Episodi
-
Ultima puntata di Macondo: parliamo di cucina, ingredienti e alimentazione in America Latina. Con noi la giornalista Soledad Barruti e gli chef Rodrigo Pacheco e Donato Di Santis.
-
Una puntata speciale dedicata al più grande paese latinoamericano, che quest’anno va al voto: l’Argentina. Con noi i professori Loris Zanatta, Pablo Gerchunoff e Noras Cortiñas, una delle madri di Plaza de Mayo, línea fundadora.
-
Episodi mancanti?
-
Dell'eroe dei due mondi tutti conoscono il contributo dato all'Unità d'Italia. Meno conosciuta è la storia dall'altro lato del mondo. A Macondo parliamo della vita avventurosa di Giuseppe Garibaldi tra Brasile, Uruguay, Argentina e Perù. Con noi lo storico Guido Quintela e il cantautore Massimo Bubola.
-
Il paese più povero del mondo occidentale, consumato da satrapi, ladroni, gang criminali e frequenti catastrofi naturali. Il primo paese ad aver fatto la rivoluzione per ottenere l’indipedenza ed abolire la schiavitù. A Macondo parliamo di Haiti, dei suoi mali e delle sue speranze. Con noi il cooperante Roberto Codazzi, l'attivista Lautaro Rivara e il giornalista Richard Pierrin.
-
L’America Latina non è più “quell'immagine sdolcinata di contadini incastrati in paesaggi da cartolina, vicini alla loro terra e alle loro tradizioni” ha scritto Martín Caparrós. Oggi è una delle regioni più urbanizzate al mondo, il tasso di persone che vivono in città è molto più alto che in Europa e nel resto del mondo. A Macondo, parliamo di città latinoamericane. Con noi lo scrittore Pino Cacucci e l’urbanista Roberto Andrés.
-
La passione per il calcio unisce l’America Latina. E la storia del calcio mondiale si intreccia con quella dell’America Latina. A Macondo, parliamo di calcio. Con noi il giornalista Darwin Pastorin, il tifoso Leonardo Scaramal, la funzionaria governativa Guillermina Gordoa.
-
Appena il 49% della popolazione latinoamericana crede che la democrazia sia preferibile a qualunque altro sistema di governo. Non è un dato qualunque, in una regione dove il ricordo delle dittature militari è ancora vivo. A Macondo parliamo dello stato di salute della democrazia nella regione. Con noi, il giornalista Jon Lee Anderson.
-
Il movimento femminista sta trasformando l’America Latina. La sua storia inizia all’epoca della colonia e arriva fino all’attualità, è un arcobaleno con molte sfumature, che include visioni moderate e più radicali. Le sue proposte raccolgono consenso ma provocano, allo stesso tempo, reazioni feroci. A Macondo parliamo dei movimenti femministi nella regione. Con noi la giornalista Giulia De Luca e l’avvocata Cecilia Tello.
Il video della performance del collettivo Las Tesis, "Un violador en tu camino" è disponibile su https://www.youtube.com/watch?v=aB7r6hdo3W4 . -
La musica è il biglietto da visita dell’America Latina verso il mondo. Ci sono decine di generi autoctoni, figli dell’intreccio delle culture indigene e di quelle arrivate da altri luoghi. Tutti insieme compongono l’universo musicale latinoamericano, complesso e contraddittorio come la regione. Oggi a Macondo ne parliamo con la ricercatrice Ana Canepa, lo scrittore Alberto Riva, la giornalista Cristina Zambrano.
-
Praticamente tutta la cocaina che si consuma nel mondo viene da soli tre paesi, tutti e tre in America Latina. La coca, d'altronde, è tipicamente latinoamericana: “è un prodotto della terra, una materia prima elaborata da lavoratori malpagati per essere esportata in mercati ricchi". Per conoscere uno dei mercati più lucrativi al mondo, bisogna quindi guardare alla fonte: l'America Latina. A Macondo ne parliamo con il ricercatore Tiziano Breda, il cineasta Diego Enrique Osorno e la giornalista Maria Zuppello.
-
Il primo turno delle elezioni brasiliane ha restituito un risultato imprevisto dai sondaggi: Bolsonaro si prende il Congresso e va al secondo turno, mentre Lula si ferma al 48,4%, ma si dice ottimista: «Al ballottaggio ho sempre vinto». Puntata speciale di Macondo, da San Paolo, con Luigi Spera e Vinicius Sartorato.
-
Il credo evangelico è quello che più cresce nel continente cattolico per definizione: l'America Latina. Questa ascesa porta con sé cambiamenti nei modi di pensare, di consumare, di comportarsi. Di votare e di scrivere le leggi. Per capire le trasformazioni dell'America Latina odierna, è indispensabile capire meglio le chiese evangeliche, andando oltre il refrain che le definisce solamente "talebani dalla bibbia". Oggi a Macondo ne parliamo con la pastora Lanna Holder, il giornalista Alver Metalli e il professore Gustavo Morello.
-
Parlando di America Latina spesso si aggiunge “e Caraibi”, come per riferirsi a un parente prossimo della regione latinoamericana. Un mondo, quello caraibico, fatto “non di terra, bensì d’acqua” scrisse Gabriel Garcia Marquez, che vi era nato e vi aveva tratto ispirazione per le sue opere più famose. A Macondo parliamo di Caraibi con Jessica Fernandez, Lillian Guerra e Raúl Zecca Castel.
-
C'è un angolo di America Latina che è frontiera geografica e culturale, punto d’incontro di popoli, con paesaggi mozzafiato e tradizioni millenarie: le Ande. A Macondo ne parliamo con Alessandro Rampietti, Valeria Coronel e Adolfo Mendoza.
-
Oro, argento, petrolio, e perfino avocado. Le materie prime sono croce e delizia per l’America Latina: fonte di ricchezza con alti costi, umani e ambientali. Un approfondimento sulla relazione tormentata dell’America Latina con le sue risorse naturali.
Ne parliamo con:
Marica Di Pierri: Giornalista, attivista e ricercatrice, esperta di giustizia ambientale e climatica, è portavoce dell’associazione A Sud con cui per 10 anni, fino al 2016 ha lavorato in America Latina a fianco dei movimenti indigeni e rurali.
È co-fondatrice e direttrice del Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali dì Roma.
Cristian Otzin, Associazione degli Avvocati e Notai Mayas, Guatemala.
Daniel Schteingart, direttore del Centro Studi per la Produzione, esperto di politiche industriali ed economia dello sviluppo, Argentina.
Ci scusiamo con gli ascoltatori per l'errore di pronuncia al min. 21.46: valùta in luogo di vàluta. -
Nell'estate del 2021 si è chiuso l'ennesimo capitolo giudiziario di una vicenda che dall'America latina è giunta anche in Italia. La corte di Cassazione di Roma ha emesso le sentenze definitive contro militari e civili coinvolti nel Plan Condor, la strategia terrorista adottata da gran parte delle dittature militari latinoamericane negli anni '70 per sequestrare, torturare e uccidere gli oppositori politici. Oggi a Macondo cerchiamo di ricostruire quella storia, per capire che ruolo ha avuto il nostro paese nella ricerca della giustizia. Sono con noi la giornalista Elena Basso e l'Avvocato Arturo Salerni.
Arturo Salerni, laureato in giurisprudenza specializzato in Diritto Penale e Criminologia presso l'Università La Sapienza di Roma, avvocato.
Si occupa di tutela dei diritti umani, di diritto di asilo e di tutela dei minori, in Italia ed anche davanti alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo. È difensore di parte civile in procedimenti per le violazioni dei diritti umani durante l'epoca delle dittature latinoamericane: difende i familiari degli scomparsi cittadini italiani nel processo Piano Condor.
É difensore dei familiari delle vittime del naufragio avvenuto nel Mediterraneo nel 2013, conosciuto come il naufragio dei bambini. Ha ottenuto la concessione del diritto di asilo in favore del leader kurdo Ocalan. È impegnato in diverse associazioni per la difesa dei diritti civili e collabora con l’amministrazione del Comune di Roma e la Regione Lazio.
Elena Basso, classe 1991, è una giornalista freelance laureata in Scienze della Comunicazione e Cooperazione Internazionale e ha studiato giornalismo alla Scuola della Fondazione Basso. Scrive di violazioni dei diritti umani in America Latina e si è occupata di vittime di tratta, sparizioni forzate e abusi compiuti dalle forze dell'ordine. I suoi reportage da Argentina e Cile sono stati pubblicati da il manifesto, La Repubblica, Il Venerdì, Left e L'Espresso. Fa parte del collettivo di giornalisti freelance Centro di giornalismo permanente. -
Il Venezuela di Chávez nel 1998, la Bolivia di Evo Morales e l'Ecuador di Correa nel 2008. E più recentemente il Cile delle manifestazioni del 2019. I giovani stati latinoamericani stanno ancora cercando il loro assetto istituzionale, e in quella ricerca si trasformano in un laboratorio per interessanti esperimenti sociali e giuridici. La storia istituzionale dell'America Latina risulta spesso complessa quanto affascinante vista dall'Italia. Oggi a Macondo si parla di diritti e Costituzioni, con la dottoressa Marzia Rosti e il dottor Fernando Ayala.
Fernando Ayala è un economista cileno, laureato presso l’università di Zagabria. Per 36 anni ha servito il suo paese nel servizio diplomatico, per il quale è stato ambasciatore in diversi paesi e tra questi l’Italia. Oggi lavora come consulente esterno per la FAO per l’'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, e cura diverse rubriche su cooperazione sud-sud e attualità istituzionale dell’America Latina in varie testate internazionale. Dottor Ayala, grazie mille per essere con noi.
Marzia Rosti è dottoressa di ricerca in Sociologia del diritto, è professoressa associata di Storia e istituzioni delle Americhe presso l'Università degli Studi di Milano. Dottoressa Rosti è un piacere averla qui con noi. -
Le relazioni tra Europa e America Latina sono nate da un malinteso cinque secoli fa, quando Colombo arrivò in America e pensò si trattasse dell’India. Ne è passata di acqua sotti i ponti da allora: dalla colonia all'indipendenza, dagli spagnoli in Argentina a fine '800 agli ecuadoriani in Italia negli anni 2000, dal sogno europeo alle battaglie per la difesa delle radici indigene. E allora quali sono oggi i fili che legano il vecchio e il nuovo mondo?
Alfredo Luis Somoza è antropologo americanista e giornalista, è Presidente dell’Istituto per la Cooperazione Economica Internazionale (Milano) e di Colomba (Associazione delle ong della Lombardia). Ha diretto progetti di cooperazione allo sviluppo in otto paesi dell’America Latina. Collabora con Radio Popolare, Radio Vaticana, Radio della Svizzera Italiana, East West e Huffington Post. E’ direttore di Young Radio e di Dialoghi.info. Insegna turismo sostenibile all’ISPI di Milano. E’ stato presidente- fondatore dell’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR). Il suo ultimo libro, insieme a Gabriella Saba, è “Un Continente da favola. Trenta leggendarie storie latinoamericane”.
Livio Zanotti è giornalista, da decenni inviato e corrispondente dall’estero. Risiede a Buenos Aires. Ha lavorato per L’Espresso. Per La Stampa è stato corrispondente dal Sudamerica e da Mosca, ha lavorato agli Speciali” del TG1-Rai con documentari-inchiesta negli Stati Uniti, in Estremo Oriente, nel Sud-Est asiatico. Corrispondente da Berlino alla caduta del Muro e dall’ America Latina dei colpi di stato e delle guerriglie, per i TG e radiogiornali RAI, ha pubblicato libri d’ indagine storica e svolto conferenze in Italia e all’ estero. -
“Povero Messico. Così lontano da Dio, e così vicino agli Stati Uniti”. Questa frase, attribuita al presidente messicano Porfirio Diaz, si ritrova spesso nelle cronache sulle relazioni tra l’America Latina e gli Stati Uniti. Un rapporto difficile e complesso, sin dall’inizio. L’ex presidente della Bolivia Evo Morales, ripeteva spesso una massima diventata anch’essa molto popolare: “l’unico paese americano in cui non ci sono colpi di stato sono gli Stati Uniti. Perché nel loro territorio non ci sono ambasciate statunitensi”. Eppure oggi, senza gli Stati Uniti, l’America Latina farebbe fatica ad andare avanti. Molti paesi centroamericani per poter sopravvivere dipendono dalle rimesse dei propri emigrati al nord dagli scambi commerciali o dagli accordi di cooperazione con Washington. Qual è allora l'attualità della relazione tra Usa e America Latina?
Ne parliamo con Francesco Costa, nato a Catania, vive a Milano, è giornalista e vicedirettore del giornale online Il Post. É esperto di politica statunitense e più volte inviato sul campo. Dal 2015 cura il progeto “Da Costa a Costa”, una newsletter con oltre 50.000 persone iscritte, e un podcast sugli Stati Uniti con decine di migliaia di ascoltatori per puntata. Ha collaborato alla realizzazione dei documentari “La Casa Bianca”, per Rai3, ha insegnato giornalismo allo Iulm di Milano e alla scuola Holden di Torino.Nel 2020 con Mondadori ha pubblicato “questa è l'America”, uno dei libri di saggistica più venduti dell'anno, disponibile anche nella versione economica nella collana Oscar Best Seller. Nel 2021 è uscito il suo secondo libro, “Una Storia Americana”. Ogni giorno condice sul Post la rassegna stampa Morning.
E con Niccolò Locatelli, laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso la Facoltà di Scienze Politiche “Roberto Ruffilli” di Forlì – Università di Bologna. É coordinatore di Limes online e membro del consiglio redazionale di Limes, rivista per la quale si è occupato spesso di America Latina, una sua passione. Ha scritto articoli sulla regione anche per Aspenia online, Quatz e per l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale. -
Pedro Infante, Maria Felix, Mirtha Legrand o il mitico Cantinflas, il Chaplin messicano. Forse per il grande pubblico europeo questi nomi non dicono molto, ma per i latinoamericani si tratta dei grandi volti della storia del cinema. Come i musical di Carlos Gardel, i tangos parigini di Pino Solanas, o i piú recenti successi del cinema cileno che sono sbarcati anche ad Hollywood. Oggi, a Macondo, si va al cinema!
Con Patricia Boerio, giuria Sundance Festival, e Rodrigo Diaz, direttore Cinema Latinoamericano di Trieste.
Patricia Boero documentarista e consulente internazionale di media e programmi culturali. É Cubana uruguaiana, ha lavorato a TV Latina a Cuba negli anni ’80, ha prodotto documentari sul ritorno alla democrazia nei paesi del Cono Sud, negli Stati Uniti è stata direttrice del Programma Internazionale dell’istituto Sundance, fondato da Robert Redford. Ha scritto la voce ‘storia del documentario latino’ per l’enciclopedia di Oxford e ha diretto il programma Latino Public Broadcasting, promuovendo documentari che hanno avuto grandi riconoscimenti internazionali. Oggi, con oltre quarant’anni di esperienza nel mondo dell’audiovisivo, si è trasferita in Uruguay, da dove collabora per Al Jazeera e partecipa nella giuria per film e documentari
Rodrigo Diaz Cileno, direttore del festival latino-americano di Trieste, si definisce ‘Conoscitore della geografia artistica ed umana del continente latino-americano’. Ha rappresentato l’America Latina in numerose rassegne cinematografiche in Italia e Svizzera; collaborato alla realizzazione di Festival tra Europa e America Latina; è stato membro della Giuria in decine di festival internazionali, tra Spagna, Italia e i principali paesi latinoamericani. Il suo paese natale, gli ha conferito il premio Neruda per la diffusione della cultura cilena in Italia, che si affianca al premio riconosciutogli dal Ministero degli Affari Esteri italiano per aver promosso i rapporti con l’America Latina - Mostra di più