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  • Il duomo di Saluzzo al centro dell’ultima puntata di questa stagione di Storie dell’Arte, la Granda è bellezza.
    Nel 1491 il marchese Ludovico II decise di realizzare questa costruzione nella parte pianeggiante della Città. Il marchese non vide il completamento dell’opera che arrivò solamente nel 1511, anno in cui la consorte, Margherita di Foix-Candale, ottenne tramite Papa Giulio II l’istituzione di Diocesi. Da quel momento cambia la storia della capitale del Marchesato. L’architettura dell’edificio è un chiaro esempio di tardo gotico che si proietta al Rinascimento. Sull’ingresso ci sono le statue della scuola di Benedetto Briosco di San Pietro e Paolo, mentre sulle lunette sono presenti affreschi del pittore fiammingo della corte saluzzese Hans Clemer: la Madonna Assunta sulla parte alta del triangolo della ghimberga (non più visibile), mentre ai lati i due santi protettori del Marchesato San Costanzo e San Chiaffredo.

    Con Franco Giletta entriamo all’interno per ammirare i tanti capolavori visibile sulle tre navate in un viaggio di bellezza che va dal Rinascimento all'Ottocento. Dal grande altare dello scultore luganese Carlo Giuseppe Plura, passando per gli interni affrescati dai fratelli Gauteri risalenti al 1856, che oggi risplendono grazie al recente restauro voluto dal vescovo di Saluzzo Monsignor Cristiano Bodo.

    Proseguendo nella cappella del Santissimo Sacramento si conserva un mirabile polittico di Hans Clemer (datato tra il 1501 e il 1505) con la rappresentazione di San Chiaffredo e San Costanzo con Ludovico II e Margherita Di Foix con ai lati San Sebastiano e San Giorgio. Sempre all’interno della Cattedrale si trova poi un gruppo di sculture in terracotta policroma di autore lombardo rappresentante la deposizione, e del 1510 la delicata rappresentazione Madonna con Bambino della scuola dello Spanzotti, probabilmente realizzata da Aimo Volpi e poi l’altare marmoreo di autori proveniente dell’area lombarda, probabilmente pavese.

    E infine il capolavoro di Sebastiano Ricci del 1720, autore famosissimo a Venezia e che rivive nel Duomo di Saluzzo.


    Termina qui la prima stagione di Storie dell’Arte, un viaggio attraverso le bellezze delle Sette Sorelle della Granda.

    Tutte le puntate sono visibili nella home page di Targatocn.it e LavocediAlba.it e nella playlist del canale YouTube di Targatocn, oltre che su tutte le principali piattaforme di podcast.

    Grazie a chi ci ha seguito in questo viaggio.


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    Storie dell'Arte è un prodotto editoriale di More News. Un viaggio immaginario tra le meraviglie della provincia di Cuneo raccontato dalla voce di Franco Giletta, pittore e profondo conoscitore di opere dell'uomo presenti su questo territorio, tutto da scoprire. Meraviglie artistiche da ascoltare, ma anche da osservare, in un'ideale passeggiata tra i tesori di una delle province più grandi d'Italia, non per niente conosciuta come "La Granda". Tra pianure, colline e montagne, terra di confine con la Francia, crocevia di dominazioni e influenze culturali. Tutto questo è Storie dell'Arte, la Granda è Bellezza. Ogni domenica alle 8,30.

    Storie dell'Arte, la Granda è Bellezza

    Prodotto da: More News
    Testi e voce: Franco Giletta
    Riprese e montaggio audio e video: Daniele Caponnetto

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  • Per chiudere in bellezza questa stagione di Storie dell’Arte non potevamo soffermarci sulle tante opere presenti nell’antica capitale del Marchesato di Saluzzo.
    Con Franco Giletta partiamo dalla parte alta della Città percorrendo la salita che porta alla Castiglia, l’antico castello di Saluzzo le cui basi risalgono al Duecento.

    Ma su questa via sono presenti anche l’Antico Palazzo comunale, imponente costruzione in cotto a vista dove sono visibili ancora oggi gli affreschi di Cesare Arbasia, artista saluzzese che si formò a Roma, lavorò in Spagna, per poi tornare nella sua terra d’origine per conto dei Savoia: è tra i fondatori dell’Accademia di San Luca.

    A fianco si erge l’antico palazzo della Arti Liberali. Qui il marchese Ludovico II volle creare un’accademia del sapere. Sulla facciata è possibile vedere gli affreschi della scuola di Hans Clemer con le rappresentazioni dei saperi con la “grammatica” che apre le porte della cultura e della letteratura che a Saluzzo è di casa: dallo Cavaliere Errante di Tommaso III, passando dal tipografo Giovanni Battista Bodoni fino a giungere alle Mie Prigioni di Silvio Pellico.

    Storie dell’Arte vi porta infine davanti alla Chiesa di San Giovanni dove è ben visibile la Torre Civica. Qui, ogni anno, in occasione del solstizio d’inverno si ripete una magia: la torre proietta una perfetta ombra sul campanile della chiesa.

    Ultima tappa di questa puntata è Casa Cavassa dove all’interno è custodito un autentico gioiello di Hans Clemer.

    Alla prossima settimana per un’altra puntata ancora dedicata alla Città di Saluzzo.

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  • La seconda parte di Storie dell’Arte dedicata alla Città di Savigliano si apre davanti alla Chiesa di San Pietro, costruzione molto antica che risale all’anno mille. All’interno con capolavori dal Rinascimento al Manierismo piemontese. Sull’altare maggiore c’è il capolavoro di Gandolfino da Roreto con la Madonna con bambino in trono. L’artista, originario di Roreto di Cherasco, si forma a fianco dei maggiori esponenti del Rinascimento piemontese. Sui lati presenti il martirio di San Paolo e di San Pietro opera di Giovanni Antonio Molineri. Il passeggiare tra le bellezze saviglianesi in compagnia di Franco Giletta ci porta davanti al Teatro Milanollo di Savigliano, opera dell’architetto Maurizio Eula. Ma a Savigliano è presente anche il Museo Civico Olmo con l’immensa gipsoteca con le opere realizzate di Davide Calandra. Storie dell’Arte torna la prossima settimana con l’ultime due puntate dedicate allo scrigno del Marchesato: la Città di Saluzzo.

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  • Storie dell’Arte fa tappa a Savigliano e si parte dal cuore pulsante della Città: Piazza Santarosa dedicata all’omonimo patriota e rivoluzionario che di questo comune fu anche sindaco.

    Superato l’arco di trionfio si arriva alla Chiesa di Sant’Andrea con all’interno una delle ultime opere di Giovanni Antonio Molineri, pittore saviglianese che si trasferì a Roma dove imparò la lezione di Caravaggio, come si può ammirare nella sua Pentecoste, datata 1629. Nella chiesa si può inoltre osservare l’altare dedicato a San Giuseppe opera di Filippo Juvarra.

    Con Franco Giletta entriamo poi in Palazzo Taffini d’Acceglio, di proprietà della Banca Crs attuale sede del Mùses - Accademia Europea delle Essenze. All’interno si possono osservare le sale affrescate della Sala degli Dei e la straordinaria Sala d’onore.

    La puntata si conclude davanti al Palazzo Muratori Cravetta, imponente opera del manierismo saviglianese, con una curiosa leggenda tutta da scoprire legata a Nostradamus.

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  • La seconda puntata dedicata alla Città di Bra di Storie dell’Arte comincia da Palazzo Traversa, l’opera architettonica braidese che parla di Medioevo e Rinascimento.

    Il lento camminare di Franco Giletta ci porta poi davanti alla Chiesa dei Battuti Neri di San Giovanni Decollato con degli interessanti dipinti di Claret e di Agostino Cottolengo, fratello del santo.

    Ma per vedere la vera meraviglia della Città di Bra occorre salire verso la collina dove è possibile ammirare il capolavoro di Antonio Vittone. È la Chiesa di Santa Chiara: una meraviglia di Barocco e Roccocò con la sua particolare doppia cupola.

    Con l’assessore Fabio Bailo arriviamo ai piedi della Zizzola, simbolo della Città e concludiamo la puntata in Palazzo Mathis con i suoi affreschi storici riemersi da soli 25 anni.

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  • La città, patria di Slow Food, custodisce tesori, non solo enogastronomici, ma anche del Barocco piemontese.

    Oggi Storie dell’Arte vi porta a Bra. Come nella filosofia di Carlin Petrini, con la stessa lentezza, attraversiamo la città che ha in Pollenzo una storia romana antichissima che successivamente si è sviluppata sull’altipiano ai piedi della Zizzola. Qui il patrimonio architettonico è davvero suggestivo.

    Dal palazzo del Municipio opera di Bernardo Antonio Vittone, alla Chiesa dei Battuti Bianchi, alla Chiesa di Sant’Andrea, la cui facciata fu disegnata di Gianlorenzo Bernini, su successivo intervento di Guarino Guarini.

    Ma non solo. Bra è anche città importante perché diede i natali a Giuseppe Benedetto Cottolengo, fondatore della piccola Casa della Provvidenza.

    Non perdetevi la prossima puntata sempre dedicata a Bra con il racconto di altri gioielli del Barocco a cura di Franco Giletta.

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  • Cominciamo questa seconda parte dedicata alla Città di Fossano entrando nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Fossano, in via Roma. Grazie alla loro gentile concessione possiamo ammirare l'opera di Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone.


    Artista di epoca rinascimentale dell'area lombarda, fortemente influenzato da Vincenzo Foppa, ma da tutti i grandi maestri del Rinascimento come si può vedere nel ritratto di Santa Caterina di Alessandria, una sorta di "Gioconda", in salsa fossanese.

    Lo celebriamo attraverso il racconto di Franco Giletta e all'analisi delle sue due operi presenti a Fossano, nell'anno del cinquecentenario della morte. Bergognone, infatti, morì nel 1523, come "il Perugino”.

    Nel 2023 tante iniziative nel capoluogo umbro hanno ricordato l'artista che operò nella bottega del Verrocchio. Allo stesso modo, con questo video e a chiusura dell'anno, celebriamo l'opera di Ambrogio da Fossano i cui dipinti sono esposti nei più grandi musei del mondo.

    Proseguendo il percorso, a Fossano è anche presente la Chiesa della Santissima Trinità opera del monregalese Francesco Gallo. E alle sue spalle, è sempre di Gallo l'ospedale della Santissima Trinità.

    Storie dell'Arte si ferma per questo 2023.

    Ci rivediamo dopo l'Epifania per nuovi e interessanti racconti legati alle bellezze artistiche delle città della provincia di Cuneo.

    E ricordate che, anche durante le Feste, la Granda è Bellezza. Un buon Natale e un felice anno a tutti gli appassionati di Storie dell’Arte.

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  • Siamo a metà del viaggio di Storie dell’Arte. In questa puntata ci spostiamo al centro della provincia di Cuneo, a Fossano, un luogo ricco di storia e di opere d’arte.

    Con Franco Giletta partiamo proprio dal Castello degli Acaja, il simbolo della Città. Una enorme costruzione cominciata nel 1324 realizzata con tre milioni e mezzo di mattoni e ventiseimila tegole.

    La corte è del Quattrocento con capitelli in marmo realizzati da Gaspare Solari, mentre verso la fine del 1500, Carlo Emanuele I di Savoia e Caterina D’Austria, fanno realizzare degli splendidi affreschi ad opera del pittore fiammingo Jan Kraek, detto Giovanni Caracca.

    Dal Seicento questo luogo avrà diverse vite. Da carcere (qui verranno imprigionati i Valdesi), a caserma, passando per ricovero di animali. Fino ai giorni nostri dove questo luogo diventa il simbolo della cultura della Città: qui sorge la biblioteca civica di Fossano.

    Ogni anno a giugno il Castello torna protagonista per rivivere l'evento del 1585 con l’ingresso di Carlo I di Savoia e della consorte Caterina d’Asburgo attraverso il Palio dei Borghi e la Giostra dell’Oca.

    E dal Castello arriviamo in via Roma. Qui ci sono i più bei palazzi della Città che ci parlano di Medioevo, di Rinascimento fino ad arrivare all’Ottocento.

    Tra i tanti c'è il palazzo comunale del Municipio opera dell'architetto Mario Ludovico Quarini, architetto del Barocco Piemontese, allievo di Bernardo Antonio Vittone.

    Lo stesso Quarini è l’autore, sulla stessa via, della facciata del Duomo di stampo neoclassico. Il campanile sorge sulla struttura trecentesca della chiesa originale e la parte superiore è opera di Giovenale Boetto, pittore, incisore, architetto per i Savoia. A Fossano sua città natale, decide di innalzare il campanile di forma ottogonale.

    All’interno della cattedrale affreschi ottocenteschi di Paolo Emilio Morgari, Luigi Hartman e Giovanni Claret.

    Tra una settimana la seconda parte ancora dedicata a Fossano. Storie dell’Arte vi mostrerà due opere inedite.

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  • Ci troviamo ancora a Mondovì nella parte alta della Città. In Piazza Maggiore è presente la Chiesa della Missione, capolavoro architettonico dell’architetto fossanese Giovenale Boetto, ma è all’interno che Franco Giletta vi accompagnerà alla scoperta di uno dei capolavori assoluti della pittura del Seicento in Italia: quell’opera che porta la firma di Andrea Pozzo, il maestro dell’illusionismo pittorico, inventore del trompe-l’œil.

    La seconda parte della puntata di Storie dell’Arte a Mondovì è quasi totalmente dedicata ad analizzare gli affreschi che abbiamo potuto raccontare grazie al comune di Mondovì, a Itur e al progetto Infinitum.

    Nato a Trento nel 1642 Pozzo si sposta in Lombardia e poi in Piemonte. A Mondovì fa le prove generali di quel che poi realizzerà nella Chiesa di Sant’Ignazio a Roma. A lui si ispireranno tutti gli artisti del centro Nord Europa nel tardo barocco.

    Dopo essersi immersi in questo spettacolo il sindaco di Mondovì Luca Robaldo ci racconta quelle che sono le peculiarità della Città di cui è primo cittadino. Oltre ai prodotti tipici, come le risole, c’è la bellezza romantica della Funicolare, che collega la parte bassa e alta della comune monregalese come romantico è il suggestivo Belvedere, con la Torre dell’Orologio, dove chiudiamo questa puntata.

    Tra una settimana la quarta puntata dedicata a un'altra Città della Granda.

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  • Dopo Cuneo ed Alba Storie dell’Arte vi porta nel fascino regale di Mondovì. Con Franco Giletta attraversiamo la zona alta, quella denominata Mondovì Piazza, che si distingue dalla parte più pianeggiante di Breo.

    Qui è presente la parte più antica di questo libero comune. Dalla Piazza Maggiore, con i suoi meravigliosi palazzi, con bifore, monofore e gli splendidi porticati, si snoda tutta la storia della Città, un luogo di vera cultura: nel 1472 viene infatti stampato il primo libro di tutto il Piemonte. Anche per questo motivo, proprio qui, è possibile visitare il Museo delle Arti Tipografiche. Ma a Mondovì c’è anche un luogo dedicato a un’arte che vive nei secoli: quello della ceramica celebrata in Piazza Maggiore con uno spazio museale.

    Infine, tra i primati di Mondovì, c’è anche quello di essere stata la città più popolosa del Piemonte nel 1500. Da qui passò, inoltre, un futuro papa. Dal 1560 al 1566 fu Vescovo colui che diventerà Papa Pio V e in questi anni Mondovì diventa sede universitaria per tutto il Piemonte.

    Da Piazza Maggiore arriviamo di fronte alla cattedrale di Mondovì dove si può notare la mano dell’architetto Francesco Gallo, incaricato nel 1743, ma che non vedrà terminata l’opera, ultimata vent’anni dopo da Benedetto Alfieri. Da notare la sua facciata in arenaria e le suggestive statue su cui tra tutte spicca, la rappresentazione della Fede, della Carità oltre alla figura di San Donato. All’interno sono custodite opere del Rococò piemontese.

    Con Franco Giletta analizziamo l’opera del Settecento di Mattia Bortoloni da Rovigo, che nella vicina Vicoforte, si occupò anche di affrescare il Santuario, in particolare la cupola ellittica che risulta essere la più grande del mondo di questa forma. L’opera all’interno della Cattedrale rappresenta la Vergine Immacolata con San Carlo Borromeo e San Felice.

    E infine, sempre a Mondovì Piazza, è possibile ammirare lo splendido Ex Collegio dei Gesuiti, successiva sede del Tribunale. L’opera è di Faletti di Barolo e risale all’inizio del Settecento.

    Tra una settimana la seconda puntata ancora dedicata a Mondovì dove Storie dell’Arte vi porterà, tra le altre attrazioni, a visitare la splendida opera di Andrea Pozzo all’interno della Chiesa di San Francesco Saverio.

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  • Riprendiamo il viaggio nella città di Alba dalla sala consigliare. Qui Franco Giletta analizza le opere presenti al suo interno. La prima, del 1501, è di Macrino d’Alba autore che lascia le colline delle Langhe per arrivare a Roma dove conosce tutti i grandi interpreti del Rinascimento, da Perugino al Pinturicchio, di cui fu allievo.

    Si passa poi alla splendida tela di Mattia Preti, di chiaro stampo caravaggesco. L'attribuzione è del grande critico albese Roberto Longhi, di cui abbiamo già avuto modo di parlare nella scorsa puntata.

    E dal municipio Storie dell’Arte vi porta nella Chiesa di San Giovanni dove sono presenti altre due importantissime opere: la prima è la Madonna in adorazione del Bambino, sempre di Macrino d’Alba, mentre la seconda è la Madonna delle Grazie, anche detta Madonna del Latta, opera di Barnaba da Modena.

    Ma Alba, oltre alla sua armonica natura, è culla del Sapere.

    Oltre che a quella del grande Longhi, ad Alba è presente la casa natale di Beppe Fenoglio, lo scrittore del Novecento che scrisse i Ventritrè giorni della Città di Alba. L’opera che racconta la Resistenza albese è raffigurata visivamente dalla statua di Umberto Mastroianni.

    Nello stesso edificio viene anche ricordata la figura del pittore-farmacista Pinot Gallizio, maestro del situazionismo. E infine, dalle parole dell’assessore Emanuele Bolla, passiamo ai giorni nostri, con la statua di Valerio Berruti, di recente inaugurazione, sulla piazza che ricorda il grande industriale Michele Ferrero.

    A chiudere il Mudet, il nuovo spazio che celebra il Tartufo Bianco d’Alba.


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  • Dal capoluogo Cuneo, Storie dell’Arte vi porta ad Alba, capitale delle Langhe, terra di sapori, profumi e di paesaggi armoniosi i cui dolci panorami vitivinicoli sono stati inseriti nel 2014 tra i siti patrimonio Unesco con Roero e Monferrato.

    Ma questa parte della provincia è culla di un sapere antico. Alba Pompeia, infatti, fu un’importante Città di epoca romana, prima colonia e poi municipium, e che diede i natali ad un imperatore: Publio Elvio Pertinace.

    A seguire molte dominazioni di cui restano tracce impresse tra le vie e nelle opere d'arte che ancora oggi è possibile ammirare.

    A partire da piazza Risorgimento, chiamata dagli albesi anche Piazza Duomo, con l’imponente cattedrale con la sua facciata con quattro statue che simboleggiano i quattro evangelisti: un (A)ngelo, un (L)eone, un (B)ue e un’(A)cquila. Le iniziali compongono la parola ALBA.

    Con Franco Giletta passiamo a raccontare l’antica chiesa di San Domenico, sorta nel 1200, con all’interno affreschi importantissimi di autori lombardi e piemontesi. Fu chiusa nel Settecento e nell'Ottocento le truppe napoleoniche la utilizzarono come ricovero per cavalli. Oggi rivive come location per importanti mostre e concerti.

    Ma Alba è anche culla di sapere: qui nacque Roberto Longhi uno dei più importanti storici dell’arte mondiale. Fondamentale nella rilettura di tantissimi autori della storia dell’Arte. Un nome su tutti, Michelangelo Merisi, detto “Il Caravaggio”.

    In qualche modo le opere di Macrino d'Alba, Barnaba da Modena, di Mattia Preti
    che Longhi ha potuto osservare nella città delle Cento Torri, hanno influenzato la sua critica che ha fatto scuola a numerosi intellettuali del Novecento: dallo storico Francesco Arcangeli, ai registi Bernardo Bertolucci, Pier Paolo Pasolini a Bruno Cavallini.

    Tra una settimana la seconda puntata ancora dedicata ad Alba.

  • Dal Duomo di Cuneo Storie dell'Arte vi porta in via Roma, luogo che ha visto nell'ultimo decennio una riqulificazione importante, attraverso la sua pedonalizzazione. Camminare tra le sue facciate è un viaggio nei secoli. Nella parte finale si trova l'ex collegio dei Gesuiti, rimaneggiato nel Settecento da Francesco Martinez, nipote dell'abate Filippo Juvarra, figura fondamentale del Barocco piemontese. Oggi qui sorge la sede del Municipio.

    Da via Roma è possibile raggiungere la splendida Contrada Mondovì, con la chiesa di San Sebastiano. Franco Giletta ci racconta l'opera di Giovanni Antonio Molineri, pittore saviglianese del Seicento, folgorato nei suoi viaggi a Roma dalla "luce" di Caravaggio.

    Da Contrada Mondovì si prosegue verso una delle più importanti testimonianze della Cuneo medievale: la Chiesa di San Francesco, risalente al XIII secolo, oggi sede del Museo Civico.

    Ma Cuneo è anche Città della Resistenza. Nel 1969, l'allora presidente della Camera, Sandro Pertini, inaugurò l'opera dello scultore, pittore e partigiano Umberto Mastroianni, oggi visiblie lungo il Viale degli Angeli: settanta elementi e prismi, un'opera moderna di "peso", come pesante fu il sacrificio di chi in questi luoghi combattè per la libertà, seguendo le orme di Duccio Galimberti.

    Ma Cuneo è una città che resiste, ma che guarda al futuro. Lo testimonia l'opera condivisa di Michelangelo Pistoletto "Il Terzo Paradiso dei Talenti", realizzata con i disegni dei bambini cuneesi a comporre l'infinito.

    Tra una settimana la seconda puntata dedicata a un'altra Città della Granda.

  • Cuneo. L'unico capoluogo d'Italia che ha un nome geometrico. È proprio la sua forma, abbracciata tra il fiume Gesso e lo Stura, a dare origine a una Città antica, ricca di storia, per natura invalicabile. Resiste nei secoli agli assedi (se ne contano almeno sette), resiste da secoli la sua arte, così come è la Resistenza a fare di Cuneo Città Medaglia d'Oro al Valore Militare. È proprio dalla sua centrale piazza, dove al centro sorge la statua dedicata al noto giureconsulto Giuseppe Barbaroux, che Duccio Galimberti pronunciò un discorso fondamentale per le sorti della storia italiana del Novecento. Quella Piazza, che ora di Galimberti porta il nome, è una cerniera tra Roma e Nizza, luoghi che Cuneo idealmente abbraccia, anche urbanisticamente.


    Non poteva che partire dal capoluogo della Granda il viaggio di Storie dell'Arte, meraviglie da ascoltare, oltre che da vedere. In questa prima parte Franco Giletta ci accompagna alla scoperta della Città con una prima importante tappa nel Duomo di Cuneo e le preziose opere conservate al suo interno.

    Si ringrazia Don Mauro Biodo (sacerdote presso il Duomo) e Cece Lanzetti per la voce di Duccio Galimberti.

    Tra una settimana la seconda parte della prima puntata ancora dedicata alla Città di Cuneo.

  • Perchè raccontare le opere artistiche della provincia di Cuneo? È la domanda che ci siamo posti prima di intraprendere il viaggio di Storie dell'Arte. Una provincia che quotidianamente raccontiamo attraverso i nostri quotidiani online TargatoCN e La Voce di Alba.

    Un territorio che molti conoscono per le bellezze naturali: dalle colline patrimonio Unesco di Langhe e Roero, alle sconfinate pianure del Saviglianese e del Fossanese, passando per le vallate del Monviso con i suoi meravigliosi percorsi outdoor. E poi i tanti sapori di un'enogastronomia unica che qui attira ogni anno tantissimi turisti.

    Ma la Granda è Bellezza non solo per questo. Terra di confine, crocevia di molte dominazioni, un lascito artistico che qui resiste nei secoli che è di assoluto pregio. E, riteniamo, meriti di essere raccontato.

    Parte oggi, con cadenza settimanale, il viaggio di Storie dell'Arte, la Granda è Bellezza un podcast di More News con la voce di Franco Giletta, riprese, montaggio video e audio di Daniele Caponnetto nei principali centri della provincia di Cuneo.

    Un piccolo assaggio prima di immergerci nelle meraviglie della Granda.