.
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In questo brano tratto dalla diretta di Natale, Pier Giorgioci invita con semplicità a chiederci che cosa è veramente importante. Proprio entrando dentro questa domanda, potremmo scoprire quanto questa Cosa così importante, chiamiamolo pure Dio, sia vicina, e che ciò che ci tiene lontani da Lui, sono solo le nostre idee e convinzioni.
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Chi sono io? Sono una persona spirituale? Ma ho toccatoveramente lo spirito? In questo elegante e profondo audio, Pier Giorgio ci guida attraverso domande profonde, su come molte volte abbelliamo la mente con idee e pensieri spirituali, rimanendo sempre in essa e nel gioco dell'ego, un ego che ha bisogno sempre di identificarsi con qualcosa. Qualsiasi siano i condizionamenti non abbiamo bisogno di condannarli, ma di vederli e semplicemente e amorevolmente accoglierli. Pier Giorgio con un gioco di letture citando Tolle e il Vangelo, ci porta a vedere come tutto è sempre amato e degno di essere accolto, e che ciò che siamo, è oltre qualsiasi forma.
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In questo podcast, Pier Giorgio anche condividendo alcune righe dal libro "Un nuovo Mondo" di Eckhart Tolle, ci porta a riflettere su un demone più difficile di altri da vedere: “la normale infelicità”, uno stato di scontentezza talmente diffuso da essere ritenuto, appunto, la normalità. È possibile che prendere consapevolezza di questo aspetto, anziché nasconderlo sotto al tappeto, ci possa portare a trascendere anche questa identificazione,e a scoprire quella Felicità che i Maestri hanno incarnato ed emanato, a prescindere dalla loro esperienza terrena?
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In questo breve brano tratto da una meditazione guidata, Pier Giorgio ci invita ed incoraggia a scoprire i veri doni che può portare la meditazione, andando oltre la persona che può sperimentare anche stati di profonda quiete. Possiamo ringraziare per questi doni, e lasciarli andare perscoprire lo "sperimentatore", chi veramente siamo?
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In apertura di podcast, Pier Giorgio propone (anche con una divertente storiella, che raccontava l’amato Tony De Mello) la "pratica della voce interiore". Ci conduce poi a riflettere sulle pratiche spirituali autentiche: quelle che portano a maturare, e non a cercare di far colpo sugli altri. In quest’ultimo caso non potremmo lasciare che Qualcosa di più grande di noi, trovi posto in noi. Citando, infine, l’amato Nisargadatta (“Non esiste nessun illuminato, ma solo l'Illuminazione”), ci invita a cogliere la preziosità del significato (spesso comunemente frainteso) della resa, delpotere e dell’umiltà.
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La felicità è ottenere ciò che si vuole? Questa non è felicità ma appagamento. A partire da questa constatazione, Pier Giorgio mette in luce uno dei più grandi fraintendimenti odierni: credere che la spiritualitàsia ottenere la realizzazione dei propri desideri, e quindi la felicità. Le grandi tradizioni spirituali (Buddismo, Cristianesimo, Induismo e Sufismo)trasmettono forse un insegnamento diverso?
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Pier Giorgio in questo audio, giocosamente ci guida a intuire il profondo significato della resa, dell’accettazione del momento presente, qualunque esso sia, anche riscoprendo nell’origine di una antica tradizione spirituale, cara e comune a tanti popoli di varie parti del mondo, (i quali consideravano l’ospite sacro, e degno comunque di accoglienza), l'insegnamento che ciò che bussa alla porta viene accolto in ogni caso.
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In questo podcast Pier Giorgio, ci aiuta a vedere uno deipiù grandi condizionamenti di cui siamo prigionieri. La convinzione che per raggiungere la verità o l'illuminazione, si debbano conoscere una moltitudine di complicate pratiche esoteriche. Pier Giorgio ci svela come vendendo di non vedere, sia l'inizio di potenti click interiori, che sono più importanti di tante altre esperienze sterili.
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In questo breve ma denso intervento, Pier Giorgio propone, con amore e chiarezza, una riflessione su quella che il Buddha chiama la “visione profonda”, grazie alla quale possiamo realizzare che è andando nel cuore della paura e del dolore (anziché fuggirli e restarne vincolati) che giungono la liberazione e la possibilità di far emergere, ed offrire al mondo, i nostri talenti.
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