Episodi
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Come si vincono le guerre? Con le armi, gli uomini, la strategia e soprattutto grazie all'economia. Andiamo a scoprire lo stato dell'economia russa con Anna Zafesova, giornalista esperta di affari russi, Alberto Rizzi, esperto di geoeconomia dello European Council on Foreign Relations, e con Davide Maria De Luca, collaboratore di il domani e Il Post a Kiev.
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La speranza si fa più concreta dopo le dichiarazioni di Ismail Haniyeh, capo di Hamas, che ha dichiarato di "essere ottimista" sulle trattative in corso. Ma arriverà finalmente la tregua tra Hamas e Israele? Lo chiediamo a Nello Del Gatto, nostro collaboratore a Gerusalemme, e a Riccardo Redaelli, direttore del master in Studi mediorientali all’Università Cattolica di Milano.
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Episodi mancanti?
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Gli sviluppi in Israele si stanno muovendo su più fronti. Il Governo sta anche lavorando per impedire che la Corte penale internazionale (Cpi) emetta mandati di arresto contro alti funzionari israeliani, tra cui il primo ministro Benjamin Netanyahu, il ministro della Difesa Yoav Gallant e il capo delle Forze di Difesa Israeliane Herzi Halevi. Ne parliamo con Nello Del Gatto, collaboratore di Radio 24 da Gerusalemme e con il Prof. Paolo Palchetti, Docente di diritto internazionale all’Università di Macerata e alla Sorbona di Parigi.
E poi andiamo in Georgia per darvi conto delle massicce proteste di piazza per una controversa legge. Nostra ospite Luna De Bartolo, freelance da Tbilisi.
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Fa sentire instancabile e invincibile: che si voglia ballare per ore o compiere una spietata azione criminale, il principio attivo è sempre quello. Si tratta del captagon, un'anfetamina chiamata anche "la droga dell'ISIS". Con noi Tarek Ali Ahmad, capo dell'Unità di ricerca e studi di Arab News, il quale ha curato l'inchiesta fatta dal giornale saudita sul captagon "The Kingdom vs Captagon: inside Saudi Arabia's war against the drug destroying lives across the Arab world", Andrew Cunningham, analista esperto di traffici di captagon e anfetamine dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction - EMCDDA) con sede a Lisbona, Antonino Occhiuto, analista e ricercatore presso Gulf State Analytics, esperto dei Paesi del Golfo, e il Colonnello Claudio Molinari, della Guardia di Finanza, comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria di Salerno.
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Perù, Bolivia e Colombia ne sono i maggiori produttori mondiali. Stiamo parlando della Cannabis che, nell'Unione europea, è la droga in assoluto più consumata con 22,6 milioni di consumatori all'anno. Ne parliamo con Tim Surmont, analista dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, e Marco Rossi, docente di Economia politica all'Università La Sapienza di Roma.
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Amnesty International presenta il Rapporto 2023-2024 e lancia l'allarme: "È un momento spartiacque per il diritto internazionale". E denuncia un inasprimento delle violazioni dall'invasione russa in Ucraina e dall'inizio del conflitto a Gaza. Ne parliamo con Riccardo Alcaro, responsabile della ricerca e del programma "Attori globali" dello IAI, e con Alba Bonetti, presidente nazionale di Amnesty International.
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"I primi voli partiranno entro 10-12 settimane". Il premier britannico Rishi Sunak è più che mai determinato a mettere in pratica il suo piano per l'immigrazione, dopo il gioco politico tra Camera dei Comuni e House of Lords che ne ha bloccato l'entrata in vigore per mesi. Ne parliamo con Giorgia Scaturro, nostra collaboratrice a Londra, Matteo Villa del Datalab di Ispi, e con Cecilia Siccardi, ricercatrice in Diritto costituzionale all'Università degli Studi di Milano.
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La Camera Usa ha approvato il disegno di legge che stanzia 60 miliardi di dollari per l'Ucraina. Un via libera tanto agognato per Volodymyr Zelensky che gioisce "per la decisione che mantiene la storia sulla strada giusta". Nel frattempo, i ministri degli Esteri dei paesi europei discutono delle sanzioni all'Iran. Ne parliamo con Beda Romano, nostro corrispondente a Bruxelles, Marco Valsania, corrispondente a New York, e con Giuseppe Dentice, analista del CeSI.
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Ad attacco, limitato, dell'Iran, Israele risponde con un altro attacco altrettanto contenuto. Come a voler comunicare che sia Israele che l'Iran sono pronti alla guerra ma che sarebbe meglio non combatterla. Ne parliamo con Maria Luisa Fantappiè, responsabile del programma Mediterraneo, Medio Oriente e Africa dello Iai, Aniseh Basiri tabrizi, analista esperta di Iran del Control Risks, Efraim Inbar, presidente del Jerusalem Institute for Strategy and Security, e con Sergio Nava, in diretta dal G7 di Capri.
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«Dobbiamo costruire l'Europa di oggi e del domani»: con queste parole Mario Draghi porta l'attenzione sulla necessità di riforme che rendano l'Europa capace di affrontare le nuove sfide, come le guerre in Ucraina e in Medio Oriente e la rinnovata rivalità per il potere. Sarà in grado l'Unione europea di adattarsi ai tempi? E quali cambiamenti saranno necessari? Lo chiediamo a Michele Marchi, docente di Storia contemporanea all'Università di Bologna, e a Paolo Magri, vicedirettore esecutivo di Ispi e curatore, insieme ad Alessandro Colombo, del volume "L'Europa nell'età dell'insicurezza" (Mondadori).
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Da una parte i russi che guadagnano terreno in Ucraina, dall'altra Israele che prepara la contromossa rispetto all'attacco dell'Iran. L'Europa assiste a questi due conflitti senza avere un peso diplomatico importante nel dibattito internazionale. Ne parliamo con Nello Del Gatto, nostro collaboratore a Gerusalemme, Davide Maria De Luca, giornalista ora a Kostjantynivka, Yevheniya Kravchuk, parlamentare ucraina, Olena Shapoval, portavoce dell'amministrazione militare regionale di Kharkiv.
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Il 15 aprile del 2023, un anno fa, l’esercito regolare del Sudan e il gruppo paramilitare Rapid Support Forces iniziarono a scontrarsi nella capitale Khartoum. Negli ultimi dodici mesi quei combattimenti si sono trasformati in una sanguinosa guerra civile che coinvolge gran parte del territorio del Sudan, il terzo paese più grande del Continente africano e uno dei più poveri al mondo. Ne parliamo con Irene Panozzo, giornalista esperta di Sudan, e con Alberto Magnani del Sole 24Ore.
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L'attacco dell'Iran direttamente su suolo israeliano, prontamente neutralizzato grazie al sistema Iron Dome, ha lasciato il mondo intero col fiato sospeso. Ci sarà una risposta di Israele? E se sì, questo segnerà l'allargamento definitivo del conflitto in Medio Oriente? Ne parliamo con Pejman Abdolmohammadi, docente di Storia e Politica del Medio Oriente all'Università di Trento, Pietro Batacchi, direttore di Rivista Italiana Difesa, Efraim Inbar, presidente del Jerusalem Institute for Strategy and Security, e con Mohammad Dawood Irfan, docente di Scienze politiche e strategiche all’Università Ferdowsi di Mashaad, in Iran.
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E' massima allerta in Israele per un possibile attacco dell'Iran. Dopo l'attacco da parte di Israele al consolato iraniano a Damasco, il rischio che si acuiscano le tensioni in Medio Oriente sembra più concreto. Lo chiediamo a Pejman Abdolmohammadi, docente di Storia e Politica del Medio Oriente all'Università di Trento, e a Lorenzo Trombetta, corrispondente Ansa da Beirut e analista per Limes.
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L'anno scorso sono arrivate all’Unione Europea 1,14 milioni di domande di protezione internazionale. 380.000 sono stati gli arrivi irregolari - il numero più alto dal 2016 - la metà dei quali attraverso la rotta del Mediterraneo centrale. Nell'ultimo trimestre del 2023, dei 105.00 cittadini extracomunitari a cui è stato ordinato di lasciare l’Unione Europea, solo 28.900 sono stati rimandati indietro. Potrà il nuovo Patto europeo su immigrazione e asilo risolvere tutti i problemi derivanti da questi numeri?
Ne discutiamo con Beda Romano, corrispondente del Sole24Ore da Bruxelles, Chiara Favilli, docente di diritto dell'Unione Europea all'Università di Firenze, Valentina Brinis, Advocacy Officer di Open Arms Italia, Bianca Benvenuti, responsabile affari umanitari di Medici Senza Frontiere e Tamas Bodoky, direttore di Atlatszo, portale e magazine di inchiesta ungherese.
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Fa sentire instancabile e invincibile: che si voglia ballare per ore o compiere una spietata azione criminale, il principio attivo è sempre quello. Si tratta del captagon, un'anfetamina chiamata anche "la droga dell'ISIS". Con noi Tarek Ali Ahmad, capo dell'Unità di ricerca e studi di Arab News, il quale ha curato l'inchiesta fatta dal giornale saudita sul captagon "The Kingdom vs Captagon: inside Saudi Arabia's war against the drug destroying lives across the Arab world", Andrew Cunningham, analista esperto di traffici di captagon e anfetamine dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction - EMCDDA) con sede a Lisbona, Antonino Occhiuto, analista e ricercatore presso Gulf State Analytics, esperto dei Paesi del Golfo, e il Colonnello Claudio Molinari, della Guardia di Finanza, comandante del nucleo di polizia economico-finanziaria di Salerno.
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Con un occhio anche agli equilibri nell'Indo-Pacifico, il presidente Joe Biden sta cercando di ravvivare l'interesse per il piano di costruzione della prima ferrovia ad alta velocità negli Stati Uniti, utilizzando i treni proiettile giapponesi. Ne parliamo con Guido Alberto Casanova, analista Ispi, esperto di Cina, Corea del Sud e Giappone, e con Matteo Piasentini, docente alla University of the Philippines.
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Secondo diverse fonti del quotidiano “Washington Post”, Donald Trump avrebbe un piano infallibile per porre fine al conflitto tra Russia e Ucraina: riconoscere alla Russia la Crimea e le regioni russofone orientali dell’Ucraina già occupate dalle forze di Mosca. Ne parliamo con Roberto Menotti, vice direttore di Aspenia.
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Quelli in Ucraina e Gaza sono due conflitti che non hanno nulla in comune ma che mostrano le complesse dinamiche degli interessi, delle alleanze, delle influenze delle grandi potenze. Ne parliamo con Vittorio Emanuele Parsi, professore di Relazioni internazionali e Studi strategici all’Università Cattolica di Milano, e con Alessandro Marrone, responsabile del programma ‘Difesa’ di IAI, l’Istituto Affari Internazionali.
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