Folgen

  • NFT (Non-fungible token) : l’hype di comunicazione è sempre molto alto, che se ne parli come un fenomeno in crescita o una bolla. Anche per quanto riguarda la loro connessione con l’arte. Qualche tempo fa Exibart li indicava tra le parole dell’anno ma WSJ la scorsa settimana registrava un calo della ricerca sul tema su Google e un calo negli investimenti. Negli stessi giorni Mosseri annunciava lo sbarco degli NFT anche su Instagram, per consentire a creator e collezionisti di scambiarsi informazioni e entrare in contatto. Ne abbiamo parlato con Mattia Carretti, founder dello studio artistico Fuse*, che ha collaborato con noi per un progetto per Pasqua Vini e ha presentato a NY l’installazione artistica TRUST, visitabile a Artechouse, e resa disponibile anche in una serie di NFT. Con il contributo di Giulio Bozzo e Andrea Marec, di Reasoned Art (la prima galleria d'arte italiana di opere digitali certificate con NFT), abbiamo chiarito la relazione fra arte digitale e NFT e le opportunità che questa relazione offre per l’arte e per i brand. Se arte e brand collaborano con rispetto, per un progetto che porti valore nella comunità, i risultati possono essere straordinari .

  • Il Metaverso ha fatto la sua apparizione anche al Super Bowl che lo ha consacrato definitivamente un social trend che il marketing non può ignorare. È facile dire Metaverso ma come maneggiarlo? È un’opportunità o una minaccia per i brand? Noi crediamo che anche nel caso in cui il Metaverso si riveli una bolla destinata a sgonfiarsi possa essere un'occasione di esercizio creativo, una sorta di palestra per la creatività. In questa seconda puntata di UNMUTED dedicata a questo tema, proviamo a darvi alcune istruzioni per l’uso, mappando le migliori case degli ultimi mesi (trasversali a tutti i settori: fashion, food, automotive, retail, intrattenimento, arte, sport… alcune le trovate nei link di seguito) e proponendovi alcune riflessioni sul concetto dì autenticità con cui i brand devono necessariamente fare i conti. Il significato di parole come “vero”, “reale”, “autentico” , valori positivi che i brand ambiscono a fare propri da sempre, va maneggiato con cura. In un mondo in cui la realtà si sdoppia in fisico e virtuale, il tema dell’autenticità diventa ancora più complesso e urgente.

    https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=02kCEurWkqU&feature=emb_title

    https://video.repubblica.it/tecnologia/dossier/metaverso/nello-spot-di-meta-per-il-super-bowl-la-seconda-vita-del-cane-robot-nel-metaverso/408094/408803

    https://www.insidemarketing.it/arriva-hyundai-mobility-adventure/

    https://www.ninjamarketing.it/2022/02/14/super-bowl-2022-gli-spot-piu-belli/

    https://www.theinformation.com/articles/what-will-metaverse-be-worth-in-2025-our-guess-is-82-billion

    https://www.wired.it/article/facebook-metaverso-zuckerberg-affari-meta/

    https://www.ft.com/content/76d40aac-034e-4e0b-95eb-c5d34146f647

    https://www.instagram.com/p/CZ_tiD-DWCx/?utm_medium=copy_link

    https://www.animocabrands.com/the-sandbox-partners-with-warner-music-group-to-create-music-themed-world-in-the-metaverse

    https://marketing-espresso.com/metaverso-ecco-come-si-muovono-i-brand/

    https://www.theinformation.com/articles/what-will-metaverse-be-worth-in-2025-our-guess-is-82-billion?

    https://www.voguebusiness.com/technology/what-fashion-week-looks-like-in-the-metaverse/

    https://www.wired.it/article/facebook-metaverso-zuckerberg-affari-meta/

    https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/metaverso-unesperienza-virtuale-per-mille-settori-tutte-le-possibilita-di-business/

  • Fehlende Folgen?

    Hier klicken, um den Feed zu aktualisieren.

  • L'Economist indica tra i 22 trend del 2022 il Metaverso. Il 3 febbraio, giorno in cui abbiamo registrato questa puntata, Meta (ex Facebook) cede in borsa il 25% (e oggi minaccia di chiudere le sue piattaforme in EU nella sua diatriba sul trattamento dei dati). Come scrive il WSJ il Metaverso non è ancora pronto, ma gli investimenti qui sono i benvenuti. Tutti pazzi per il Metaverso? E perchè?

    La definizione di Metaverso è ancora quindi fluida, non c’è una definizione su cui tutti convergono, perché lo si sta costruendo, ma proprio perché è un trend in consolidamento va guardato con attenzione. Qualcuno dice che è l’evoluzione “fancy” di internet. Il terreno è infinito e scivoloso con considerazioni che si spingono fino a che impatto possa avere sulla vita reale (temi etici, legislativi legati a privacy-copyright ecc). Noi con UNMUTED cercheremo di circoscrivere la discussione al tema marketing e comunicazione in due puntate. Una di introduzione all’argomento, la prossima più verticale su alcune case specifiche.

    Ci sono tre grandi macro aree di interesse:
    1) Che cos’è il Metaverso
    2) Perché guardarlo
    3) Perché è importante conoscerlo per il mktg e comm.

    Che cos’è il Metaverso.
    Ho il Metaverso in casa tutti i giorni sotto gli occhi e non lo sapevo. Fortnite, l’esperienza di gioco e il suo cross di reale e virtuale, è un esempio di Metaverso. L’esperienza è talmente immersiva che dimentichi quello che accade intorno a te nel mondo reale. Reale e virtuale perdono i confini. E' un'esperienza sociale perché la condividi con altri, nel Metaverso incontri e interagisci con altri avatar, mentre vivi un'esperienza che non ha caratteristiche diverse per intensità a quella del mondo reale.
    Ecco alcune case di ibridizzazione tra virtuale e reale: il trailer di Star Wars reso disponibile solo su Fortnite o il concerto di Trevis Scott su Fortnite a cui i miei figli si sono dati appuntamento con gli amici sono esempi di cosa accede nel Metaverso.

    Il Metaverso è spesso identificato come il successore di Internet. Per descriverlo alcuni autori parlano di una rete composta da mondi virtuali collaborativi e immersivi, dove un numero illimitato di utenti può usare avatar per interagire, lavorare, effettuare acquisti e partecipare a varie attività.

    Il Metaverso è quindi un internet immersivo di cui non usi solo il contenuto ma ci sei proprio dentro con altre persone. Come accedi al Metaverso? Secondo Zuckerberg avrai accesso con tutte le tecnologie disponibili da AR/VR/PC. E’ 7 anni che FaceBook ci sta lavorando. I social, per dichiarazione del fondatore di FB, restano core, ma il Metaverso è la loro evoluzione, grazie a tecnologia che ci permette di vivere insieme la stessa esperienza.
    L’esperienza condivisa è sempre più potente e immersiva grazie alla quantità di dati che condividiamo e alla tecnologia che ci permette di farlo.

    Fornite, Roblox, Halo, Microsoft, Flight Simulator sono tutti esempi di Metaversi. La sfida è portarli da bidimensionali a 3D.
    Per capire l’esperienza del Metaverso, qualcuno parla di “a magical Zoom meeting that has all the playful release of Animal Crossing.”

    Quindi con Metaverso si intende l’estensione di Internet per come lo conosciamo oggi in una realtà che non sarà parallela alla nostra, bensì ibrida, fluida e inter connessa, un ecosistema digitale che comprende tutte le funzioni, le interazioni e le diverse anime di Internet, nel quale l’utente diventerà attore partecipante e attivo, “in grado di fare quasi tutto ciò che può immaginare – stare insieme con amici e familiari, lavorare, imparare, giocare, comprare, creare – così come sperimentare cose completamente nuove che non si adattano davvero a come pensiamo ai computer o ai telefoni oggi”.

    Studiando il Metaverso ci hanno colpito quattro aspetti:
    1.Il Metaverso esiste solo con la presenza umana. Vince il Metaverso più popolato e che genera più engagement con gli utenti (Fortnite ha 300 milioni di giocatori e Roblox ha 47 milioni di giocatori che giocano 3 billion di ore al mese sulla piattaforma), esattamente come i social media (
    2.Il Metaverso esiste solo in relazione con il reale. L'esperienza che vivi nel Metaverso non ha un valore diverso dall'esperienza nel mondo reale. Quindi i brand non possono trascurare un'analisi di anche di questo processo.
    3.Se il Metaverso conquisterà gli utenti come lo stanno facendo i social, ci troveremo di fronte a una nuova interazione virtuale
    4.I grandi player digitali stanno diventando i grandi creatori digitali. Delle13 aziende che lavorano nella AR, Meta ne ha comprate 8 (fonte Economist). Altre 4 le ha comprate Apple. Meta sta investendo 150 milioni di dollari in AR e VR.

    La copertina della prima settimana di febbraio de L’Economist nella versione USA è dedicata a Maama, le 5 big five della tech e alle loro ambizioni di crescita e investimento. Nel Metaverso non ci crede solo Meta. Il 18 gennaio Microsoft ha investito 69 billion dollar per acquistare Bizzard (video games) il suo deal più grande di sempre.
    Tra i pionieri del Metaverso ci sono anche grandi aziende di moda come per esempio Gucci, con la versione virtuale del Gucci Garden, aperto al pubblico all’interno della piattaforma Roblox.
    Su Fortnite puoi vestire Balenciaga e Moncler. E questo è solo l'inizio. Nella prossima puntata condivideremo case di aziende che sono già nel Metaverso, non solo non prodotti virtuali. Alla prossima puntata.

    Link di approfondimento:

    https://www.youtube.com/watch?v=iwyyxEJCIuU&feature=youtu.be

    https://about.facebook.com/meta/

    https://www.theatlantic.com/technology/archive/2021/10/facebook-metaverse-name-change/620449/

    https://www.youtube.com/watch?v=d3vnxPq0meE&feature=youtu.be

    https://www.wsj.com/articles/the-metaverse-isnt-quite-ready-for-you-but-your-investment-is-welcome-11640779204

    https://www.ft.com/content/76d40aac-034e-4e0b-95eb-c5d34146f647

    https://www.youtube.com/watch?v=Fdh05y0DnQs&t=1s

    https://www.economist.com/the-world-ahead/2021

  • Non potevamo che chiudere l’anno in bellezza! Letteralmente. (Avete visto che bello il visual creato per noi da Bianca Millan?!?)

    Nella 6a puntata del nostro podcast #UNMUTED, ci siamo spinti oltre nel territorio della contaminazione.
    L’ansia del what next spinge i brand a attivare collaborazioni sempre più profonde. Anche tra competitor. E così si passa dalla contraddizione all’insieme.
    Ora e se invece che due brand fossero due mondi a parlarsi?
    Se fossero due ecosistemi che in parte si guardano con interesse, a volte con sospetto? Oggi parliamo di uno dei miei temi preferiti quello delle collaborazioni tra Arte e Brand.

    Con Manuel Follis, abbiamo raccolto i contributi straordinari di Lavazza, che ha lanciato il progetto RESTART - una partnership straordinaria con musei di tutto il mondo, e Paola Buzzini aka Soup Opera, esperta di arte e comunicazione, con cui abbiamo cercato di mappare concetti come quello di artista e creator.

    Non ci siamo fermati qui. Volevamo che l’icona della puntata racchiudesse in un’immagine i concetti fluidi e complessi che abbiamo affrontato oggi.
    E qui entra in gioco la creatività della straordinaria artista Bianca Millan, che ha realizzato per noi il visual che vedete. Abbiamo affidato a Bianca il compito non facile di esprime in un’immagine la potenza comunicativa che scaturisce dalla collaborazione tra Arte e Brand. La sua ispirazione è stato l’annuncio del 13 dicembre di Nike di acquisizione di RTFKT, società che sposta i confini tra reale e virtuale attraverso un team di creators che sarà dedicato a sviluppare progetti per il brand intersecando creatività, cultura e gaming. L’ibridizzazione non avviene infatti solo tra mondi, ma anche tra territori, come reale e virtuale. Ne parleremo nella prossima puntata in cui parleremo di Metaverso!
    Ci risentiamo a gennaio, buoni giorni di festa, pieni di ispirazione e meraviglia!

    La 6a puntata del podcast #UNMUTED, è disponibile su Spotify e Apple Podcasts.

    Link di approfondimento:

    https://www.museumnext.com/article/partnerships-between-museums-and-brands/
    https://www.instagram.com/lavazzaofficial/?utm_source=ig_embed
    https://www.instagram.com/p/CUYM99LApW2/?utm_source=ig_web_copy_link
    https://www.instagram.com/reel/CXx1KvdFDHQ/?utm_source=ig_web_copy_link
    https://www.wired.it/attualita/media/2021/10/06/falling-dreams-uninstallazione-immersiva-che-invita-a-fermare-il-tempo/
    https://www.cnbc.com/2021/12/14/nike-buys-virtual-sneaker-maker-rtfkt-in-metaverse-push.html

  • Un recente viaggio a Londra, il suo melting pot e il suo essere un'ode al multiculturalismo e all'incontro, è stato l'ispirazione per questo nuovo ciclo di podcast. Sempre più, brand e brand, brand e arte, arte e tecnologia, reale e virtuale si incontrano e si mescolano. Opposti che non sono più opposti. Dopo l'hype "Fendace" (Believe the hype #Fendace has landed, twittava British Vogue) è in questi giorni tornato virale The Hacker Project di Gucci e Balenciaga.

    In questa puntata, abbiamo deciso di parlare di chiusure e aperture, contaminazioni fra settori diversi, che si sono confrontati e guardati per imparare qualcosa l’un dall’altro, si sono ascoltati.
    Abbiamo provato a leggerne in controluce il valore e la portata. Abbiamo studiato la potenza creatrice insita nella contaminazione fra brand. Soprattutto in termini di marketing e comunicazione.
    I settori a più alta concentrazione di creatività, come Moda, Design, Tecnologia, sono i più aperti alle collaborazioni. Anche l’arte, che in parte è resistente alla sua democratizzazione e commercializzazione, tramite la collaborazione con i brand, è in cambiamento già da anni.
    Ma non c'è solo moda e arte. Alcune analisi, selezionando le migliori collaborazioni, dimostrano come queste coinvolgano tutte le industries: McDonald's e Burger King, GoPro e RedBull, BMW e Louis Vuitton, Starbucks e Spotify, Lego e Stranger Things, Vans e Harry Potter, Uber e Spotify. (link di seguito)

    Cosa spinge i settori a collaborare?
    L’ansia del whatnext li porta a esplorare nuovi modi di creare. Ma negli stessi settori, essendo la creatività e l’innovazione l’asset da tutelare più fortemente, apertura e chiusura sono le due facce della stessa medaglia.

    Le collaborazioni nascono dalla volontà di portare un nuovo sguardo su un prodotto o un settore. Possono essere tattiche o strategiche, a seconda della profondità con cui i brand si incontrano e si compenetrano in identità e heritage.
    A volte (sempre più spesso) partono da un contrasto. Lusso e fast fashion: Balenciaga x HM; couture e streetwear: Dior x Nike – nell’ultima collab è interessante come si spingano al mescolamento dei loghi anche a livello iconografico.

    E così arriviamo al cuore della nostra analisi: la nuova storia che i brand, con la propria equity, creano nella collaborazione, per essere davvero distintiva e generare l'hype, deve avere dei contrasti e insieme superarli. In qualche modo mettere in discussione alcuni valori del brand in un delicato equilibrio.

    C’è anche qualcosa di più.
    Nel boom a cui stiamo assistendo di collaborazioni, c'è una trasformazione ulteriore in atto. Si evolve dalla collaborazione alla co-opetion. Non è più un’azione tattica, ora si aprono e si disegnano nuovi modelli di management. E i brand creano nuovi universi ibridi.

    Una selezione dei nostri link:

    https://adage.com/article/agency-news/lerma-tool-gives-brands-multicultural-effort-score/2379051

    https://www.nytimes.com/2021/09/27/style/milan-fashion-week-fendi-versace-fendace.html?referringSource=articleShare

    https://www.qualitylogoproducts.com/blog/12-best-brand-collaborations/

    https://blog.hubspot.com/marketing/best-cobranding-partnerships

    https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0048733311000187

    https://www.thecollector.com/7-most-successful-fasion-collaborations-of-all-time/
    https://soldoutservice.com/p/nike-dior-jersey-monogram

    https://www.nytimes.com/2021/10/08/style/homer-simpson-fashion.html?action=click&module=card&pageType=theWeekenderLink

    https://www.redhotpenny.com/insight/cross-brand-collaborations/

    https://edition.cnn.com/style/article/moncler-genius/index.html

    https://www.pambianconews.com/2021/11/22/tiffany-collana-da-30-mln-mentre-parte-supreme-332176/?wa=1

    https://www.gucci.com/it/it/st/capsule/gucci-and-balenciaga

    https://www.gucci.com/it/it/st/capsule/xbox-gucci

  • Si può essere bravi comunicatori maturando esperienze in industry diverse? In una professione ad alto tasso di creatività, l'ecletticità e la contaminazione tra settori può essere un potenziamento interessante della propria capacità di visione e progettazione? Oppure è più efficace costruire il proprio percorso professionale in modo verticale? Lo abbiamo chiesto ad alcune voci autorevoli del mondo degli head hunter (Heidrick & Struggles e Beyond International).

    Dall'Italia agli Stati Uniti abbiamo poi cercato profili eclettici, che hanno attraversato settori completamente diversi e fatto della loro versatilità un punto di forza della loro carriera e dei loro progetti. "Quelli della seconda vita" li ha definiti MF, che ha recentemente pubblicato un’analisi sulla seconda vita dei manager dimostrando come gli spostamenti fra settori siano spesso un ingrediente del loro successo. L’analisi sull’Italia mostra che questo vale quasi esclusivamente per gli uomini (non ci sono donne citate come case).

    Diverso è in Usa dove, studiando la lista dei 50 profili di chief marketing officer più influenti selezionati da Forbes, emerge che tra i primi 10 , 4 sono donne. Tra questi primi dieci, gli uomini hanno la carriera più noiosa e meno eterogenea. Le donne invece dimostrano più agilità e si spostano tra settori sconfessando i soliti pregiudizi sulla rigidità femminile. Da Revlon a Lego, da Uber a Spotify sono molti i talenti femminili che hanno dimostrato come la capacità di manovrare la propria area di competenza in industry diverse, non sia stato un limite ma un potenziamento delle proprie capacità. Visione unica, responsabilità, mentorship intesa come capacità di co-creazione con la propria azienda e con il mercato. Queste sono alcune delle qualità richieste ai nuovi marketing officer.

    Vuoi approfondire? Qui la nostra selezione di articoli e podcast sul tema della puntata:

    - https://www.milanofinanza.it/news/quelli-della-seconda-vita-202106252102252756

    - https://www.forbes.com/sites/forbesleadershipteam/2020/10/01/the-worlds-most-influential-cmos-2020-resolute-leadership-in-transformative-times/?sh=6418cb5f319a

    - https://www.adweek.com/brand-marketing/tinder-snags-former-pizza-hut-cmo-as-new-top-marketer/

    - https://www.prweek.com/article/1719691/spotify-hires-taj-alavi-global-marketing-head

    - https://www.wsj.com/articles/spotify-wants-to-share-your-car-journey-11584696603

  • Mentre registriamo questa puntata si giocano gli Europei. E tutti torniamo a parlare di calcio. Anche a voi quindi non sarà sfuggita la case Ronaldo vs Coca Cola “Bevete acqua” particolarmente dibattuta per una serie di articoli apparsi sulla stampa internazionale proprio nelle ore di apertura del campionato. Non il talento Ronaldo verso Coca Cola come vi aspettereste, ma il brand Ronaldo verso il brand Coca Cola. Cristiano Ronaldo è un calciatore, ma è soprattutto un brand e un’azienda (si parla infatti di CR7 Corp) che tra ingaggi, sponsorizzazioni, accordi commerciali e tutto il business che l’industria basata su di lui riesce a mettere insieme fattura 92 milioni di euro l’anno, di cui 30 mln solo da sponsor.
    Quindi c’è una case nella case. La prima case è legata all’evoluzione del rapporto brand-testimonial, che oggi preferiamo chiamare talento, e la seconda è la narrazione di questa relazione. Vi raccontiamo entrambe e molte altre, soprattutto femminili (da Simone Biles a Naomi Osaka). Crediamo ci sia un filo conduttore nella relazione a volte positiva a volte controversa fra brand e talento, che siano talenti esterni (i testimonial) o talenti interni (i dipendenti). Soprattutto c'è una stretta correlazione, supportata da dati oggettivi (guardate nei link di seguito la ricerca McKinsey), fra performance aziendali e il talento.

    Vuoi approfondire? Qui la nostra selezione di articoli e podcast sul tema della puntata:

    https://www.wired.it/lifestyle/sport/2021/06/17/ronaldo-cocacola-europei-calcio-valori/?refresh_ce=

    https://www.forbes.com/sites/iese/2021/06/19/a-post-truth-world-why-ronaldo-did-not-move-coca-cola-share-price/

    https://www.nytimes.com/2021/06/01/opinion/naomi-osaka-french-open-tennis.html

    https://www.bbc.com/sport/american-football/45407340

    https://www.marketwatch.com/story/nikes-kaepernick-ad-to-provide-a-long-term-gain-after-some-near-term-pain-analyst-says-2018-09-04?mod=article_inline

    https://www.nytimes.com/2021/04/23/sports/olympics/simone-biles-athleta-nike.html

    https://www.mckinsey.com/featured-insights/diversity-and-inclusion/diversity-wins-how-inclusion-matters

    https://www.milanofinanza.it/news/l-effetto-ferragni-su-tod-s-vale-oltre-130-milioni-202104091147233998

  • La pressione sui Chief Executive Officer perchè si esprimano, perchè facciano sentire la loro voce e si attivino concretamente su temi legati a ESG (Enviromental, Social, Governance) è sempre più pressante, come dimostra anche il caso EXXON, DELTA, Coca Cola, BASECAMP o tornando in Italia Barilla. L'urgenza è dimostrata anche dall'analisi di Consob che evidenzia come nell'ultimo anno siano raddoppiate le aziende italiane che collegano le remunerazioni degli AD ai parametri ESG e il loro impegno verso questi obiettivi. Il ruolo dei CEO e il loro essere portavoce dell'azienda è da sempre un tema cruciale, ma ora è chiesto loro di esprimere una posizione personale su temi sociali e complessi, diversi dalla industry di appartenenza. In un mondo invaso dalla viralità, l'esposizione o la non esposizione possono avere conseguenze drammatiche. Così come un impegno troppo aleatorio. Così come il silenzio, che è considerato accondiscendenza. Quindi bisogna attrezzarsi. Oppure al contrario far sentire la propria voce può avere effetti straordinariamente positivi. E come? Ne abbiamo parlato in questa seconda puntata di UNMUTED.

    Vuoi approfondire? Qui la nostra selezione di articoli e podcast sul tema della puntata:
    - https://www.wsj.com/articles/why-doing-good-is-no-longer-bad-business-11622818830
    - https://theconversation.com/ceos-who-take-a-political-stand-are-seen-as-a-bonus-by-job-applicants-121334
    - https://www.axios.com/ceo-political-activism-03b148a0-d921-4ebb-9700-48998532870b.html
    - https://www.huffingtonpost.it/2015/03/17/barilla-da-scandalo-a-brand-gay-friendly_n_6883906.html
    - https://www.wsj.com/articles/the-courage-of-the-apolitical-ceo-11620423959
    - https://open.spotify.com/episode/6AtQqBiXYuWZsclxNGwLvs
    - https://www.wsj.com/articles/with-georgia-voting-law-the-business-of-business-becomes-politics-11618027250

  • Se UNMUTED è il podcast che dà voce alle case più interessanti del mondo del marketing e della comunicazione, non potevamo non aprire con una delle voci più potenti e clamorose "mutata" (usando un neologismo figlio della pandemia) in questi mesi. Una voce a cui è stata tolta la voce, dopo essere stata bannata dai social: quella di Donald Trump. Twitter - dopo avergli imposto l'umiliazione del fact checking - ha inasprito la sanzione e bloccato definitivamente l'account da 88 mln di follower come conseguenza dei fatti del 6 gennaio; il 7 gennaio anche Zuckerberg e poi FB Newsroom hanno annunciato il blocco temporaneo l'account di Trump, blocco che viene esteso per 2 anni, come annunciato il 4 giugno scorso. In questa storia quindi c'è tutto. Il brand potente che amplifica se stesso attraverso i social cavalcandoli e i social che lo disarcionano, gli si rivoltano contro, scippandogli la visibilità e lasciandolo in silenzio. Trump ha reagito aprendo la sua nuova piattaforma di comunicazione. E ora? Una case nella case. O meglio tante case una dentro l'altra come le matrioske. Ne abbiamo parlato con Manuel Follis, giornalista di Milano Finanza e esperto di comunicazione e marketing.