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Un invito alla lettura di Apocalisse, un libro del Nuovo Testamente scritto alla fine del I secolo d.C., in un contesto di persecuzione contro i cristiani, probabilmente durante il regno di Domiziano. Nonostante un linguaggio che può suonare minaccioso, il testo riflette in realtà le ansie di una comunità oppressa e utilizza un linguaggio altamente simbolico per esprimere la potenza della Resurrezione di Cristo e specialmente la speranza che Dio interverrà contro l'ingiustizia e la sofferenza.
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La storia, con il suo approccio metodologico, spesso ci offre una visione degli eventi passati in contrasto con le narrazioni religiose tradizionali. Questo solleva, specialmente per chi dichiara un’appartenenza religiosa, una domanda fondamentale: come si possono integrare queste prospettive senza compromettere l’integrità della fede? Si può essere credenti e abbracciare il metodo storico-critico? Si può essere cristiani e nello stesso tempo non fare una piega nel rifiutare, per esempio, e la storicità di Genesi, di Esodo e di gran parte della narrativa biblica? Si può dire che Gesù sia stato un profeta apocalittico fallito e nello stesso tempo sostenere che sia il Cristo?
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Fehlende Folgen?
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Si conclude il commento integrale al primo libro della Bibbia, esplorando l'ultimo capitolo di Genesi che si concentra sugli eventi che circondano la morte di Giacobbe e poi di Giuseppe. Attraverso una lettura approfondita, analizziamo come la Bibbia suggerisca l'idea di un Dio capace di trasformare il male in bene, rivelando un piano che trascende le intenzioni umane. Vedremo come Giacobbe e Giuseppe siano stati sepolti secondo i rituali egiziani, nonostante le usanze ebraiche, e come questi racconti richiamino le speranza e le attese future del popolo d'Israele. Infine, scopriremo come le promesse divine per gli autori di Genesi si manifestino, più che in miracoli e apparizioni, soprattutto nel tempo, offrendo una prospettiva generale di comprensione della natura profonda della fede.
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Nel libro di Genesi, al capitolo 49, Giacobbe, sul letto di morte, pronuncia le sue ultime parole ai suoi figli. L'analisi del testo evidenzia i temi chiave e il significato simbolico di questa importante sezione della Bibbia.
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Commento al capitolo 48 del libro di Genesi: una riflessione sulla relazione tra Bibbia e storia.
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Giuseppe implementa politiche che salvano il popolo egiziano dalla fame, ma queste politiche hanno anche conseguenze negative. Il video analizza il ruolo di Giuseppe come leader e le sue decisioni in materia di politica agraria, economia e potere. Vengono discusse le diverse interpretazioni del capitolo 47, con particolare attenzione al tema della schiavitù e della libertà.
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Commento ai primi versetti del capitolo 47 di Genesi: il racconto del trasferimento di Giacobbe e della sua gente in Egitto è anche l'occasione per una rifliessione su come leggere le incoerenze nella Bibbia.
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Commento al capitolo 46 del libro di Genesi: Giacobbe ritrova un figlio perduto.
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Che cos'è la Provvidenza? un concetto non facile da spiegare ma ben raccontato dal capitolo 45 del libro di Genesi.
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Commento al capitolo 44 di Genesi. Giuseppe con uno stratagemma cerca di isolare Beniamino e induce i fratelli a ripensare alla loro condotta.
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Commento al capitolo 43 di Genesi: come nel racconto del figlio prodigo, lo stato di necessità costringe a ripensare ai propri valori e induce a ripensare non solo al passato, ma anche al futuro.
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Commento a Genesi capitolo 42: un racconto ricco di ironia drammatica.
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Il profeta non è una persona che prevede il futuro indovinandolo, ma qualcuno che legge i segni del presente per proporre una concreta via d'uscita, in vista della quale mette a disposizione le sue capacità e il suo impegno. In questo nuovo video, approfondiamo ulteriormente il capitolo 41 del libro della Genesi, focalizzandoci sulla figura di Giuseppe e sulla sua capacità di interpretare i sogni del Faraone.
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Giuseppe non solo interpreta i sogni del faraone, ma mette le sue capacità a disposizione di tutto l'Egitto. Non basta infatti ricevere una rivelazione se poi non si sa come agire di conseguenza. La Sapienza biblica è proprio questo: un "saper fare", riferito principalmente all'arte di governare, tanto se stessi quanto le nazioni. Una riflessione importante per i credenti di ogni tempo, che per "conquistare" il mondo non devono combatterlo, ma servirlo.
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In numerose narrazioni bibliche, i sogni assumono un ruolo cruciale come mezzo attraverso il quale il divino comunica con l'umanità. Questa concezione è esemplificata in modo particolare dalla figura di Giuseppe, il cui talento nell'interpretare i sogni rivela non solo il futuro ma anche la volontà divina. La storia di Giuseppe, che decifra i sogni del coppiere e del panettiere del faraone, ci offre un insight profondo sulla visione biblica dei sogni come profezie e messaggi da una realtà superiore.
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Dal rifiuto di essere uno schiavo sessuale a un'accusa ingiusta. Da tutto questo che cosa può nascere se non indicibile sofferenza. Invece, in questo caso...
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In questo approfondimento del capitolo 38 di Genesi, esploriamo una delle narrazioni più complesse e meritevoli di studio nella Bibbia: la storia di Tamar e del suo riscatto. "Il riscatto di Tamar" ci immerge nelle vicende di un personaggio femminile la cui astuzia e determinazione sfidano le ingiustizie sociali e familiari del suo tempo, offrendoci una prospettiva unica sulle tematiche di giustizia, redenzione e sul ruolo della donna nell'antichità.
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La storia di Giuseppe si distingue come un capolavoro della letteratura antica, una narrazione che delicatamente intreccia il tema della Provvidenza divina senza necessitare di un'intervento diretto di Dio all'interno del tessuto narrativo. Questa peculiarità offre una prospettiva unica sull'operato divino, presentando Dio come un autore supremo che disegna gli eventi con un fine ultimo ben chiaro, pur rimanendo nell'ombra, senza imporsi direttamente nella vicenda.
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Il racconto biblico del diluvio universale è un mito che riflette le preoccupazioni teologiche e antropologiche degli autori, non un resoconto storico. La narrazione riprende e rielabora miti più antichi, come l'Epopea di Gilgamesh, ma introduce una prospettiva unica incentrata sul rapporto tra Dio e l'umanità. Il diluvio simboleggia il giudizio divino sul male, ma anche la possibilità di redenzione e rinnovamento. L'arcobaleno diventa il segno dell'alleanza e del ripristino dell'ordine cosmico. Il testo risponde alle crisi storiche del popolo di Israele, offrendo una riflessione sul male, il caos e la speranza di una nuova creazione.
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Il Vangelo secondo Maria si presenta come un dialogo tra Gesù risorto e i suoi discepoli, prima della sua ascensione. Maria Maddalena gioca un ruolo chiave, incoraggiando gli altri discepoli e condividendo una visione mistica che descrive l'ascesa dell'anima attraverso i cieli, sfidando potenze demoniache. Il testo copto del Codice di Berlino è frammentario. Tuttavia, ulteriori frammenti greci del testo trovati a Ossirinco indicano che il Vangelo secondo Maria era diffuso e ritenuto importante già nel II secolo. La presenza di questi frammenti in più lingue, oltre a permetterci di ricostruirlo in buona parte, sottolinea l'importanza e la diffusione del testo. Parliamo della nuova edizione italiana con il traduttore, Vittorio Secco, e il commentatore, Adriano Virgili.
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