Episodi
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Zó bòt!!! è il progetto di improvvisazione radicale musiche/testo basato su L'Armata dei Sonnambuli e portato avanti dalla band Cvasi Ming, formata da:
Wu Ming 1 alla voce
Francesco Cusa alla batteria
e Vincenzo Vasi al basso e theremin.
La collaborazione di WM1 con Vasi e Cusa è ormai di lunga data. Questa è la registrazione completa del reading/concerto magnetico tenutosi alle Serre dei Giardini Margherita di Bologna il 20 settembre 2016. Dopo un prologo tratto dall’Ouverture, si narra la genesi del
supereroe Scaramouche e se ne raccontano alcune gesta. -
Episodi mancanti?
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Il 15 ottobre 2016, noialtri – Wu Ming 1, il poeta Lello Voce e il trombettista compositore ingegnere musicale Frank Nemola – eravamo al festival CartaCarbone di Treviso.
Nell’auditorium di Santa Caterina, abbiamo proposto per la prima volta la conferenza/reading/concerto Omnia Sunt Communia. Riflessioni singolari (e musicali) sulla scrittura collettiva.
Siamo partiti dal libro/album di Lello e Frank, Il fiore inverso – oggi fresco vincitore del Premio Elio Pagliarani di poesia, qui la presentazione dei brani dell’album – e da Un viaggio che non promettiamo breve, per una scorribanda nei rapporti tra poesia, amore e insurrezione.
Abbiamo omaggiato Franco Fortini, gli Area, Fabrizio De Andrè, Horacio Ferrer, Raimbaut D’Aurenga, Pharoah Sanders, Bruno Maderna, la resistenza occitana e quant’altro.
L’inizio con L’Internazionale è stato sconvolgente per una (minuscola) parte di pubblico, che ha deciso di alzarsi seduta stante e, platealmente, fuggire. Nessuno li ha rimpianti.
Qui proponiamo la registrazione dell’intero evento. -
Nell'anniversario della "Battaglia del Seghino", il primo grande episodio di resistenza di massa contro il Tav, e in concomitanza con l'uscita nelle librerie, Wu Ming 1 dialoga con Alessandro Canella presenta in esclusiva radiofonica per Bologna Un viaggio che non promettiamo breve. 25 anni di lotte No Tav (Einaudi).
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Dall'eroe Scaramouche alla resistenza No Tav, dal XVIII al XXI secolo. Il 20 settembre 2016, nel finale del live Zó bòt!!! alle Serre dei Giardini Margherita di Bologna Wu Ming 1 ha letto un brano dal suo libro Un viaggio che non promettiamo breve: Prima Parte, «Aura», 31 ottobre 2016: la battaglia del Seghino.
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[WM1:] Nel primo pomeriggio dell’11 settembre 2016, mentre l’America commemorava il quindicesimo anniversario dell’attacco terroristico alle Twin Towers (un’immane strage di civili, di proletari), io e il pianista e polistrumentista Fabrizio Puglisi siamo saliti sul palco dell’Auditorium Monteverdi, la sala concerti del conservatorio «Lucio Campiani» di Mantova, e abbiamo improvvisato insieme.
Tutt’intorno, e anche tra quelle pareti, c’era la ventesima edizione del Festivaletteratura.Voce, pianoforte, pianoforte preparato… e il «rombo», uno strumento semplice e antico, pervenutoci dalla Magna Grecia. Non avevamo fatto prove, ma sapevamo di essere in sintonia. Ho letto il cap. 2 del mio vecchio romanzo New Thing (Einaudi, 2004), intitolato Non puoi odiare le radici senza odiare l’albero; Fabrizio ha cucito rumori e lacerti di Thelonious Monk, Cecil Taylor, Otis Spann e variazioni su Lift Every Voice and Sing, l’inno nazionale afroamericano.
Avevamo chiamato la performance We Insist!, chiaro omaggio alla Freedom Now Suite di Max Roach, e avevamo aggiunto tra parentesi: For Emmanuel Chidi Namdi, per ricordare Emmanuel, più volte vittima del neofascismo e del putridume razzista italiano.
Perché, se non si è capito, si parlava del razzismo. O meglio, contro il razzismo. -
«Pre-presentazione» del libro di Wu Ming 1 Un viaggio che non promettiamo breve. 25 anni di lotte No Tav in Val di Susa (Einaudi, 2016) di fronte a una platea di No Tav al festival Alta Felicità di Venaus, domenica 24 luglio 2016.Durante la presentazione sono intervenuti Maurizio Piccione di Spinta dal Bass,Filippo Sottile dei comitati No Tav Val Sangone e Collina Morenica (anche se ha parlato in rappresentanza di Alpinismo Molotov), Luca Abbà e Alberto Perino. La registrazione che state per ascoltare, purtroppo, si interrompe prima degli interventi (splendidi) di Alberto.
[WM1:] Segnalo alcune imprecisioni contenute nei miei interventi:1. la foto di Alberto da piccolo non lo ritrae sul Rocciamelone ma a Bar Cenisio;
2. quando racconto dell’azione diretta al campo di tiro al piccione di Orbassano dico «cinquant’anni e passa fa» mentre sono «quarant’anni e passa fa»;
3. ho chiamato «Alpi Ribelli» – che è il titolo dell’ultimo libro di Enrico Camanni – il gruppo di compagn* Alpi Libere.E dico troppe volte «eccetera» :-/
Un’ultima cosa: esprimo la mia totale solidarietà ai ferrovieri in lotta e trovo sacrosanto lo sciopero che mi ha bloccato a Tortona. Era indetto da Cub Trasporti, Sindacato Generale di Base e Coordinamento Autorganizzato Trasporti, e le motivazioni si possono leggere qui.
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Audio dell’intervento di Wu Ming 4 in apertura del convegno tolkieniano tenutosi a Verona il 20-21 maggio scorsi, a cura dell’AIST, La Generazione Perduta: miti che nascono dalla Grande Guerra. J.R.R. Tolkien, C.S. Lewis e l’esperienza degli autori inglesi nel primo conflitto mondiale.– 00:00. “This is war. This is what Homer wrote about”: il grande revival del mito durante la Prima guerra mondiale e gli intellettuali in trincea.
– 07:07. Guerra di Troia e Grande Guerra: archetipo epico vs esperienza contemporanea (fordismo, alienazione, estraniamento).
– 12:34. L’autore come poeta epico e come reduce: non pacifismo, ma problematizzazione della guerra e dell’eroismo.
– 20:06. Faramir: eroismo epico vs eroismo antiepico; guerra di fronteggiamento vs guerriglia boschiva; guerra antica vs guerra contemporanea; “gloria marziale” vs “vera gloria”.
– 28:20. Il discorso di Faramir: guerra come necessità difensiva vs guerra come fucina di gloria; ripercussione sociale e culturale della guerra: militarismo.
[- 35:58] Implicita confutazione della pseudo-tesi del dumezilismo di Tolkien.
– 37:59. La liberazione della Contea e la battaglia di Lungacque: insurrezione di popolo e guerra di popolo.
– 43:40. Riflessione narrativa su violenza vs non violenza: principi morali cristiani di Frodo (“Non uccidere”) vs pragmatismo di Merry e Cotton (uccidere per non essere uccisi); sintesi: minima violenza necessaria e minimo controllo sociale necessario da parte del potere costituito. -
Il 9 marzo 2016, nella pienissima aula magna di un liceo bolzanino, tre autori Alegre (egiapsters) – Giuliano Santoro, Valerio Renzi e Wolf Bukowski – hanno parlato di «Periferia, Degrado, RUSPA!». Erano coordinati da Flavio Pintarelli, blogger (egiapster); la serata era promossa dall’associazione Dada Rose.
È stata l’occasione, come sentirete dire a Flavio nella registrazione, di posare uno sguardo esterno sull’ombelico Bolzano. Un ombelico di cui su queste pagine si è parlatopiù volte e in cui si annidano, quale lanugine:
1. l’enfatizzazione del degrado e l’ideologia del decoro (per questo è stato invitato Giuliano, autore di Al palo della morte);
2. il rinforzarsi reciproco di questa ideologia con un aggressivo progetto di «riqualificazione» della zona vicino alla stazione ferroviaria (di cui ha parlato Wolf nel reportage «Bolzano e barbarie» apparso su Internazionale);
3. il protagonismo leghista e fascista tanto nell’alimentare la prima quanto nel sostenere il secondo (dopo aver premesso, come da copione, di essere contro i centri commerciali… tranne quelli che contrastano il «degrado»), ed è per analizzarlo che è stato invitato Valerio, autore de La politica della ruspa).
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Serata «Resistenze in Cirenaica», Vag61, Bologna, 22 gennaio 2016.
Wu Ming 1 legge la prima parte del racconto «Un chiodo per Mussolini» (1961) di Ali Mustafa Al-Misrati, nell'ambiente sonoro creato da Guglielmo Pagnozzi. Traduzione dall’arabo di Federico Pozzoli. Il racconto si svolge nel 1938, prima e durante la famosa visita del duce a Tripoli. -
Serata Resistenze in Cirenaica, Vag61, Bologna 22 gennaio 2016.
Federico Pozzoli, arabista, studia il modo in cui la letteratura libica ha raccontato il colonialismo italiano. Al Vag61 ha parlato del suo lavoro e spiegato perché nei racconti che ha tradotto i termini jihad – letteralmente «sforzo», ma in occidente diventa sempre «guerra santa» – e mujahiddin vadano resi con «resistenza» e «partigiani»… e viceversa, perché in traduzione araba i nostri partigiani possono tranquillamente essere chiamati mujahiddin.
Al termine della chiacchierata, Wu Ming 1 ha letto, nella traduzione di Federico, il racconto «Un chiodo per Mussolini» di Ali Mustafa al-Misrati, accompagnato dai suoni elettronici e acustici di Guglielmo Pagnozzi. -
La tregua di Natale è il primo brano del secondo album del Wu Ming Contingent, Schegge di shrapnel.
Il testo è tratto dall’intervista a un reduce cameranese della Grande Guerra, raccolta ormai trent’anni fa da Alberto Recanatini e pubblicata nel volume Di che brigata sei? La mia ha i colori di Camerano… (Camerano, 1994). Ringraziamo l’autore del libro che ci ha permesso di utilizzare il testo, aggiungendo anche qualche particolare sull’identità del testimone. A quanto pare, non si trattava di un individuo “contrario alla guerra”, né di un convinto antimilitarista. Questo, secondo noi, accresce il senso del suo stupore di fronte a una tregua spontanea, decisa grazie a sguardi d’intesa, parole farfugliate a caso e lanci di regali tra opposte trincee. La testimonianza è di particolare valore perché non sono molti i documenti dove si parla delle “tregue di Natale” sul fronte italiano (qui siamo vicini a Kambreško, nell’alta val d’Isonzo), mentre assai di più si è scritto e cantato intorno alla Christmas Truce tra tedeschi e britannici, nelle Fiandre, in occasione del Natale 1914 (quella qui descritta si svolge due anni dopo).
Ci teniamo a ringraziare anche Bruna Bianchi, studiosa della Grande Guerra e autrice di un libro che ci ha accompagnato in tutte le ricerche: La follia e la fuga. Nevrosi di guerra, diserzione e disobbedienza nell’esercito italiano (1915 – 1918) (Roma, Bulzoni, 2001). E’ in quelle pagine che abbiamo letto per la prima volta questa testimonianza sulla tregua di Natale isontina del 1916.
Schegge di Shrapnel si può ordinare qui. -
Storia di un paio di pantaloni. – La promenade di Picasso a Parigi e i carri armati mimetici come opere d’arte – Il cannone di André Mare – Louis Guingot e l’invenzione del mimetismo militare – I fanti francesi nell’estate del 1914 e l’input iniziale – L’uniforme “Camaleonte” e l’uniforme “Leopardo” – Il mecenate Eugene Corbin fa sparire una batteria di cannone – Mimetizzare le macchine anziché gli uomini. – Lucien-Victoir Guirand de Scevola, “l’ammanicato” – Nascita e gloria dell’Atelier de camouflage – – L’apporto inglese al mimetismo militare: il Dazzle department – Le navi come opere d’arte cubiste – Il destino del mimetismo: dal fante francese al cecchino mercenario – La tuta mimetica come status – Un cretino in mimetica – La moda ribalta l’uso e il significato del tessuto mimetico: oggi lo indossano perfino i bambini [foto non inserita nella galleria per motivi di privacy infantile…]
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L’atelier/appartamento di André Breton, location del terzo movimento de L’invisibile ovunque – Gli oggetti di una vita raccolti e accostati con il criterio delle assonanze, dello sprigionarsi di energia – Due articoli usciti sulla stampa di Nantes nel gennaio 1919 – Il cadavere di Jacques Vaché, artista senza opere – Sfidare la guerra, guardarla da un’altra angolatura, darsi appuntamento per assaltare la cultura – Il surrealismo in nuce – L’ultima lettera di Breton a Vaché e la nascita del surrealismo come reazione alla grande carneficina – La scoperta di Marie-Louise, sorella di Jacques, e l’incontro con Breton.
N.B. L’atelier di André Breton è catalogato ed esplorabile, oggetto per oggetto, su questo sito. -
Audio della presentazione/happening al Vag61 di Bologna, 11 dicembre 2015.
Intro della serata – Yvan Goll, i dadaisti e il titolo del libro – La follia e la fuga: la psichiatria militare e il dibattito sulle sorti degli “scemi di guerra” – Gaetano Boschi e il sanatorio per nevrastenici da trincea – De Chirico e Carrà degenti a Villa del Seminario: la pittura metafisica – Craiglockhart e i War Poets. -
23 dicembre 1990: i killer della Uno Bianca uccidono in via Gobetti a Bologna. 23 dicembre 2015, Resistenze in Cirenaica organizza una camminata e di un presidio civile. Comunicato qui. Ecco quel che siamo riusciti a salvare della registrazione ambientale del 23 dicembre, tra rumori di ruspe e camion (proprio in quel punto c’è il cantiere del nuovo polo scientifico dell’Università), rombi di aerei che passavano a bassa quota (l’aeroporto è a poco più di un chilometro in linea d’aria) e interruzioni per cause di forza maggiore. Sono un po’ meno di 18 minuti, c’è l’intervento pre-camminata fatto in Piazzetta Pasolini da Wu Ming 2, poi c’è l’intervento di Valerio Monteventi in via Gobetti (con l’inizio troncato) infine c’è una parte delle letture di Wu Ming 2. Il file finisce bruscamente. Gli interventi del fotografo Mario Rebeschini, preziosi per chi era presente, nella registrazione erano praticamente inudibili. In ogni caso, buon ascolto.