Folgen
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Dove sono finite le persone che parteciparono al G8 nel 2001? Che scelte di vita hanno fatto da allora? Che cos'è la politica nelle loro vite? La giornalista Annalisa Camilli lascia Genova dopo aver incontrato alcuni dei protagonisti degli eventi del 2001 e aver partecipato alle celebrazioni per il ventennale a piazza Alimonda. Va a Bologna, nel centro sociale Vag61 di via Paolo Fabbri, dov’è custodito l’archivio Lorusso-Giuliani e dov’è finita tutta la documentazione sulle giornate del luglio 2001. "Chi partirà da queste memorie per scrivere la storia di quello che accadde vent’anni fa?", si chiede.
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Quanti processi sono stati aperti sui fatti del G8? Come sono andati a finire? Annalisa Camilli va in procura per incontrare Enrico Zucca, il pm del processo sulla Diaz e ripercorrere con lui le tappe di quell’indagine che ha portato sul banco degli imputati i vertici della polizia italiana. La giornalista incontra anche gli avvocati che si sono occupati dei processi, infine va a Milano, a casa di Marina Cugnaschi, condannata a dodici anni e tre mesi di carcere, pena che ha finito di scontare nel 2020. Era accusata del reato di devastazione e saccheggio.
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Fehlende Folgen?
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Quali sono stati gli effetti della violenza per chi l’ha subita in prima persona? Che cosa è rimasto vent’anni dopo? Qual è il segno che lascia sulla memoria e sull’azione politica? La giornalista Annalisa Camilli cerca le vittime del blitz della polizia alla scuola Diaz-Pertini. Infine a Genova incontra la sorella di Carlo Giuliani, Elena, che negli ultimi vent’anni ha parlato molto poco con i giornalisti.
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Il 21 luglio è previsto il corteo finale del controvertice a cui partecipano trecentomila persone. Scoppiano nuovi disordini e la polizia carica il corteo sul lungomare spezzandolo in due. A vertice concluso, intorno alla mezzanotte, la polizia fa irruzione alla scuola Diaz-Pertini, dove alcuni dei manifestanti si stanno preparando per passare la notte. Il vicequestore Michelangelo Fournier durante i processi definirà il pestaggio compiuto dai poliziotti una “macelleria messicana”.
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Il 20 luglio comincia il G8 a Palazzo Ducale, mentre ventimila manifestanti raggiungono i sit-in. Alla piazza sul lavoro indetta dai Cobas si forma un black bloc e si mette subito in azione: incendia cassonetti, spacca bancomat, il gruppo si muove indisturbato per due ore davanti alle forze dell’ordine, si sposta nella città fino al carcere di Marassi. Intanto il corteo delle tute bianche è in ritardo, mentre scende su via Tolemaide è caricato dal terzo battaglione Lombardia dei carabinieri armato di mazze di ferro fuori ordinanza: le cariche, violentissime, durano ore, fino alla morte di uno dei manifestanti, Carlo Giuliani, ucciso dal carabiniere Mario Placanica.
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Perché è stata scelta Genova per ospitare il G8? Quali sono le regole d’ingaggio delle forze dell’ordine? La città è blindata ed è definita una zona rossa nel centro storico: sono innalzate delle grate per difendere l’area in cui si svolge il vertice. All’interno di Palazzo Ducale va in scena il G8 come in un set cinematografico, mentre all’esterno sono schierati migliaia di agenti: a poche ore dall’inizio dell’evento, c’è un clima di guerra.
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Cosa rimane a Genova del G8 del 2001? Annalisa Camilli torna a Genova dopo vent’anni per capire che è rimasto nella città che ha ospitato il vertice. Nella sede del Genova social forum incontra il documentarista Carlo Bachschmidt che gli racconta che l’archivio dei processi non c’è più, è stato trasferito da poco a Bologna, allora decide di parlare con alcuni degli organizzatori locali del controvertice per ricostruire quale erano i temi e le questioni negli anni precedenti alle contestazioni.
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Perché dopo vent’anni ha ancora senso parlare del G8 di Genova? Nel mezzo della pandemia di coronavirus il direttore di Internazionale Giovanni De Mauro chiede alla giornalista Annalisa Camilli di tornare indietro nel tempo per ricostruire quello che è successo nel 2001 e capire quali sono state le conseguenze di quei fatti per le persone che le hanno vissute e per la politica. Con un’intervista a Zerocalcare.
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Perché dopo vent’anni ha ancora senso parlare del G8 di Genova? La giornalista di Internazionale Annalisa Camilli è tornata indietro nel tempo per ripercorrere quello che è successo nel 2001 a Genova durante il vertice degli otto grandi della terra e capire quali sono state le conseguenze di quei fatti per le persone che le hanno vissute in prima persona.
Il podcast ricostruisce il clima politico che ha portato a quelle manifestazioni nei dieci anni precedenti al G8, quali erano i temi e le sfide del “movimento dei movimenti” che si era dato appuntamento a Seattle nel 1999 e poi a Davos, a Nizza, a Göteborg, fino al G8 di Genova nel 2001.
Con interviste ai protagonisti, ai militanti, ai politici, agli esperti, ai procuratori e agli avvocati che hanno seguito i processi, l’indagine prova a riportare alla luce una delle pagine più violente della storia dell’Italia, quella che Amnesty International ha definito “una violazione dei diritti umani di dimensioni mai viste nella recente storia europea”.