Episodi
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Nella prima puntata, Giacomo incontra un gruppo scout che sta raccogliendo materiale igienico ed alimentare da mandare in Grecia tramite il Solidaritir dell’organizzazione veronese One Bridge To. Decide quindi di partire per la penisola balcanica per vedere dove vanno a finire gli aiuti.
Caricata su un treno fino ad Ancona, poi imbarcata sul traghetto con destinazione Igumenitsa, la bicicletta inizia il suo viaggio sulle tracce dei migranti lungo la rotta balcanica. La prima sosta lunga, è a Patrasso, dove Giacomo visita una fabbrica abbandonata che fu rifugio per migliaia di persone in attesa di imbarcarsi sui traghetti per l’Italia, tentando il famigerato game per attraversare il confine.
In questa puntata:
Anna, Manu, Matteo e gli/le scout del clan Verona 13;
Giorgio Fruscione, analista ISPI;
Jacopo Rui, One Bridge To.
Scritto da Giacomo Corticelli.
Musiche di Giulio Deboni Do Vago.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears.
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Nella seconda puntata, dopo 454 chilometri di pedalate in sei giorni, Giacomo arriva a Corinto e va alla scoperta del centro Xerapsies, gestito dalle organizzazioni One Bridge To, Vasilika Moon e Aletheia RCS.
Qui si distribuisce materiale igienico ed alimentare agli abitanti del campo di rifugiati della città, si svolgono corsi di lingua, c’è una caffetteria. E’ un luogo di ritrovo e di socialità gestito da volontari e volontarie, che raccontano le ragioni che le quali spendono qui il loro tempo. Le testimonianze di Sherif e di Salomé, che abitano al campo della città, chiudono la puntata.
In questa puntata:
Mina, Giulia, Giulia, Silvia, Benedetta, Sherif, Salomé.
Jacopo Rui, One Bridge To.
Scritto da Giacomo Corticelli.
Musiche di Giulio Deboni Do Vago.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears.
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Episodi mancanti?
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La terza puntata si svolge ad Atene, capitale di un paese in profonda crisi, dove si svolge una guerra ai poveri che prende di mira specialmente i migranti. Qui Giacomo incontra diversi attivisti politici della città e visita alcuni luoghi occupati a scopo abitativo, dove alloggiano soprattutto famiglie migranti. La scoperta di buone pratiche di lotta contro politiche governative sempre più ostili e stringenti verso i migranti, passa anche per lo sport e la moda.
In questa puntata:
Giulio D’Errico, Solidarity with migrants.
Cristina e Ioannis, Open assembly against pushbacks and border violence.
Kerry Moor, Hope café.
Sabri, Navenda Çanda Kurdistan Atina.
Davide Garzella, Sunny, Yassin, Yoga & sport with refugees.
Lin, Isabella, Mariangela, Ankaa Project.
Scritto da Giacomo Corticelli.
Musiche di Giulio Deboni Do Vago.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears.
Assistente al montaggio: Silvia Beraldo.
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Il viaggio di ricerca in bicicletta lungo la rotta balcanica, ferma per l’ultima tappa greca a Salonicco. In questa città si sente la vicinanza del confine e gli effetti della repressione ai confini dell’Unione. Gli attivisti e le attiviste della città confermano l’aumento dei respingimenti, raccontano di una società in preda alla paura e dell’incapacità di riuscire a produrre una narrazione controcorrente sul fenomeno migratorio.
Nei giorni passati a Salonicco, Giacomo partecipa anche alla manifestazione in risposta al grande naufragio di Pylos, nel Mediterraneo, nel quale oltre 600 migranti sono stati lasciati morire. Il racconto di questo episodio si conclude lungo il confine greco turco, un luogo totalmente militarizzato, murato, un posto triste, simbolo di un’Europa sconfitta dal proprio egoismo.
In questa puntata:
Max, Wave Thessaloniki.
Lazaros, Stop war on migrants.
Manon Louis, Mobile info team.
Giulio D’Errico, Solidarity with migrants.
Scritto da Giacomo Corticelli.
Musiche di Giulio Deboni Do Vago.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears.
Assistente al montaggio: Silvia Beraldo.
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In questo episodio, si viaggia a ridosso del triplice confine Greco-Turco-Bulgaro. Dopo l’impressionante strada che corre lungo il fiume Evros, la trincea della guerra ai migranti dell’Europa del sud est, Giacomo si ferma per qualche giorno ad Edirne in Turchia e poi prosegue per Harmanli, Bulgaria.
In questa piccola cittadina di confine lavora la fondazione Mission Wings e operano attivisti e attiviste del Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino. Hamid, rifugiato iraniano che vive da qualche anno ad Harmanli, accompagna Giacomo alla scoperta di una città ostile verso stranieri e organizzazioni che supportano le persone in movimento lungo la rotta balcanica.
Harmanli si rivela tuttavia estremamente calorosa ed accogliente: insieme a Mission Wings, Giacomo passa una giornata ai fornelli con irachene, curde, siriane ed afghane a cucinare dolcetti, pollo, riso e verdure per gli oltre ottanta minori non accompagnati del campo della città.
In questa puntata:
Damla, ASAM Ankara.
Hamid e Diana, Mission Wings.
Giuseppe, Davide e Anna, Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino.
L’albergatore dell’hotel Bulgaria e le donne del campo di Harmanli.
Scritto da Giacomo Corticelli.
Musiche di Giulio Deboni Do Vago.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears.
Assistente al montaggio: Silvia Beraldo.
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Continua il viaggio in Bulgaria, dove si riscontra un grande arrivo di persone in movimento dalla Turchia. Dopo la militarizzazione del confine Greco Turco, la rotta si è spostata qui e il paese è il nuovo “scudo d’Europa”. I migranti vengono violentemente respinti o vengono rinchiusi in centri di detenzione, come quello di Lyubimets, come raccontano gli attivisti delle zone di Harmanli. L’assenza della legge lungo queste frontiere e la violazione dei più basilari diritti all’interno delle prigioni per migranti, vengono sottolineate in varie occasioni.
L’ultima tappa bulgara è nella capitale Sofia, dove il sistema dell’accoglienza è quasi inesistente: sono poche le organizzazioni che sostengono i richiedenti asilo e le persone in movimento cercano di lasciare il paese quanto prima possibile, rimanendo nascoste, per non finire tra gli schedati di Dublino, quindi obbligati a restare nel limbo dei documenti in un paese povero di prospettive.
In questa puntata:
Hamid, Mission Wings.
Giuseppe, Davide e Anna, Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino.
Linda Awanis, Council of refugees woman in Bulgaria.
Todor Iliev, Center for legal aid - Voice in Bulgaria.
Magdalena Miteva e Nadya Denkova, Foundation for access to rights.
Bedu.
Scritto da Giacomo Corticelli.
Musiche di Giulio Deboni Do Vago.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears.
Assistente al montaggio: Silvia Beraldo.
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La Serbia è un paese chiave della rotta balcanica, un punto di passaggio quasi obbligato per chi percorre le numerose strade che portano in Europa occidentale. L’ingresso nel paese avviene da sud: la prima tappa è a Pirot, dove alla stazione degli autobus passano quotidianamente decine o centinaia di migranti in arrivo, quasi sempre a piedi, dalla vicina Bulgaria. Le fatiche del viaggio e le violenze patite nella tappa precedente, sono visibili nei numerosi gruppi di persone in movimento incrociate in questi luoghi.
Numerosi gli incontri e le testimonianze anche a Belgrado, capitale caotica di un paese che è considerato di transito. Vengono messe in evidenza le bugie dei trafficanti e confrontate con alcune storie di viaggio di giovanissimi afghani e marocchini, incontrati tra Pirot e Belgrado.
In questa puntata:
Emina, Infopark Pirot.
Vuk Raičević, Belgrade Centre for Human Rights.
I ragazzini afghani e marocchini in viaggio lungo la rotta.
Scritto da Giacomo Corticelli.
Musiche di Giulio Deboni Do Vago.
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Seguendo il flusso delle persone in movimento lungo la rotta, continua il viaggio in Serbia. Da Belgrado, Giacomo si sposta a nord nella zona di Sombor: con il team dell’organizzazione InfoPark, sono realizzati alcuni sopralluoghi negli squat, luoghi occupati temporaneamente dai migranti e gestiti dai cosiddetti trafficanti.
A poca distanza, il muro di Orban, la barriera di filo spinato alta quattro metri, comprensiva di videosorveglianza e filo elettrico, installata lungo l’intero confine tra Serbia e Ungheria. Questa opera del governo ungherese ha solo deviato e rallentato la rotta: i migranti l’attraversano posizionando alte scale, senza però riuscire ad evitare di ferirsi con le lamette del filo spinato. I respingimenti violenti della polizia ungherese, le sparatorie tra bande di trafficanti e gli sgomberi violenti degli squat da parte della polizia serba, sono raccontati dai volontari delle organizzazioni che supportano le persone in movimento. Giacomo li incontra a Subotica, cittadina di confine con l’Ungheria, dove passa molto tempo con i volontari e le volontarie di Medical Volunteers International e di No Name Kitchen.
In questa puntata:
Molly, Medical Volunteers International.
Milica e il team di InfoPark Belgrado.
Lucy e Adalberto, No Name Kitchen.
Scritto da Giacomo Corticelli.
Musiche di Giulio Deboni Do Vago.
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In questo episodio, Giacomo arriva in bicicletta a Šid, nel nord ovest della Serbia, al confine con Bosnia e Croazia. Anche qui numerose persone attendono il momento giusto per continuare il viaggio verso l’Europa occidentale. I centri di accoglienza gestiti dallo stato serbo versano in condizioni precarie, sono sovraffollati e sporchi, infatti molti dei giovanissimi ospiti si infettano con la scabbia. Tra le attività dell’organizzazione No Name Kitchen, la solidarietà e i giochi con i bambini afghani alla stazione dei treni di Šid e le visite agli squat nei pressi del confine.
Si affronta il tema della gestione delle zone fronterizze da parte dell’agenzia europea Frontex, complice, secondo molte testimonianze dei respingimenti illegali e violenti sui migranti. Con i volontari e le volontarie di No Name Kitchen, si visita il cimitero della città, dove sono sepolte le persone che hanno perso la vita cercando di attraversare il vicino confine. Alcune di queste vittime hanno meno di dieci anni, altre, sono rimaste senza nome.
In questa puntata:
Peppe Naselli, fumettista.
Federico, Tomas, Marta, No Name Kitchen.
Simon, Giorgio, Michele, studenti in viaggio lungo la rotta balcanica.
Scritto da Giacomo Corticelli.
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Da Šid a Brčko attraversando illegalmente la frontiera serbo-croata: sebbene l’arrivo in Bosnia-Erzegovina riservi qualche imprevisto, la bicicletta continua a sfrecciare per la penisola balcanica. La grande pianura serba della Voivodina è finita, si passa alle montagne della Bosnia: dopo 268 chilometri in tre giorni fatti di durissimi dislivelli, l’arrivo a Sarajevo. In città e nel paese i profughi sono diventati quasi invisibili: dopo l’empatia iniziale dei bosniaci, il linguaggio è cambiato, sono arrivate le grandi organizzazioni internazionali e costruiti campi per rifugiati.
I retaggi della guerra degli anni novanta sono ancora ben presenti: la Bosnia è un paese profondamente diviso e sull’orlo della secessione. I bosniaci stessi continuano ad abbandonare il paese. In questo contesto, l’Unione Europea continua a sostenere la politica dell’esternalizzazione delle frontiere, finanzia di fatto i respingimenti illegali della polizia croata e ufficialmente li nega.
L’episodio termina nella città di Bihać dove sono numerosi e giovanissimi gli afghani che Giacomo incontra accompagnato da Baba, commerciante in pensione che aiuta i migranti che passano in città e dintorni.
In questa puntata:
Valentina Pellizzer, attivista.
Ilma Čosić, Kompas 071 Sarajevo.
Arshad Isakjee, No Name Kitchen - geografo politico, Università di Liverpool.
‘Baba’ Asim Karabegovic, SOS BalkanRoute.
Scritto da Giacomo Corticelli.
Musiche di Giulio Deboni Do Vago.
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Ultimi 288 chilometri di viaggio da Bihać a Trieste, con una sosta a Fiume per visitare il punto di ristoro della Caritas, unico nel suo genere in Croazia e frutto di difficili compromessi. Anche in questa puntata, diversi contributi evidenziano i violenti respingimenti da parte della polizia croata, che sembrano essere diminuiti con l’ingresso del paese nell’area Schengen.
L’arrivo a Trieste, uno degli snodi principali delle rotte balcaniche, sorprende per il degrado nel quale sono lasciate intenzionalmente le persone che avrebbero diritto all’accoglienza. La mancanza dei trasferimenti in altre città e l’insufficiente numero di strutture, costringono le persone ad accamparsi nel Silos, enorme edificio fatiscente a lato della stazione ferroviaria. Centinaia di migranti, oramai portatori di diritti unicamente sulla carta, sono costretti a vivere tra ratti, insetti, sporcizia, senza servizi igienici, senza acqua, senza elettricità e sotto continua minaccia di sgombero.
La città rivela tuttavia una solida rete di attivisti, operatori sociali e volontari che si impegnano per restituire un po’ di dignità alle persone che arrivano in città stremate dal viaggio, traumatizzate e spesso ferite dal tortuoso percorso intrapreso per valicare i muri della Fortezza Europa.
In questa puntata:
Damir Selimovic, Caritas Rijeka.
Giulio, attivista e operatore sociale.
Chiara Lauvergnac, freelance troublemaker.
Muhon dal Nepal.
Veronica Saba, Casa internazionale delle donne Trieste.
Scritto da Giacomo Corticelli.
Musiche di Giulio Deboni Do Vago.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears.
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L’ultima puntata del documentario radiofonico contiene le conclusioni di un viaggio lungo 81 giorni, di cui 33 di pedalate, per un totale di 3500 chilometri: una media di 106 chilometri a tappa. A Trieste in piazza della Libertà, si ritrovano ogni sera centinaia di afghani, pakistani, curdi in arrivo dalla rotta. A loro fianco sono sempre presenti mediatori culturali, organizzazioni che forniscono un supporto umanitario, volontari e volontarie che danno una mano, scout, operatori sociali, attivisti e attiviste.
Ci si ritrova a discutere in un’assemblea pubblica di come l’esistenza della frontiera non sia affatto casuale, ma frutto di precise scelte politiche; come verificato nei diversi paesi della rotta balcanica, le scelte degli stati vanno tutte nella stessa direzione: impedire la libera circolazione con muri di ogni tipo, vulnerabilizzare e fragilizzare le persone, col preciso intento di renderle docili e pronte a sopportare il sistema economico capitalista, che ha sempre bisogno di manodopera a basso costo per massimizzare il profitto.
Le conclusioni di questo documentario radiofonico sono in tutte le voci, registrate all’arrivo, a Trieste, alla fine di questo viaggio.
La rotta balcanica in bicicletta è un documentario radiofonico donpears, dedicato a chi lotta ogni giorno lungo la rotta balcanica.
Un ringraziamento speciale a chi ha sostenuto e continuerà a sostenere questo progetto tramite la raccolta fondi e a chi ha contribuito al progetto, prestando la propria voce per i doppiaggi.
In questa puntata:
Giulio e Davide, attivisti e operatori sociali.
Noemi Bergasio, dottoranda Università di Bologna.
Ismail, mediatore culturale, ICS, IRC e Diaconia valdese.
Emran Haidari, mediatore culturale, ICS.
Francesca, attivista.
Scritto da Giacomo Corticelli.
Musiche di Giulio Deboni Do Vago.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears.
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Spazio Estate Viaggi è un programma di intrattenimento nato da un’idea donpears: progetto di attivismo culturale che parte nel 2009 segue diverse onde, fotografa realtà di diversi paesi e si racconta in diverse lingue.
La struttura del programma. Inizieremo con il racconto di viaggio di Giacomo, ciclo viaggiatore inesperto, che ha pedalato in sud America tra febbraio e maggio. Il viaggio si è svolto in tre paesi, Argentina, Bolivia e Perù. 5000 chilometri in bicicletta, da Buenos Aires a Lima.
Nella seconda parte di ogni puntata ascolteremo un’intervista ad un’organizzazione, un collettivo, una realtà associativa o di movimento. Abbiamo incontrato diversi gruppi femministi, ambientalisti, centri culturali, una televisione e una scuola autogestita. A conclusione del programma, la rubrica “Dagli Appennini alle Ande: uno sguardo italiano alla cultura dell’America Latina”. A cura di Mirko, che associa le letture più pertinenti ai luoghi del viaggio e ai contenuti dell’intervista.
Potete indirizzarvi sulle pagine Facebook e Instagram @donpears.it per trovare le foto di viaggio e per interagire con Spazio Estate. -
Prima parte. Il viaggio in bicicletta di Giacomo: scelta, i preparativi e l’arrivo a Buenos Aires.
Seconda parte. Lucia Macagno e Gianluigi Gurgigno ci portano negli studi di Barricada TV, televisione di militanza basata nella capitale argentina.
Terza parte. La rubrica di Mirko, che ci parlerà di Rodolfo Walsh, uno degli esempi di giornalismo che ispirano il lavoro di Barricada TV.
Voce nell’intervista: Fernanda Flacco.
Traduzioni dallo spagnolo: Mirko Olivati.
Racconto di viaggio: Giacomo Corticelli.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears.
Musiche registrate a Buenos Aires presso La Cumparsita Tango Bar. -
Prima parte. La partenza del viaggio in bicicletta di Giacomo: da Buenos Aires a Rosario, Argentina.
Seconda parte. L'incontro con due attiviste dell’area femminista del Laboratorio ecologista della città di Rosario. In questa intervista, Magali Riva e Barbara Basserini ci fanno conoscere le attività dell’organizzazione di cui fanno parte. In particolare, ci presenteranno il libro che hanno scritto con le loro compagne durante le chiusure dettate dalla pandemia: Cucinando l’eco femminismo. Ingredienti per una transizione socio ecologica.
Terza parte. La rubrica di Mirko, che ci parlerà di Roberto Arlt, scrittore drammaturgo e giornalista argentino nato a Buenos Aires nel 1900.
Voci in italiano nell’intervista: Fernanda Flacco ed Eleonora Nestola.
Traduzioni dallo spagnolo e rubrica: Mirko Olivati.
Racconto di viaggio: Giacomo Corticelli.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears.
Musicisti registrati a Buenos Aires : Gabino Arce, Ariel Nurnberg. -
Prima parte. Continua il viaggio in bicicletta di Giacomo: in questa puntata ci racconta dei chilometri percorsi tra Rosario e La Banda, Santiago del Estero, Argentina. Inoltre ci spiega le problematiche legate al Rio Paranà e dei rischi che corre a causa dell'intenso sfruttamento che arricchisce pochi ma impoverisce tutti. Giacomo finirà con l'essere invitato ad una radio locale sperduta nella campagna argentina.
Seconda parte. L'incontro con l'attivista Laura Scopetta, professoressa alla scuola popolare di Tablada (Bachi Tablada), della città di Rosario. In questa intervista, conosceremo le attività di una scuola autogestita e autofinanziata da compagni e compagne in un quatiere disagiato della città. In particolare, le ragioni storiche e le lotte che hanno portato alla fondazione scuola popolare di Tablada.
Terza parte. La rubrica di Mirko, che ci parlerà di Leopoldo Marechal, scrittore drammaturgo e giornalista argentino nato a Buenos Aires nel 1900. Poeta del gruppo avanguardista Martin Fierro, cattolico e peronista convinto, Marechal è stato per questo isolato dall’intellighenzia intellettuale argentina, tanto che egli stesso si definirà, parafrasando Peròn, “il poeta deposto”. Il suo romanzo capolavoro, Adàn Buenosayres, è un’opera imprescindibile, soprattutto per un pubblico lettore italiano, visto che la fonte primaria per Marechal è stata l’opera di Dante Alighieri.
Voce in italiano nell’intervista: Fernanda Flacco.
Traduzioni dallo spagnolo e rubrica: Mirko Olivati.
Racconto di viaggio: Giacomo Corticelli.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears.
Si ringrazia radio Signos di Malbran. -
Prima parte. Continua il viaggio in bicicletta di Giacomo, cicloviaggiatore inesperto, che ha iniziato a pedalare a Buenos Aires, per arrivare, dopo 5000 km e tre mesi, a Lima. Quest'oggi seguiremo la bici tra la città di La Banda (Santiago del Estero) fino a Salta. Dopo aver lasciato La Banda e dopo aver pedalato diverse centinaia di chilometri con il caldo torrido del nord dell'Argentina, Giacomo arriva a Salta lo scorso 8 marzo, con qualche ora di anticipo dall'inizio dei cortei organizzati in città dai movimenti femministi.
Seconda parte. L'intervista di questa puntata riguarda un'organizzazione di musiciste che lottano per la parità di genere nel mondo della musica. Carolina Haik, dell'organizzazione Movimiento Musica de Mujares, ci racconterà come, con molta fatica, un gruppo di lavoratrici del settore artistico musicale lotta per i loro diritti di base, primo fra tutti il diritto a lavorare alle stesse condizioni dei colleghi uomini.
Terza parte. Presente anche in questa quarta puntata, la rubrica di Mirko: "Dagli appennini alle ande, uno sguardo italiano all'america latina". Oggi ci parlerà di Ricardo Piglia, romanziere e critico letterario argentino della seconda metà del secolo XX. Piglia ha rinnovato profondamente l'arte del romanzo dell'america ispanica, mescolando finzione e critica in testi in cui la forma si presenta come ibrida tra romanzo e saggio. La sua grande passione per Cesare Pavese lo rende un autore molto interessante per i lettori e le lettrici italiane.
Voce in italiano nell’intervista: Daniela Dallo Russo.
Traduzioni dallo spagnolo e rubrica: Mirko Olivati.
Racconto di viaggio: Giacomo Corticelli.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears. -
Prima parte. Continua il viaggio in bicicletta di Giacomo, cicloviaggiatore inesperto, che ha iniziato a pedalare a Buenos Aires a inizio febbraio, per arrivare, dopo 5000 km e tre mesi, a Lima. In questa puntata Giacomo arriverà a Salta, nel nord est dell'Argentina, l'8 marzo, un paio d'ore in anticipo sull'inizio della manifestazione transfemminista. Vi racconteremo dei cortei, degli incontri avuti in questa città e dei movimenti femministi tra i più radicali conosciuti durante il viaggio.
Seconda parte. La prima intervista registrata nella città di Salta è con Veronica Ardanáz, poetessa, editrice indipendente, manager culturale, documentarista e lottatrice per la difesa della diversità culturale e ambientale oltre che presidentessa della Fondazione Culturale Cebil, della quale ci parlerà in questo episodio. La fondazione Cebil propone attività finalizzate allo sviluppo di una coscienza ambientale, interculturale e sociale, tramite servizi educativi, progetti culturali e prodotti innovativi.
Terza parte. La rubrica "Dagli appennini alle ande. Uno sguardo italiano sulla cultura dell'america latina". Nella rubrica di questa puntata, Mirko ci parlerà di Roberto Bolaño, poeta e romanziere cileno in permanente autoesilio. Ha vissuto prima in Messico, dove ha fondato un movimento poetico d’avanguardia chiamato Infrarrealismo, e poi in Spagna, a Blanes, dove ha portato alle estreme conseguenze l’arte del romanzo totale, scrivendo opere che sono già imprescindibili per la letteratura del XXI secolo come I detective selvaggi e, soprattutto, 2666.
Voce in italiano nell’intervista: Daniela Dello Russo.
Traduzioni dallo spagnolo e rubrica: Mirko Olivati.
Racconto di viaggio: Giacomo Corticelli.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears. -
Prima parte. Continua il viaggio in bicicletta di Giacomo, cicloviaggiatore inesperto, che ha iniziato a pedalare a Buenos Aires a inizio febbraio, per arrivare, dopo 5000 km e tre mesi, a Lima. Questa è l'ultima puntata in cui il viaggio si svolge in Argentina. In questa puntata Giacomo arriva a La Quiaca, cittadina nel nord est dell'Argentina alla frontiera con la Bolivia. Tra le riflessioni, un primo bilancio della prima parte del viaggio: i chilometri percorsi, la media giornaliera, le altitudini, nonché le numerose amicizie e incontri fortuiti. Tra questi, lo scrittore e poeta salteño, Juan Ahuerma Salazar.
Seconda parte. Spazio Estate vi propone l'intervista a Silvia Rivera Cusicanqui, attivista, sociologa, professoressa, teorica e storica contemporanea boliviana. Si è occupata, tra i suoi numerosi studi, di teoria anarchica e cosmologia quechua e aymara. Oggi ci parlerà dell'organizzazione nella quale milita attualmente, il collettivo Ch'ixi, di La Paz.
Terza parte. La rubrica: Dagli Appennini alle ande. Uno sguardo italiano sulla cultura dell'America Latina. Nella rubrica di questa puntata, Mirko ci parlerà di Cristina Peri Rossi, scrittrice uruguaya molto amica dell'argentino Julio Cortázar. Esule in Spagna a causa della dittatura militare nel suo pese, nelle sue opere spiccano i temi dell'esilio, della sessualita e della condizione della donna. Nel 2018 è stata insignita del premio Cervantes, il piú prestigioso per gli scrittori di lingua spagnola.
Voci in italiano nell’intervista: Carmela Longhin e Monica Cordioli.
Traduzioni dallo spagnolo e rubrica: Mirko Olivati.
Racconto di viaggio: Giacomo Corticelli.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears. -
Prima parte. Continua il viaggio in bici di Giacomo, cicloviaggiatore sempre meno inesperto, che ha iniziato a pedalare a Buenos Aires e ci sta raccontando del suo viaggio. Il racconto del viaggio, ci porterà da La Quiaca Argentina, fino a La Paz Bolivia. Giacomo racconterà delle grandi fatiche fisiche di questi primi 1100 chilometri pedalati in Bolivia, rigorosamente in alta quota, con altitudini medie di circa 3700 metri. Questa parte di viaggio include nuovi splendidi paesaggi, il dipartimento di Potosì e luoghi unici tra cui il Salar di Uyuni.
Seconda parte. l'intervista a Julieta Ojeda, attivista di Mujeres Creando sin dagli esordi del movimento, nel 1991. Abbiamo incontrato Giulieta nella storica sede del noto collettivo anarco femminista, la casa "virgen de los deseos - vergine dei desideri", a La Paz. Ci ha raccontato delle lotte storiche di Mujeres Creando, nonché le attività correnti del movimento, che con oltre 30 anni di attività, è diventato un influente attore politico, mantenendo però la propria autonomia ed indipendenza.
Terza parte. La rubrica: Dagli Appennini alle ande; uno sguardo italiano sulla cultura dell'America Latina. Mirko ci parlerà di Virgilio Piñera, scrittore, poeta e drammaturgo cubano, ostracizzato dal regime dell'isola, perché omosessuale dichiarato fin dalla sua gioventù. Ciononostante ha scritto poesie che oggi sono considerate al vertice della letteratura cubana, racconti e romanzi originali, caratterizzati da una feroce ironia. Soprattutto ha rinnovato profondamente il teatro del suo paese, fondando di fatto il teatro cubano moderno.
Voci in italiano nell’intervista: Daniela Dello Russo.
Traduzioni dallo spagnolo e rubrica: Mirko Olivati.
Racconto di viaggio: Giacomo Corticelli.
Produzione, mixaggio e fotografie: donpears. - Mostra di più