Folgen
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Dopo i processi, le attività del Comitato “8 ottobre per non dimenticare” si sono concentrate su come far migliorare le misure di sicurezza negli aeroporti e come implementare la Family Assistance, cioè la gestione organizzativa e psicologica dei famigliari delle vittime in un contesto di emergenza. Grazie al suo impegno, dopo l’incidente di Linate sono state cambiate le normative di sicurezza, non soltanto negli scali italiani, ma anche in quelli europei, per cui è stato creato uno standard di gestione delle piste unico per tutti gli aeroporti.
Nel frattempo anche la psicologia dell’emergenza ha continuato a mettere a punto protocolli terapeutici sempre più evoluti per affrontare l’emergenza e la vita dopo un trauma. In questo modo, la memoria di ciò che è avvenuto e di chi non c’è più non si limita solo a celebrare, ma riesce ad avere una funzione educativa e un ruolo attivo nel promuovere il cambiamento. -
La Procura di Milano apre un’inchiesta sull’incidente all’aeroporto di Linate per disastro colposo. Con l’aiuto di un consulente e dell’Agenzia per la sicurezza del volo vengono ricostruiti, secondo per secondo, i fatti, le cause e le negligenze che lo hanno causato, ed emerge con chiarezza che non è stata la nebbia a fare scontrare i due aerei sulla pista di decollo.
Il 20 novembre 2002 comincia l’iter processuale, che si concluderà nel febbraio del 2008 con la sentenza della Cassazione: cinque condanne, tre patteggiamenti e due assoluzioni, quelle del direttore di Linate e del responsabile dei due scali milanesi, che scatenano la reazione dei famigliari delle vittime. Pene blande, ridotte ulteriormente dall'indulto, per cui uno solo degli imputati sconterà la pena, peraltro in detenzione domiciliare.
Ma non c’è sentenza o risarcimento che possa riparare il dolore dei famigliari. I quali costituiscono il Comitato 8 Ottobre per promuovere il miglioramento della sicurezza negli aeroporti, perché non ci siano altre sciagure simili. -
Fehlende Folgen?
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Per tutta la mattina dell’8 ottobre 2001 non si riesce a capire la gravità dell’incidente. All’aeroporto di Linate – che i primi testimoni definiranno come un luogo apocalittico – cominciano ad arrivare i famigliari dei passeggeri dell’aereo di linea della SAS rimasto coinvolto nell’incidente con il Cessna privato: vengono raccolti in una sala e tenuti per ore senza alcuna informazione; anzi, fino al primo pomeriggio viene addirittura alimentata la speranza che ci sia qualche sopravvissuto.
A distanza di 22 anni, il racconto di quelle ore testimonia come quei silenzi e questa comunicazione caotica e lacunosa siano stati traumatici e devastanti per i parenti. E dopo lo choc della perdita, per loro inizia quello dell’identificazione dei propri cari. Cristina Cattaneo, medico legale, intervenuta subito dopo la strage, parla di “perdita ambigua” e del diritto all’identità dei morti, un diritto fondamentale anche per la salute mentale di chi rimane. -
Quel lunedì è una giornata molto particolare. Nella notte è cominciata l’operazione “Enduring Freedom”, con i primi bombardamenti angloamericani sull’Afghanistan, dopo l’attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre. Su Milano cala una nebbia fittissima, come non se ne vedeva da anni.
Alle 8.10, nell’aeroporto di Linate un Boeing MD87 della Scandinavian Airlines si schianta contro un jet privato, entrato in pista per errore. L’MD87 si spacca in due e precipita contro un edificio adibito allo smistamento dei bagagli, provocando un incendio che non lascia scampo. Il bilancio è drammatico: 118 vittime e un solo sopravvissuto.
Si pensa subito a un attentato o una rappresaglia terroristica. Nessuno considera, nel primo giorno di guerra, l’ipotesi di una collisione accidentale in pista. In poche ore, però, emerge un’altra drammatica verità: si è trattato di una serie di negligenze ed errori.
Milano segue incredula l’avvicendarsi delle notizie, mentre alcuni famigliari cominciano ad apprendere del terribile incidente. -
“18 secondi” è una serie in 4 episodi, scritta e condotta da Elisabetta Francia, che racconta una strage e le sue 118 vittime, l’incidente più grave della storia dell’aviazione civile italiana. Ma racconta soprattutto le cause che l’hanno determinata, gli errori, la cattiva gestione delle procedure, il lungo processo e l’impegno dei famigliari nel trasformare un dolore infinito in un impegno civile al servizio della responsabilità e della cultura della sicurezza.
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