Episodi
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Nel tardo pomeriggio la Geo Barents è arrivata in prossimità del porto di Bari; sul ponte scoperto, dove erano ospitate le 190 persone, la vice responsabile della missione di Medici Senza Frontie Lucia Blanco Soto ha preso il microfono e annunciato che stavano per iniziare le operazioni di sbarco. Ma soprattutto ha ringraziato tutte le persone soccorse per la collaborazione e il rispetto con cui sono comportati l’uno con l’altro e con l’equipaggio. Le 190 facce che fissavano Blanco Soto avevano un’espressione molto diversa rispetto alla sera precedente, più rigide e forse consapevoli di tutte le difficoltà che attendevano a terra.
La nave è un podcast del Post condotto da Luca Misculin. -
È sabato sera, fra circa ventiquattro ore la Geo Barents arriverà nel porto di Bari. Questa sarà l’ultima notte a bordo per le 190 persone soccorse. E si sente. Da domani mattina, o forse anche stasera, mentre fisseranno il soffitto prima di addormentarsi, inizieranno a pensare a quello che li aspetta a partire da domani, quando sbarcheranno dalla Geo Barents.
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Episodi mancanti?
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L’operazione di soccorso compiuta fra giovedì e venerdì dalla Geo Barents si è conclusa intorno alle 2 di venerdì. Poco dopo essere state accolte e registrate a bordo, quasi tutte le persone soccorse si sono accasciate sulla plastica nera del pavimento del ponte. Qualcuno è riuscito a dormire, molti altri sono rimasti svegli a fissare il vuoto, o a scambiare due chiacchiere col vicino. L’equipaggio della Geo Barents li ha lasciati riposare, per quanto possibile, per qualche ora, e poi la giornata è cominciata con tutta una serie di attività di routine. Nella puntata di oggi raccontiamo come funzionano le cose sul ponte della nave dove vengono ospitate le persone soccorse.
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Poco prima di mezzanotte i responsabili della ricerca e soccorso della Geo Barents hanno riunito in mensa le persone che sarebbero salite sui due gommoni semi-rigidi che materialmente soccorrono le persone in mare: è stato segnalato un peschereccio con quasi 200 persone a bordo, a circa 180 chilmetri dalle coste libiche. Il barcone è sovraccarico ma non rischia di ribaltarsi, almeno per il momento; la situazione rimane comunque complicata: soccorrere una barca strapiena, di notte, non è mai semplice. Può imbarcare acqua, ribaltarsi, il motore può prendere fuoco: a quel punto tutti si butterebbero in acqua, rendendo enormemente complicati i soccorsi.
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La deriva fisica della nave a volte può portare a una deriva psicologica, diciamo così. I diari dei marinai ci raccontano da secoli che durante una traversata è importante tenere alto il morale dell’equipaggio e ricordargli che sono lì per un obiettivo preciso. Oggi, con qualche conoscenza in più, sappiamo che situazioni di questo genere possono incidere sulla salute mentale delle persone a bordo, un rischio che qui a bordo un po’ tutti sembrano avere presente.
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Di solito Medici Senza Frontiere lavora in contesti di guerra e violenza: in questo momento è attiva anche in Ucraina, in Siria e in Yemen, dove prevede dei protocolli precisi per curare un grosso e improvviso flusso di 200, 300, 400 persone che arrivano in clinica dopo un attentato o un bombardamento. Sulla Geo Barents vengono applicati più o meno gli stessi principi, cioè quelli di un ospedale da campo in zona di guerra, per i migranti soccorsi in mare.
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Nel Mediterraneo centrale le onde si sono fatte grosse e il vento soffia forte. Per via di queste condizioni la Geo Barents si è fermata a nord-ovest di Malta, a nord dell’area di mare dove avviene la maggior parte delle operazioni di soccorso. Le esercitazioni programmate sono finite, così come i corsi e tutti i preparativi necessari. È una condizione strana: l’equipaggio rimane in attesa.
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Una delle sensazioni più spaesanti quando ci si trova in mare aperto è guardare l’orizzonte e non vedere nessuna traccia umana: soltanto l’acqua e il cielo, in tutte le direzioni. Dev’essere spaventoso, per una persona ammassata in un barchino con altre duecento, senza acqua e cibo, alzare lo sguardo e non vedere nessun altro in mare. Anche sulla Geo Barents, la nave di Medici Senza Frontiere che soccorre i migranti nel Mediterraneo, c’è chi passa le giornate a osservare l’orizzonte, con un obiettivo diametralmente opposto: individuare persone e imbarcazioni in difficoltà.
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Non c’è esercitazione o mini-corso che prepari per il mal di mare. Ne soffrono tutti, soprattutto chi non è abituato a stare a lungo su una nave che non fosse una crociera: basta che il mare sia un po’ increspato perché venga nausea – una parola che arriva da “naus”, che in greco antico significa proprio “nave” – mal di testa, vertigini. Il movimento delle onde sulla nave sballa il nostro sistema di equilibrio, in particolare il labirinto vestibolare dell’orecchio.
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Le persone a bordo della Geo Barents devono essere pronte per affrontare qualsiasi situazione: e per farlo si fanno delle esercitazioni per assicurarsi di seguire rigidamente i protocolli e attuare tutti i comportamenti corretti.
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A bordo della Geo Barents ci sono 37 persone: 15 formano l'equipaggio marittimo e 22 quello di Medici senza frontiere. I due equipaggi hanno ritmi e orari distinti e si occupano di cose diverse: nella seconda puntata ne conosciamo due.
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Giovedì 16 marzo la Geo Barents, la nave di soccorso di Medici senza frontiere, è salpata dal porto di Augusta, in provincia di Siracusa, per una missione nel Mediterraneo centrale. La Geo Barents sarebbe dovuta partire a fine febbraio, ma era stata costretta a rimandare la partenza a causa del fermo amministrativo imposto dal governo italiano il 23 febbraio scorso per aver violato il controverso e contestato codice di condotta delle navi delle ong, da poco approvato in via definitiva dal Senato.
Sulla nave c'è anche Luca Misculin, giornalista del Post. Sarà a bordo per tutta la durata della missione, che ha l'obiettivo di condurre operazioni di soccorso di eventuali migranti in difficoltà. Nel corso della missione, il Post pubblicherà un podcast quotidiano realizzato da Luca Misculin per spiegare come funzionano queste operazioni di soccorso, ma anche tutto quello che c'è intorno. La prima puntata sarà dedicata proprio alla nave: come è fatta la Geo Barents.
È una nave molto grande, che prima di essere usata da Medici senza frontiere era usata per indagini geologiche, e a bordo ci sono tracce della sua vita precedente. Ha un equipaggio numeroso formato da persone che arrivano da tutto il mondo, con competenze specifiche diversissime; ci sono ponti, corridoi e cabine tra cui bisogna imparare a orientarsi in fretta, ci sono rumori costanti che accompagnano la giornata e altri che hanno significati precisi. E c'è anche uno spazio dove rifugiarsi in caso di attacco da parte di una nave di pirati: un'eventualità remota nel Mediterraneo, ma che non si può escludere.
Luca Misculin racconta queste e molte altre cose, aiutato nelle spiegazioni dalle persone che sono sulla nave con lui.